DIVO E REDIVIVO - LA LETTERA CHE ANDREOTTI HA INVIATO A ‘DAGOSPIA’ PER SMENITIRE LE VOCI SU UN SUO RICOVERO TRASUDA DI QUEL CINICO FATALISMO ROMANO CHE HA CARATTERIZZATO LA SUA ESISTENZA PUBBLICA - LA TAC LINGUISTICA DI BARTEZZAGHI: “E’ LA SUA TIPICA, INCONFONDIBILE, OSCILLAZIONE FRA IL SOLENNE E IL POPOLANO: ANCHE NEGLI ANNI DI MASSIMA POTENZA PAREVA DI AVVERTIRE UN SENTORE DI ROMANESCO ANCHE NELLE SUE DICHIARAZIONI PIÙ SOLENNI”…

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Stefano Bartezzaghi per "l'Espresso"

GIULIO ANDREOTTIGIULIO ANDREOTTI

I politici di razza hanno rapporti peculiari con il cambiamento. A volte sembrano gli ultimi ad accorgersene, a volte sono già lì, e ci aspettano al varco. Era difficile aspettarsi, per esempio, che per smentire certe voci sulla propria salute Giulio Andreotti scegliesse il canale di Dagospia. Ma è proprio lì che si è letto un suo comunicato: "In questi giorni mi giungono voci insistenti su un mio ricovero per aggravamento di salute. Capisco che molti attendono un mio passaggio a "miglior vita", ma io non ho...fretta e ringrazio tutti coloro a cui sta a cuore la mia salute e in particolare il Signore per l'ulteriore...proroga".

Andreotti dunque sa di Dagospia, ma non ritiene di variare il suo abituale modo di scrivere per il solo fatto di essere su Internet. Impossibile non notare l'uso ad abundantiam dei punti di sospensione in funzione ironica, uso che di recente si è riscontrato solo nelle rispettive prose di Francesco Cossiga e di Vasco Rossi (il quale, a proposito di cambiamenti, è peraltro l'autore della canzone di Patty Pravo che diceva: "La cambio io la vita che / non ce la fa a cambiare me" e si intitolava "Dimmi che non vuoi morire").

dagodago

Oltre a questi: riferimenti vuoti a "quanti", "molti" e "tutti coloro"; virgolette all'espressione "miglior vita"; allusioni a credenze popolari (le voci sulla morte che allungano la vita); il Signore disinvoltamente evocato in un gruppo indeterminato di amici accorati...

E' la sua tipica, inconfondibile, oscillazione fra il solenne e il popolano: negli anni di massima potenza pareva di avvertire un sentore di romanesco anche nelle sue dichiarazioni più solenni e, al contrario, nessuna sua battuta appariva davvero innocente e terra terra. "Senza fretta", "tirare a campare", allungando ancora "l'ulteriore proroga" con l'aggiungere tra aggettivo e nome i tre punti che equivalgono ala cifra di un'intera esistenza pubblica: la sospensione.


Lettera di Giulio Andreotti a Dagospia
"In questi giorni mi giungono voci insistenti su un mio ricovero per aggravamento di salute. Capisco che molti attendono un mio passaggio a "miglior vita", ma io non ho...fretta e ringrazio tutti coloro ai quali sta a cuore la mia salute e in particolare il signore per l'ulteriore ...proroga"...

 

 

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