1. LA DURISSIMA BATTAGLIA PER LA CASA BIANCA È COMINCIATA. SUL RING OBAMA E HILLARY 2. COSA HA SPINTO HILLARY A SFERRARE IL PRIMO ATTACCO, IN PIENO AGOSTO, CONTRO LA DEBOLEZZA DELLA POLITICA ESTERA DI OBAMA (“NON BASTA DIRE CHE BISOGNA EVITARE DI FARE STUPIDAGGINI. LE GRANDI NAZIONI DEBBONO RISPONDERE A PRINCIPI FONDAMENTALI”), ATTIRANDOSI UNA REPLICA AL VETRIOLO (“HORSESHIT”, MERDA DI CAVALLO, STRONZATE)? 2. LA RISPOSTA È SEMPLICE: IL NERVOSISMO DI CHI NON HA RICEVUTO NESSUNA GARANZIA DI ESSERE LA CANDIDATA DI OBAMA NELLE PROSSIME PRESIDENZIALI. NESSUNA GARANZIA CHE IL PRESIDENTE, ANZI, NON SOSTENGA UN’ALTRA DONNA, MAGARI PIÙ DI SINISTRA, COME LA WARREN 3. HILLARY FIRMA L'ARMISTIZIO MA LANCIA IL MESSAGGIO-CHIAVE A OBAMA: “SE NON MI APPOGGI, NON CREDERE CHE IO STIA DUE ANNI CON LE MANI IN MANO A SCODINZOLARE DIETRO ALLA TUA PRESIDENZA, DISAPPROVATA DALLA MAGGIORANZA DEGLI AMERICANI”

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Esclusiva da Washington per Dagospia

 

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Non si amano. La pace tra loro è sempre stata ‘patriottica’ e di partito, più che di intesa vera. L’uscita di Hillary Clinton dalla Segreteria di Stato dopo il primo mandato di Obama, i suoi problemi di salute, l’uscita del libro ‘Hard Choices’, il lancio potente ma informale dei suoi Comitati elettorali: tutto lasciava intendere che nessuna mossa della prima donna presidenziabile della storia degli Stati Uniti si sarebbe vista prima delle elezioni di midterm nel prossimo autunno.

 

barack obama e hillary clinton barack obama e hillary clinton

Cosa ha spinto dunque Hillary a sferrare il primo attacco, in pieno agosto, contro la debolezza della politica estera di Barack Obama (“Non basta dire che bisogna evitare di fare stupidaggini. Le grandi nazioni debbono rispondere a principi fondamentali”), attirandosi una replica al vetriolo (“horseshit”, merda di cavallo) da parte di una fonte della Casa Bianca?

barack obama hillary e bill clinton 1 barack obama hillary e bill clinton 1

 

Perché il formidabile squadrone dei suoi consiglieri strategici l’ha spinta a distinguersi ora, nel mezzo della crisi irakena, senza aspettare la prova delle prossime elezioni, non facili per l’Amministrazione in carica, e prima di lanciare la sua candidatura, tra quattro o cinque mesi?

 

La risposta è semplice: il nervosismo di chi non ha ricevuto e non riceve dal Presidente nessuna garanzia. Nessuna garanzia di essere la candidata undisputed nelle prossime Presidenziali. Nessuna garanzia di essere la candidata di Obama. Nessuna garanzia che il Presidente, anzi, non sostenga - apertamente, o di fatto - un’altra donna, magari più di sinistra, come Elizabeth Warren. Aizzato, come in altre occasioni, dalla First Lady Michelle.

 

bill e hillary clinton con barack obama bill e hillary clinton con barack obama

Dopo lo sconcerto, la mezza frenata: “Nessuna polemica”; “Il Presidente ha apprezzato la telefonata di chiarimento”.

E un armistizio con abbraccio è stato sancito alla vigilia di Ferragosto alla cena di un grande sostenitore del Partito Democratico, Vernon Jordan, nell’esclusivo Farm Neck Golf Club nell’isola di Martha’s Vineyard, al largo di Boston.

ROBERT GATES CON OBAMA E HILLARY CLINTON ROBERT GATES CON OBAMA E HILLARY CLINTON

 

Davanti a un pezzo di establishment Democrat milionario, si celebrava il compleanno di Ann, la moglie di Vernon, e si giocava più in casa di Hillary, che di Barack. Entrambe le coppie sono in vacanza sull’isola. Hillary ha firmato copie del suo libro al Bunch of Grapes Bookstore di Vineyard Haven. Al ricevimento hanno ballato con i rispettivi sposi, e scherzato con Caroline Kennedy, il capo di American Express Ken Chenault e Susan Rice, il National Security Adviser.

HILLARY CLINTON E BARACK OBAMA HILLARY CLINTON E BARACK OBAMA

 

Nel merito - ma quanto conta? - hanno avuto torto tutti e due.

 

CATTURA DI BIN LADEN ROBERT GATES IL PRIMO DA DESTRA ACCANTO A HILLARY CATTURA DI BIN LADEN ROBERT GATES IL PRIMO DA DESTRA ACCANTO A HILLARY

Clinton ha buon gioco a denunciare la ritrosia obamiana ad affrontare le crisi che stanno affiorando nel mondo, e che hanno spinto i falchi clintoniani a denunciare che l’America è ormai una Dispensable Nation, una potenza in declino, non più indispensabile, che si ritira dappertutto: specialmente dal Medio Oriente in ebollizione, dove ha sbagliato praticamente ogni mossa (dal sostegno ai Fratelli Musulmani di Morsi al Cairo, sino al fiasco nel conflitto tra Gaza ed Israele).

OBAMA E HILLARY CLINTON OBAMA E HILLARY CLINTON

 

Clinton ha ragione da vendere nel denunciare l’attendismo oscillante di Obama sulla Siria, che ha portato simultaneamente all’arroccamento del dittatore Assad - ormai intoccabile -, alla vittoria diplomatica di Putin - che, assieme all’Iran, ha convinto Assad a smantellare le proprie armi chimiche - e all’avanzata devastante e inaspettata dell’esercito islamista dell’ISIS, padrone di larghe porzioni della Siria e dell’Iraq.

MILIBAND OBAMA HILLARY A BUCKINGHAM PALACE MILIBAND OBAMA HILLARY A BUCKINGHAM PALACE

 

Ma la scelta di tempo di Hillary è stato infelice: poche ore dopo la sua denuncia, Obama ha deciso il suo primo - per quanto ultra-chirurgico - bombardamento umanitario: contro le postazioni ISIS all’inseguimento delle minoranze religiose degli Yazidi (e dei cristiani) scacciate dalle città dove vivevano dalla notte dei tempi.

hillary-obama hillary-obama

 

E fa acqua il suo argomento-clou: Obama non ha voluto armare gli oppositori di Assad, e quindi ha lasciato campo libero a una forza eversiva molto più pericolosa di Al-Qaeda; ormai forte di decine di migliaia di miliziani giunti fino alle porte di Bagdad e della capitale dei filo-occidentali Curdi (Ebril), e presto capace di scagliare terroristi fanatici e ben addestrati - molte centinaia, con passaporti Occidentali - a portare la loro minaccia assassina in Europa e, come “lupi solitari”, in America”.

 

Hillary Clinton e Michelle Obama Hillary Clinton e Michelle Obama

Infatti, che gli aerei d’attacco USA abbiano dovuto bombardare in Iraq carri e lanciamissili in mano all’ISIS, ma forniti proprio dagli americani agli alleati Curdi (di cui le milizie islamiste si sono facilmente impadronite), dimostra che la stessa fine avrebbero fatto le armi USA più sofisticate destinate all’improbabile opposizione “moderata” siriana.

 

HILLARY COL BRACCIO ROTTO E OBAMA HILLARY COL BRACCIO ROTTO E OBAMA

Un’opposizione a suo agio nelle riunioni in eleganti alberghi di Londra, ma inetta nei combattimenti contro i soldati di Assad (e i miliziani Hezbollah), e, a maggior ragione, incapace di resistere agli spietati mozzatori di teste del “Califfato” estremista sunnita, nella lotta per conquistare l’egemonia tra le opposizioni anti-Damasco.

 

Obama e Hillary Obama e Hillary

La conclusione è semplice: Hillary, in assenza di garanzie, ha lanciato il messaggio-chiave a Obama: “Se non mi appoggi, non credere che io stia due anni con le mani in mano a scodinzolare dietro alla tua Presidenza, disapprovata dalla maggioranza degli Americani”.

 

Obama ora dovrà scegliere, ed ha tre alternative:

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1. Promettere un po’, ma lasciare la parola al Partito, nella lunga galoppata, miliardaria e dai molti colpi bassi, delle Primarie in vista del 2018.

 

2. Non promettere nulla, e giocare la carta della “rottamazione” dei Clinton, e del cambio generazionale.

 

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3. Promettere quello che Hillary vuol sentirsi dire, e sostenere la Signora Clinton. Che - oggi - resta il politico più popolare d’America, nettamente in testa in tutti i sondaggi per la Presidenza.

Hillary e Obama Hillary e Obama

 

La corsa è appena iniziata. E l’armistizio siglato nell’isola più ricercata dalle elite americane può durare poco. Anzi, pochissimo; se Obama farà il pesce in barile.

 

 

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