DEFICIT E DEFICIENTI - IL VALZER A DISTANZA DI SALVINI E TRIA: UNO MINACCIA DI ABBATTERE IL TETTO DEL 3% NEL RAPPORTO DEFICIT-PIL E L’ALTRO RASSICURA I MERCATI SUL RISPETTO DELLE REGOLE - MA SARA’ LA LEGGE DI BILANCIO A CHIARIRE LE INTENZIONI DEL GOVERNO - E LE PROMESSE ì SU REDDITO DI CITTADINANZA E FLAT TAX? BRUNETTA FA UN CONTO DELLA SERVA E SOSTIENE CHE SERVIRANNO ALMENO…

-

Condividi questo articolo


Andrea Bassi per “il Messaggero”

 

giovanni tria giovanni tria

La battuta che circola sui mercati l'ha raccontata Renato Brunetta, il capogruppo di Forza Italia. «I broker di Londra», ha detto rivolgendosi al ministro dell'Economia, «dicono che quando parla Giovanni Tria si compra, quando parlano gli altri si vende». Fosse vero, ieri sarebbe stato il momento di comprare.

 

Rispondendo al question time alla Camera, il titolare del Tesoro, ha rimesso per l'ennesima volta l' elmetto del pompiere e ha rassicurato che il governo non ha nessuna intenzione di superare il limite del 3% nel rapporto tra il deficit ed il Pil. Parole che arrivano a stretto giro da quelle pronunciate dal vice premier Matteo Salvini che, invece, aveva contestato quel tetto, lasciando intendere che per il governo non sarebbe stato un tabù abbatterlo.

 

conte e tria conte e tria

Anche, come in un continuo gioco delle parti, ieri il ministro dell' interno ha poi detto che Tria «fa bene ad essere prudente». Se comunque le parole non dovessero bastare a rassicurare i mercati, Tria ha chiarito che sarà la legge di bilancio, nero su bianco, a rasserenare i mercati sulle intenzioni dell' esecutivo, a ridurre l' incertezza sul debito e, in definitiva, a «tutelare i risparmi degli italiani».

 

I CALCOLI

GIOVANNI TRIA GIOVANNI TRIA

E le promesse del governo su reddito di cittadinanza e flat tax? Sempre Brunetta, prova a fare un conto della lavandaia sulle risorse minime che serviranno al ministro per la legge di bilancio: 5 miliardi per correggere i conti del 2018, 10 per correggere quelli del 2019, tra i 12 e i 14 miliardi per disinnescare l'aumento dell' Iva. Fanno 27 miliardi.

 

Tria ha spiegato che è in corso una trattativa con la Commissione europea per avere spazi di flessibilità e rimandare ancora il pareggio di bilancio. Ma quanto si potrà ottenere? Uno 0,5-0,6%, 10 miliardi, dice Brunetta. E gli altri 20 miliardi? Il ministro dell' Economia prova, di nuovo, a rassicurare.

DELVOX TRIA SALVINI DI MAIO DELVOX TRIA SALVINI DI MAIO

 

«Confermo», ha spiegato Tria, «che si inizierà a implementare la riforma della flat tax fin dalla prossima legge di bilancio secondo un' implementazione graduale» e sempre compatibilmente con i saldi di bilancio. Stesso discorso vale per il reddito di cittadinanza. Anche in questo caso il ministro ha ribadito che sarà una riforma graduale e che sarà finanziata con una «rimodulazione» delle entrate e delle uscite.

 

«Dal punto di vista della protezione sociale», ha spiegato, «ci sono molti istituti che andranno rivisti». L'intenzione, già anticipata dal Messagggero, è quella di assorbire nel reddito di cittadinanza oltre al Rei, il reddito di inclusione, anche la Naspi, l'assegno di disoccupazione.

 

L'ALTRO CAPITOLO

matteo salvini luigi di maio matteo salvini luigi di maio

Un altro capitolo affrontato ieri durante il question time da Tria, ha riguardato la «pace fiscale». Il ministro ha confermato i numeri che già erano stati illustrati dal direttore dell'Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, nella sua audizione dell' 11 luglio. Il ministro ha chiarito, una volta per tutte, che per quanto il valore «contabile» dei crediti fiscali si avvicini ad 800 miliardi, «l' ammontare su cui effettivamente si possa tentare il recupero è assai più limitato, pari a circa 50 miliardi».

 

Non solo. Lo 0,9% dei contribuenti ha debiti residui superiori a 500.000 euro al quale corrisponde circa il 66,5% del complessivo valore residuo. Insomma, nulla a che vedere che vedere con i numeri monstre indicati mesi fa dalla Lega, ed anche da Salvini, che parlavano di mille miliardi di cartelle non riscosse, di cui 500 miliardi inesigibili ed altri 500 potenzialmente utili a ricavare gettito per 50 o 60 miliardi in due anni.

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - SULLA SCENA POLITICA, FITTA DI SCAPPATI DI CASA, MANCAVANO SOLO LORO: FASCINA E GALLIANI - L’ANTICO “CONDOR” DEL CAVALIERE È DIVENTATO LO CHAPERON POLITICO DELLA “VEDOVA INCONSOLABILE”, CON IL CONTORNO DEI SECOLARI AMICI DELLA BUONANIMA DI SILVIO, CONFALONIERI E DELL’UTRI - IN OGNI USCITA PUBBLICA, I DUE SONO INSEPARABILI. DEL RESTO, SI CONOSCONO, E BENE. LA SCALATA DELLA “MARIA GODETTI” CALABRO-NAPOLETANA ALL’INTERNO DELL’INNER CIRCLE BERLUSCONIANO AVVENNE GRAZIE A GALLIANI, ALL’EPOCA BOSS DEL MILAN - ORA È CHIARO CHE A TAJANI HA SEMPRE FREGATO POCO DI COSA COMBINA IL DUPLEX FASCINA-GALLIANI. FINO ALLO SCORSA SETTIMANA ALLORCHÉ È ESPLOSA FORZA ITALIA AL COMUNE DI MILANO, DIETRO LA QUALE CI SAREBBERO LE UNGHIE DELLA FASCINA, CHE HA MANTENUTO UN OTTIMO RAPPORTO CON MARINA, VEDI IL DUELLO CONTINUO CON IL FRATELLO PIER SILVIO CHE VUOLE FAR SLOGGIARE LA “VEDOVA INCONSOLABILE” DALLA COSTOSISSIMA MAGIONE DI ARCORE - VIDEO

FLASH! - A TORINO, PER IL DOPO PALENZONA ALLA PRESIDENZA DI CRT, SI STANNO SONDANDO LE ISTITUZIONI SUL NOME DI MICHELE VIETTI, MAGISTRATO EX-CSM, OGGI DISOCCUPATO. UN NOME CHE È GRADITO AL SINDACO DI TORINO, STEFANO LORUSSO, CHE NON HA MAI SOPPORTATO LA PRESENZA E SOPRATTUTTO LA DISUBBIDIENZA DI PALENZONA - A DAR VOCE ALLA CANDIDATURA DI VIETTI C'È LA DI LUI CONSORTE, CATERINA BIMA, CHE RICOPRE IL RUOLO DI VICE PRESIDENTE DI CRT ED È STATA TRA GLI OPPOSITORI DELLA GESTIONE PALENZONA...

DAGOREPORT - CONTINUA L’IMBROGLIO-SCHLEIN: ELLY RINCULA SUL NOME NEL SIMBOLO DANDO LA COLPA A BONACCINI (SIC!) E SI RIMANGIA ''CAPOLISTA OVUNQUE": LO SARA' SOLO AL CENTRO E NELLE ISOLE - ALLA DIREZIONE NAZIONALE DEL PD DI IERI LA SVALVOLATA MULTIGENDER HA PERSO LA MAGGIORANZA DEL PARTITO. I VENTI DI RIVOLTA INVESTONO TUTTE LE VARIE ANIME DEL PD - ELLY SI È RIMBOCCATA LA LAPIDE QUANDO HA DETTO: O IL MIO NOME NEL SIMBOLO O MI METTETE CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. DI TALE PROPOSTA, LA ZARINA DEL PD NE AVEVA PARLATO SOLO CON BONACCINI. IL PRESIDENTE DEL PD HA ACCONSENTITO IN CAMBIO DELLA CANDIDATURA NEL SUD DEL RAS DELLE PREFERENZE, RAFFAELE “LELLO” TOPO, FIGLIO DELL’AUTISTA DI GAVA, CHE OVVIAMENTE FA PARTE DELLA SUA CORRENTE (AH! I CACICCHI…) - ALLA FINE VICINO A SCHLEIN RESTANO SOLO IN DUE, IL MULTI-TRASFORMISTA ZINGAR-ELLY E FRANCESCO BOCCIA, IL VERO ARTEFICE DEL SISTEMA PUGLIA, GARANTE DI DECARO ED EMILIANO - ANCHE SE ALLE EUROPEE IL PD GALLEGGERA' AL 20%, SINESTR-ELLY DOVRA' FARE LE VALIGIE...

DAGOREPORT: 100 SCALFARI MENO UNO - NON È SOLTANTO TELE-MELONI A CENSURARE GLI SCRITTORI: C'E' ANCHE IL GRUPPO GEDI – IL LIBRO SUL CENTENARIO DI SCALFARI CURATO DA SIMONE VIOLA, NIPOTE DI EUGENIO, IN EDICOLA INSIEME A ‘’REPUBBLICA’’, SQUADERNA CENTO INTERVENTI DI ALTRETTANTI TESTIMONIAL, TRANNE QUELLO INNOCUO E DEL TUTTO PERSONALE DI GIOVANNI VALENTINI, EX DIRETTORE DELL’ESPRESSO - LE SUE CRITICHE, MANIFESTATE SUL "FATTO QUOTIDIANO" SULL’OPERAZIONE “STAMPUBBLICA” E POI NEL SUO LIBRO SULLA PRESA DI POSSESSO DEL GIORNALE DA PARTE DI ELKANN, GLI VALGONO L’OSTRACISMO E LA DAMNATIO MEMORIAE – IL TESTO CENSURATO…