DELIRIO ELSA-POPPIN - LA FORNERO RITORNA A FAR GIRARE LE PALLE AI GIOVANI - DOPO AVER DETTO CHE IL POSTO FISSO NON È UN DIRITTO E CHE I PISCHELLI SONO “CHOOSY”, ORA VANEGGIA SUI “FIGLI VIZIATELLI TROPPO ABITUATI A CERCARE VIE DORATE E CHE ALLA FINE TROVANO SOLO PEZZI E BOCCONI” - SOLO MAMMA FORNERO SA COME SI FA A TROVARE PER I FIGLI UNA CATTEDRA ALL'UNIVERSITÀ DI TORINO E UN LAVORO IN UNA FONDAZIONE FINANZIATA DA BANCA INTESA…


Da "il Giornale"

Volano epiteti e insulti. A raffica. In prima linea, sempre e comunque, il ministro del Welfare Elsa Fornero che, oltre a non soffrire i giornalisti e, più in generale, gli organi di stampa, se la prende ogni due per tre con i giovani. Non a caso, dai liceali agli universitari, quando riempiono le piazze per protestare contro il governo Monti, il bersaglio numero uno è la titolare del Lavoro.

ELSA FORNERO IN LACRIME
Silvia Deaglio - FIGLIA DI ELSA FORNERO

"Ci sono anche figli un po' viziatelli, troppo abituati a cercare vie dorate, ma sono anche quelli che quando vanno a cercare un lavoro, trovano solo pezzi e bocconi di lavoro", ha detto ieri la Fornero intervenendo alla presentazione del libro Contro i papà di Antonio Polito. All'inizio dell'incarico al ministero del Welfare, la Fornero si era buttata nella riforma del mercato del lavoro e aveva intrapreso una sacrosanta crociata contro l'articolo 18 e contro l'immobilismo voluto, per decenni, dai sindacati e dalla sinistra radicale.

Già le celebri frasi "il posto fisso non è un diritto" e "il posto fisso è una pura illusione", ampiamente sostenute dal premier Mario Monti, hanno aperto un lungo contenzioso tra la Fornero e i giovani. "Chi sono oggi i precari?", si è chiesta ieri la Fornero per poi darsi, a stretto giro, una risposta: "Magari sono anche questi figli di papà che hanno preso pezzi e bocconi del mercato del lavoro".

ELSA FORNERO E MARIO DEAGLIO AL FORUM DELLA CONFCOMMERCIO A CERNOBBIO

Il ministro ha, tuttavia, lanciato un avvertimento affinché i media e l'opinione pubblica non generalizzino dal momento che i giovani sono diversi e "non si può parlare di loro come un tutt'uno". "Se c'è una cosa rispetto alla quale credo di non avere problemi con la mia coscienza - ha concluso il ministro del Welfare - è il lavoro fatto per contrastare il precariato".