DIES ILVA - L’EX ARCIVESCOVO DI TARANTO E’ UN UOMO DISTRUTTO: “HANNO MESSO LA MIA FACCIA ACCANTO A QUELLE DI BERSANI E BERLUSCONI” - MONSIGNOR BENIGNO PAPA COINVOLTO NELL’INCHIESTA: “CERTO CHE HO PRESO I SOLDI DA EMILIO RIVA, 10MILA A PASQUA E A NATALE, SEMPRE IN CONTANTI, TUTTI GLI ANNI. OFFERTE, NON TANGENTI” - “L’ULTIMA VOLTA ARCHINA’ MI DIEDE UN ASSEGNO” - RESPINGE LA TESI CHE QUELLA BUSTA SIA FINITA AL CONSULENTE DEI PM…


Fabrizio Caccia per il Corriere della Sera

«Sì che li ho presi, i soldi dall'Ilva. Una volta fu lo stesso Emilio Riva, il patron, che alla fine del precetto pasquale, in fabbrica, si avvicinò porgendomi la busta: Eccellenza, per il suo disturbo... C'erano dentro diecimila euro in contanti. Ma era un'offerta, non una tangente! I Riva sono molto religiosi». Un'offerta a Pasqua e un'altra a Natale, tutti gli anni con puntualità. Per parlare con monsignor Benigno Papa, 77 anni, l'ex arcivescovo di Taranto oggi in pensione, bisogna suonare al citofono delle suore della Casa di San Paolo, a Martinafranca. L'ex arcivescovo è «persona informata sui fatti», i pm che indagano sul presunto disastro ambientale l'hanno interrogato per due ore e mezza davanti al Gip.

FABIO RIVA E GIROLAMO ARCHINA
ARCIVESCOVO BENIGNO PAPA

I magistrati volevano sapere da lui se il 26 marzo 2010 ricevette effettivamente una busta con 10 mila euro da Girolamo Archinà, lo spicciafaccende dell'Ilva ora in galera. O se invece quella busta, come sospettano i pm, fu consegnata quel giorno dallo stesso Archinà in un autogrill a Lorenzo Liberti, all'epoca consulente della Procura. Non un'offerta, dunque, ma una tangente per «aggiustare» una perizia: «Io purtroppo non ricordo se quel 26 marzo incontrai o meno Archinà, però di sicuro quei soldi li ho ricevuti. Archinà me li ha sempre dati in contanti, solo l'anno scorso è venuto da me con un assegno. Mi ha detto scherzando: Sospettano di noi...».

Don Benigno, però, non si è pentito: «Era solo beneficenza! Noi non ci siamo venduti, la Curia non è stata mai comprata perché tacesse. Il settimanale della diocesi, Nuovo Dialogo, diretto da don Emanuele Ferro (nomen omen, ndr) ha condotto per anni inchieste sui problemi dell'acciaieria e le morti sul lavoro, sapeste le pressioni dal mondo politico eppure ho anche fatto dei sacrifici economici perché il giornale continuasse a uscire. Potevo chiedere ai Riva di finanziarlo loro, vi assicuro che l'avrebbero fatto volentieri. Archinà lo chiamava: "Quel tazebao comunista..."».

Giorni fa la sua foto è uscita sui giornali: «Hanno messo la mia faccia accanto a quelle di Bersani e Berlusconi per i soldi versati dal gruppo siderurgico a Pd e Pdl. Ma io non ho mai ricevuto, com'è stato scritto, un assegno da 365 mila euro: nel 2008 mandai una lettera a Emilio Riva per chiedergli di restaurare la Chiesa dei cappellani dell'Ilva, a Tamburi. L'azienda pagò maestranze e materiali.

EMILIO RIVA - ILVA
BERLUSCONI BERSANI

Non un euro però finì alla Curia». Insomma, l'anziano prelato non si rimprovera niente, o quasi: «L'unico vero peccato d'omissione è stato quello di non aver fustigato a dovere la classe politica tarantina affinché vigilasse. Noi purtroppo fino al 2006, quando fu istituita l'Arpa, non sapevamo nulla dell'inquinamento.

Ma l'Ilva non è il diavolo, l'Ilva a Taranto ha dato anche tanto lavoro. Certo, fu forse un'imprudenza assegnare il premio Cataldus d'argento a Girolamo Archinà come volontario dell'anno. Ma io ero solo un vescovo, non un giustiziere». Dal 5 gennaio scorso monsignor Papa è in pensione. Il nuovo arcivescovo di Taranto, Filippo Santoro, per evitare malintesi è stato chiaro: «Mai più offerte dall'Ilva». Né a Pasqua né a Natale. Amen.