UN, DUE, TRE, GRILLINO – MAI SOTTOVALUTARE LA FORZA INTERCLASSISTA DELLA TV PER PUNTARE SUL WEB – INTERNET È ESTRANEO A LARGHE FETTE DELL’ELETTORATO E IL BLOG DI GRILLO È DIVENTATO UNO STRUMENTO VERTICISTICO E INQUISITORIO

Anche Travaglio e Paragone hanno rinfacciato a Grillo il ripudio della televisione, strumento di propaganda sottovalutato. Eppure, alla vigilia delle Europee, il comico genovese andò addirittura da Bruno Vespa con il quale si fece un selfie. Ma già a luglio si dichiarò pentito di quella scelta…

Condividi questo articolo


Maurizio Caverzan per “il Giornale

 

Beppe grillo a palermo Beppe grillo a palermo

Avesse un'anima, la televisione, adesso godrebbe alla grande. Quell'ingrato di Beppe Grillo; ben gli sta. Deve tutto a me, si può dire senza esagerare che l'ho inventato io, e lui cosa fa? Mi cancella, mi disconosce.

 

Mai più in televisione, non andremo mai in quei salotti servi del potere. La televisione fa male, la televisione è marcia... Se l'è voluta. Lui e la sua Rete scritta con la maiuscola. Si sa cosa dicono i proverbi cinesi: mettiti in riva al fiume e aspetta che passi il cadavere dei tuoi nemici... Ha commesso tanti errori lo Sciamano pentastellato che doveva ribaltare il Paese come un calzino, che aveva intimato «arrendetevi!» ai politici e promesso di aprire il Parlamento come una scatola di tonno.

marco travaglio marco travaglio

 

Ma il principale, quello che alla lunga l'ha logorato e che ora tanti osservatori, anche quelli più simpatetici come Marco Travaglio e Gianluigi Paragone, gli rinfacciano, è il ripudio della televisione. Strafalcione gigantesco per un uomo di comunicazione. Grave miopia sottovalutare il Quinto potere, la sua forza tranquilla e, nel tempo, vincente. Già, il tempo: altro fattore calcolato male. Secondo le previsioni di Gianroberto Casaleggio, il web avrebbe dovuto rapidissimamente sostituire il piccolo schermo. Noi abbiamo la Rete, predicava lo Sciamano. E vietava ai suoi di partecipare ai talk show per soddisfare il loro «punto G», espellendo i trasgressori come Federica Salsi e Giovanni Favia.

 

Tra le tante cose che l'ex spalla di Baudo voleva riformare c'erano il sistema di comunicazione con gli elettori e l'informazione politica. I giornalisti, i conduttori tv erano feccia. Non c'era adunata di piazza in cui i «vaffa» planetari non comportassero maltrattamenti di qualche troupe di telegiornali pubblici e privati, soprattutto pubblici.

 

Gianluigi PARAGONE Gianluigi PARAGONE

Noi abbiamo il Blog. Il web è democrazia vera, pura, affidabile. Il Sesto potere era pronto a mandare in soffitta il Quinto. Salvo poi accorgersi che internet restava una tecnologia classista, estranea a larghe fette di popolazione, alla provincia profonda, agli anziani.

 

Le consultazioni interne M5S, le primarie per le candidature erano dei flop. In piena campagna per l'elezione del capo dello Stato, quando non si parlava d'altro, alle Quirinarie votarono 28mila persone. E tanto per smentire l'attendibilità della procedura, Milena Gabanelli e Gino Strada, i primi due classificati, rinunciavano lasciando campo libero a Stefano Rodotà (4.677 voti). Poco alla volta, da strumento costruttivo, il Blog diventava verticistico e inquisitorio, un bollettino d'intimidazioni del dissenso.

 

VESPA GRILLO INVERTITI TWITTER VESPA GRILLO INVERTITI TWITTER

La rubrica più letta era «Il Giornalista del giorno», inaugurata nel dicembre 2013 con Maria Novella Oppo dell' Unità , prima di una lista nera che includerà Michele Santoro, un tempo suo sponsor.

 

La nuova frontiera era la «disintermediazione», la scelta di bypassare i conduttori e parlare direttamente al popolo. Come? Con lo streaming , la divulgazione senza mediazioni degli eventi prescelti. Ma la strategia restava incerta e le situazioni più problematiche - contestazioni interne, assemblee per le epurazioni - sfuggivano alla presa diretta. Per riformare l'informazione Rai, Grillo aveva preteso la presidenza della commissione di Vigilanza, il più antico e inutile organismo di controllo della politica. Come portavoce dei gruppi parlamentari, invece, era stato scelto Rocco Casalino, un ex concorrente del «Grande Fratello», e già questo emanava un sentore di nemesi.

SELFIE A PORTA A PORTA GRILLO VESPA SELFIE A PORTA A PORTA GRILLO VESPA

 

Che divenne ancora più forte quando, dopo un timido riavvicinamento alla ripudiata «televisiùn» (intervista a Mentana), alla vigilia delle Europee sorrise in camicia bianca nel selfie con Bruno Vespa. Per poi compiere un altro dietrofront. Andare in tv «è stato un errore. La televisione non consente di approfondire, è il contrario della strategia comunicativa del M5S», si pentì in luglio. Chissà se ora, dopo la resa, tornerà a prendere a mazzate i computer come faceva nella sua prima vita, a teatro?

SELFIE A PORTA A PORTA GRILLO VESPA SELFIE A PORTA A PORTA GRILLO VESPA

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT L’INTELLIGENCE DI USA E IRAN HANNO UN PROBLEMA: NETANYAHU - L'OPERAZIONE “TERRORISTICA” CON CUI IL MOSSAD HA ELIMINATO IL GENERALE DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE IRANIANE NELL'AMBASCIATA IRANIANA A DAMASCO E LA SUCCESSIVA TENSIONE CON TEHERAN NON È SPUNTATA PER CASO: È SERVITA AL PREMIER ISRAELIANO A "OSCURARE" TEMPORANEAMENTE LA MATTANZA NELLA STRISCIA DI GAZA, CHE TANTO HA DANNEGGIATO L'IMMAGINE DI ISRAELE IN MEZZO MONDO - NETANYAHU HA UN FUTURO POLITICO (ED EVITA LA GALERA) SOLO FINCHÉ LA GUERRA E LO STATO D'ALLARME PROSEGUONO...

DAGOREPORT – BIDEN HA DATO ORDINE ALL'INTELLIGENCE DELLA CIA CHE LA GUERRA IN UCRAINA DEVE FINIRE ENTRO AGOSTO, DI SICURO PRIMA DEL 5 NOVEMBRE, DATA DEL VOTO PRESIDENZIALE AMERICANO - LO SCENARIO E' QUESTO: L’ARMATA RUSSA AVANZERÀ ULTERIORMENTE IN TERRITORIO UCRAINO, IL CONGRESSO USA APPROVERÀ GLI AIUTI MILITARI A KIEV, QUINDI PUTIN IMPORRÀ DI FARE UN PASSO INDIETRO. APPARECCHIATA LA TREGUA, FUORI ZELENSKY CON NUOVE ELEZIONI (PUTIN NON LO VUOLE AL TAVOLO DELLA PACE), RESTERA' DA SCIOGLIERE IL NODO DELL'UCRAINA NELLA NATO, INACCETTABILE PER MOSCA – NON SOLO 55 MILA MORTI E CRISI ECONOMICA: PUTIN VUOLE CHIUDERE PRESTO IL CONFLITTO, PER NON DIVENTARE UN VASSALLO DI XI JINPING... 

FLASH! - FACILE FARE I PATRIOTI CON LE CHIAPPE ALTRUI – INDOVINATE CHE AUTO GUIDA ADOLFO URSO, IL MINISTRO CHE PER DIFENDERE L'ITALIANITÀ HA “COSTRETTO” ALFA ROMEO A CAMBIARE NOME DA “MILANO” A “JUNIOR”? UN PRODOTTO DELL’INDUSTRIA MADE IN ITALY? MACCHÉ: NELLA SUA DICHIARAZIONE PATRIMONIALE, SPUNTANO UNA VOLKSWAGEN T-CROSS E UNA MENO RECENTE (MA SOSTENIBILE) TOYOTA DI INIZIO MILLENNIO. VEDIAMO IL LATO POSITIVO: ALMENO NON SONO DEL MARCHIO CINESE DONFGENG, A CUI VUOLE SPALANCARE LE PORTE...

DAGOREPORT – ANCHE I DRAGHI, OGNI TANTO, COMMETTONO UN ERRORE. SBAGLIÒ NEL 2022 CON LA CIECA CORSA AL COLLE, E SBAGLIA OGGI A DARE FIN TROPPO ADITO, CON LE USCITE PUBBLICHE, ALLE CONTINUE VOCI CHE LO DANNO IN CORSA PER LA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE EUROPEA - CHIAMATO DA URSULA PER REALIZZARE UN DOSSIER SULLA COMPETITIVITÀ DELL’UNIONE EUROPEA, IL COMPITO DI ILLUSTRARLO TOCCAVA A LEI. “MARIOPIO” INVECE NON HA RESISTITO ALLE SIRENE DEI MEDIA, CHE TANTO LO INCENSANO, ED È SALITO IN CATTEDRA SQUADERNANDO I DIFETTI DELL’UNIONE E LE NECESSARIE RIFORME, OFFRENDOSI COME L'UOMO SALVA-EUROPA - UN GRAVE ERRORE DI OPPORTUNITÀ POLITICA (LO STESSO MACRON NON L’HA PRESA BENE) - IL DESTINO DI DRAGHI È NELLE MANI DI MACRON, SCHOLZ E TUSK. SE DOPO IL 9 GIUGNO...