IL DUCETTO IMPONE IL NOME AD ALFANO IN SICILIA - E’ IL RETTORE DI PALERMO MICARI, UOMO DI LEOLUCA ORLANDO - INSORGONO LA SINISTRA E CROCETTA. POSSIBILE SABOTAGGIO AL MOMENTO DEL VOTO DEI DELUSI DI AP - CASINI PURE DALL’ALTRA PARTE: BERLUSCONI VUOLE ARMAO AL POSTO DI MUSUMECI. MA QUALCUNO ANCORA PENSA ALLA PRESTIGIACOMO

-

Condividi questo articolo


 

1. ANGELINO SI GARANTISCE IL “POSTO FISSO” ALLE POLITICHE

Emanuele Lauria per la Repubblica

 

ALFANO RENZI ALFANO RENZI

È stata la telefonata del disgelo fra Matteo Renzi e Alfano, lunedì pomeriggio, a sbloccare l' impasse siciliana: il segretario del Pd ha finalmente trovato con il leader di Alternativa popolare, da due mesi in bilico fra centrodestra e centrosinistra, l' accordo in vista delle Regionali isolane del 5 novembre.

 

Ma, soprattutto, ha fatto cadere le pregiudiziali dei centristi su una candidatura "civica": il primo nome che ha fatto Renzi è quello del rettore di Palermo Fabrizio Micari, la figura gradita al sindaco Leoluca Orlando, personaggio-chiave dell' intera operazione.

fabrizio micari fabrizio micari

 

Pur non avendo dato ancora un formale via libera, Alfano è pronto ad accettare le indicazioni del Nazareno per Palazzo d' Orleans: soprattutto in ossequio a un patto per le successive Politiche che vale una trentina di seggi. E probabilmente la sopravvivenza di Ap.

 

LEOLUCA ORLANDO LEOLUCA ORLANDO

Il ministro degli Esteri si tiene qualche carta di riserva per la competizione isolana - una è rappresentata dal manager di St Microelectronics Carmelo Papa - ma ad emergere con forza in queste ore è la nomination di Micari, un ingegnere che guida l' Ateneo palermitano dal 2015, sul quale Orlando ha deciso di puntare dopo il no del presidente del Senato Pietro Grasso. Una soluzione che Renzi ha sponsorizzato anche per evitare di dare un eccessivo peso politico alla partita siciliana, dopo aver convinto alcuni esponenti di spicco del partito - fra cui il sottosegretario Davide Faraone - a fare un passo indietro.

CROCETTA CROCETTA

 

Il tutto in nome di un "campo largo" - dalla sinistra ad Ap - che ha trionfato alle Comunali di Palermo ma che nell' occasione ancora non c' è. Perché Sinistra italiana mette sotto accusa il «patto scellerato» fra Pd e Ap, notifica che «non ci sono le condizioni per un' intesa con i dem» e si prepara a lanciare un' altra candidatura. Più morbidi i bersaniani di Mdp che sono critici ma non interrompono il dialogo. Tocca a Orlando, ora, recuperare il dissenso.

 

«Si va avanti», dice il segretario regionale dei dem, Fausto Raciti. Rimane pure il nodo Crocetta: il governatore uscente ha annunciato la propria ricandidatura e non ha alcuna intenzione di ritirarsi se non si faranno le primarie.

giampiero dalia giampiero dalia

 

Sull fronte del centrodestra, Silvio Berlusconi continua a dire no a Nello Musumeci, l' ex An appoggiato da Giorgia Meloni. L' ex Cavaliere ha ribadito questa posizione, ieri ad Arcore, al commissario di Fi Gianfranco Micciché. Resta in campo la candidatura dell' avvocato Gaetano Armao, che però trova la perplessità di una buona fetta del partito siciliano. Berlusconi ha comunque fatto sapere di voler salvaguardare l' unità della coalizione, soprattutto in vista delle Politiche, e che fra oggi e domani parlerà con Meloni. E in casa forzista c' è chi sussurra ancora il nome dell' ex ministro Stefania Prestigiacomo.

 

2. IL CAV PRENDE TEMPO. MUSUMECI NON LO CONVINCE

Giuseppe Alberto Falci per il ‘Corriere della Sera’

 

Berlusconi e Meloni Berlusconi e Meloni

Sembrava dovesse essere il giorno del nome del candidato del centrodestra per la corsa alla guida della Regione Sicilia. Invece, dopo due ore di faccia a faccia fra Silvio Berlusconi e il coordinatore siciliano di FI Gianfranco Micciché, si riparte dai nastri partenza perché - annota il siciliano - «l' impegno è salvaguardare l' alleanza con Giorgia Meloni e Matteo Salvini».

 

Gianfranco Micciche Grande Sud Gianfranco Micciche Grande Sud

Arcore, tarda serata di ieri. Micciché varca il cancello di villa San Martino attorno alle 18.30 per sciogliere il nodo relativo alla candidatura. «Nello Musumeci o Gaetano Armao?», è il dilemma che accompagna da giorni il torrido Ferragosto degli azzurri. In cuor suo l' ex Cavaliere avrebbe deciso di puntare su Armao, docente universitario e leader del cartello «Siciliani indignati».

 

NELLO MUSUMECI NELLO MUSUMECI

Raccontano che il leader di FI non avrebbe digerito alcune prese di posizioni dell' ex An Musumeci e non avrebbe alcuna intenzione di tornare sui suoi passi. Dall' altra parte del tavolo Micciché avrebbe cercato di convincere Berlusconi: «Presidente, proviamo per l' ultima volta a tenere insieme la coalizione. Qui rischiamo di far saltare il gruppo all' Ars e di rompere con Salvini e Meloni».

 

ARMAO ARMAO

Alla fine si decide di prendere ancora tempo per evitare fratture con gli alleati. Filtra infatti da Arcore che «qualunque decisione verrà presa solo dopo un accordo con i tre leader del centrodestra». Ma, confida un alto dirigente azzurro, «è solo tattica: Berlusconi ha bocciato Musumeci e deciso che il suo candidato è Armao».

 

Nel frattempo qualcosa si muove nel centrosinistra. Con una telefonata fra Matteo Renzi e Angelino Alfano si sarebbe fatto un importante passo in avanti verso l' accordo fra Ap e Pd. Il nome in pole position per la sintesi fra alfaniani e democratici sarebbe quello del «civico» Fabrizio Micari, attuale rettore dell' Università di Palermo. Profilo gradito al sindaco Leoluca Orlando. Articolo 1-Mdp si esprime a favore di un profilo civico ma, afferma con una nota, è necessario «evitare di piegare la Sicilia e le sue emergenze a scambi politici tra il Pd di Renzi e Ap di Alfano».

stefania prestigiacomo stefania prestigiacomo

 

Quest' ultima però fa filtrare che l' accordo ancora non è stato stilato e che è tutte le strade sono ancora aperte, anche quella di un candidato di stampo centrista come l' europarlamentare Giovanni La Via o il deputato Gianpiero D' Alia. Anche se ormai, fanno sapere fonti centriste, mancherebbero solo i dettagli per firmare l' intesa. «I colloqui continuano, ma allo stato attuale l' accordo col Pd non è chiuso», mette a verbale il coordinatore di Ap in Sicilia Giuseppe Castiglione.

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT L’INTELLIGENCE DI USA E IRAN HANNO UN PROBLEMA: NETANYAHU - L'OPERAZIONE “TERRORISTICA” CON CUI IL MOSSAD HA ELIMINATO IL GENERALE DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE IRANIANE NELL'AMBASCIATA IRANIANA A DAMASCO E LA SUCCESSIVA TENSIONE CON TEHERAN NON È SPUNTATA PER CASO: È SERVITA AL PREMIER ISRAELIANO A "OSCURARE" TEMPORANEAMENTE LA MATTANZA NELLA STRISCIA DI GAZA, CHE TANTO HA DANNEGGIATO L'IMMAGINE DI ISRAELE IN MEZZO MONDO - NETANYAHU HA UN FUTURO POLITICO (ED EVITA LA GALERA) SOLO FINCHÉ LA GUERRA E LO STATO D'ALLARME PROSEGUONO...

DAGOREPORT – BIDEN HA DATO ORDINE ALL'INTELLIGENCE DELLA CIA CHE LA GUERRA IN UCRAINA DEVE FINIRE ENTRO AGOSTO, DI SICURO PRIMA DEL 5 NOVEMBRE, DATA DEL VOTO PRESIDENZIALE AMERICANO - LO SCENARIO E' QUESTO: L’ARMATA RUSSA AVANZERÀ ULTERIORMENTE IN TERRITORIO UCRAINO, IL CONGRESSO USA APPROVERÀ GLI AIUTI MILITARI A KIEV, QUINDI PUTIN IMPORRÀ DI FARE UN PASSO INDIETRO. APPARECCHIATA LA TREGUA, FUORI ZELENSKY CON NUOVE ELEZIONI (PUTIN NON LO VUOLE AL TAVOLO DELLA PACE), RESTERA' DA SCIOGLIERE IL NODO DELL'UCRAINA NELLA NATO, INACCETTABILE PER MOSCA – NON SOLO 55 MILA MORTI E CRISI ECONOMICA: PUTIN VUOLE CHIUDERE PRESTO IL CONFLITTO, PER NON DIVENTARE UN VASSALLO DI XI JINPING... 

FLASH! - FACILE FARE I PATRIOTI CON LE CHIAPPE ALTRUI – INDOVINATE CHE AUTO GUIDA ADOLFO URSO, IL MINISTRO CHE PER DIFENDERE L'ITALIANITÀ HA “COSTRETTO” ALFA ROMEO A CAMBIARE NOME DA “MILANO” A “JUNIOR”? UN PRODOTTO DELL’INDUSTRIA MADE IN ITALY? MACCHÉ: NELLA SUA DICHIARAZIONE PATRIMONIALE, SPUNTANO UNA VOLKSWAGEN T-CROSS E UNA MENO RECENTE (MA SOSTENIBILE) TOYOTA DI INIZIO MILLENNIO. VEDIAMO IL LATO POSITIVO: ALMENO NON SONO DEL MARCHIO CINESE DONFGENG, A CUI VUOLE SPALANCARE LE PORTE...

DAGOREPORT – ANCHE I DRAGHI, OGNI TANTO, COMMETTONO UN ERRORE. SBAGLIÒ NEL 2022 CON LA CIECA CORSA AL COLLE, E SBAGLIA OGGI A DARE FIN TROPPO ADITO, CON LE USCITE PUBBLICHE, ALLE CONTINUE VOCI CHE LO DANNO IN CORSA PER LA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE EUROPEA - CHIAMATO DA URSULA PER REALIZZARE UN DOSSIER SULLA COMPETITIVITÀ DELL’UNIONE EUROPEA, IL COMPITO DI ILLUSTRARLO TOCCAVA A LEI. “MARIOPIO” INVECE NON HA RESISTITO ALLE SIRENE DEI MEDIA, CHE TANTO LO INCENSANO, ED È SALITO IN CATTEDRA SQUADERNANDO I DIFETTI DELL’UNIONE E LE NECESSARIE RIFORME, OFFRENDOSI COME L'UOMO SALVA-EUROPA - UN GRAVE ERRORE DI OPPORTUNITÀ POLITICA (LO STESSO MACRON NON L’HA PRESA BENE) - IL DESTINO DI DRAGHI È NELLE MANI DI MACRON, SCHOLZ E TUSK. SE DOPO IL 9 GIUGNO...