DRAMMA QUIRINALE – FORZA ITALIA E NCD SPACCATI DA MATTARELLA – CONFALONIERI AL CAVALIERE: “NON POSSIAMO RITROVARCI CON UN PREMIER E UN PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA CONTRO” – FITTO: “SILVIO E ANGELINO FANNO GIÀ A GARA PER CHI TORNERÀ PER PRIMO SU MATTARELLA”

Ma nel pomeriggio Berlusconi prova ad aizzare Alfano: «Renzi ha tradito te e me, se uscirai dal governo, andrà per aria anche la legge elettorale, si torna al voto col proporzionale e noi saremo di nuovo insieme»...

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Carmelo Lopapa per “la Repubblica”

BERLUSCONI E ALFANO AL QUIRINALE FOTO LAPRESSE BERLUSCONI E ALFANO AL QUIRINALE FOTO LAPRESSE

 

Forza Italia e Nuovo centrodestra sono due partiti sul punto di esplodere, alla vigilia dell’elezione del nuovo capo dello Stato. In pieno psicodramma: in serata si contano decine di parlamentari pronti a disertare la linea e votare da domani Sergio Mattarella. La gran parte dei fedeli a Fitto, tra i forzisti; almeno una ventina di alfaniani, siciliani e non solo, nella squadra Ncd.

 

Silvio Berlusconi e Angelino Alfano decidono di rifiutare l’offerta finale di Renzi, la ritengono un «tradimento» del patto del Nazareno, passa il no a Sergio Mattarella. «Ora vogliamo l’azzeramento totale nel partito e nei gruppi, impensabile che dopo un fallimento politico totale, i cultori del Nazareno ora pretendano di travestirsi da oppositori di Renzi», è la nota al curaro dettata da Raffaele Fitto dopo aver riunito il suo drappello di 36. È il giorno in cui “Silvio e Angelino” tornano ad abbracciarsi, a sognare un futuro politico insieme sulla scia dello strappo, ma col passare delle ore non sono più convinti, temono di restare col cerino in mano, si terranno in contatto tutto quest’oggi.

SILVIO BERLUSCONI E ANGELINO ALFANO SILVIO BERLUSCONI E ANGELINO ALFANO

 

Nulla è davvero deciso. In serata i capannelli in Transatlantico dei loro 217 grandi elettori sono altrettanti piccoli vulcani in ebollizione e nessuno dei parlamentari è disposto a scommettere un euro sulla scheda bianca quando si andrà domattina alla quarta e decisiva votazione.

 

fedele confalonieri.2 fedele confalonieri.2

Palazzo Grazioli in prima mattinata è un porto di mare. Gianni Letta e Fedele Confalonieri (c’è anche lui) sembrano aver convinto il padrone di casa sulla necessità di una scelta in linea con le riforme varate e poi «puoi intestarti l’elezione di un moderato, finalmente non più un ex comunista al Colle». Ma sono gli argomenti del presidente Mediaset a risultare più convincenti: «Non possiamo ritrovarci con un premier e un presidente della Repubblica contro». Verdini, il gran tessitore del patto, è lì ma stavolta tace. Poi arrivano alla spicciolata in tanti. Giovanni Toti e Deborah Bergamini, i capigruppo Romani e Brunetta e sono loro a mostrare al capo gli sms dei colleghi parlamentari in rivolta contro l’imposizione di Mattarella. Berlusconi capisce che non può reggere, «così mi salta per aria il partito ».

 

sergio mattarella e rosy bindi sergio mattarella e rosy bindi

Si fa chiamare Matteo Renzi, gli spiega, è una telefonata dai toni rudi: «Questo è un tradimento, la nostra collaborazione sulle riforme si chiude qui». Quindi, si fa chiamare da Gianni Letta lo stesso Sergio Mattarella. A lui spiega che non c’è alcuna preclusione nei suoi confronti, è solo un problema di metodo. Quel che poi in Transatlantico spiegherà Niccolò Ghedini: «Mattarella è persona pregevole, il problema è Renzi che ce lo ha imposto. Se si fosse seduto con noi dicendo: “Vorremmo lui, facciamolo uscire insieme”, sarebbe stato diverso. Adesso non può esserci alcun ripensamento ».

 

sergio mattarella e romano prodi sergio mattarella e romano prodi

L’ex Cavaliere è furente e tormentato, alle 13 molla tutti, esce da Grazioli e si dilegua per un’ora, «shopping in centro per rilassarmi», fa sapere. Alle 14 vede a tu per tu Alfano, con pochi fidati presenti. Il leader forzista lo sprona: «Renzi ha tradito te e me, se uscirai dal governo, andrà per aria anche la legge elettorale, si torna al voto col proporzionale e noi saremo di nuovo insieme».

 

Semmai dovesse accadere, sembra sia stata la controproposta del ministro dell’Interno, «dovrei essere io e non certo Salvini il candidato premier e leader della coalizione». Poi i due si presentano ai rispettivi gruppi e annunciano la strategia: scheda bianca a oltranza. Ma nel giro di un paio d’ore nell’Ncd scoppia il caos.

 

sergio mattarella e pierferdinando casini sergio mattarella e pierferdinando casini

I governativi, da Giuseppe Castiglione a Luigi Casero, chiedono e ottengono da Alfano una nuova riunione. «Che senso ha non votare un cattolico, moderato, come Mattarella?», lo incalzano loro e tanti altri, preannunciando il voto per il giudice costituzionale. Dalla De Girolamo a Schifani, tanti sono sull’altra linea. Alfano sembra aver fatto la sua scelta: «È un problema di prospettiva politica, Renzi ha fatto la sua scelta. Elegge il presidente con altri e per noi si consuma un passaggio importante per la costruzione di una nuova alleanza. Se avessimo accettato, saremmo diventati un cespuglio del Pd».

 

Alle 19, stesso caos, al cubo, dentro Forza Italia. Toti è circondato da capannelli di dubbiosi e incerti. Berlusconi è costretto a rientrare a Milano, il Tribunale di Sorveglianza non lo autorizza a restare a Roma. A tarda ora Fitto a cena coi suoi lancia il suo pronostico: «Silvio e Angelino fanno già a gara per chi tornerà per primo su Mattarella».

 

 

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