ELEZIONI CON HANDICAP A CINQUE STELLE - UNA QUINDICINA DI PROBABILI ELETTI SONO GIÀ STATI ESPULSI DAL MOVIMENTO PER RIMBORSOPOLI – FARANNO VENIRE MENO I LORO VOTI IN PARLAMENTO PER DI MAIO – UN BEL GRUPPO FATTO DI FURBETTI, MASSONI E PICCHIATORI – TANT’E’ CHE FICO GIA’ DENUNCIA LA MACCHINAZIONE

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1. L' ESERCITO M5S PARTE AZZOPPATO

Gian Maria De Francesco per il Giornale

 

La media degli ultimi sondaggi elettorali, pubblicati fino a venerdì scorso, accreditava il Movimento 5 Stelle di almeno 155 seggi alla Camera e di un' ottantina al Senato. Numeri «virtuali» ai quali bisognerebbe sottrarre la quindicina di nominativi finiti nel tritacarne mediatico per lo scandalo dei mancati versamenti al Fondo per il microcredito, per l' appartenenza a logge massoniche e per presunte violenze tra le mura domestiche e in strada, come nel caso di Dessì.

 

Cristina Belotti con Luigi Di Maio Cristina Belotti con Luigi Di Maio

Tenuto conto della rigidità (in alcuni casi «a targhe alterne») dei grillini, se ne deduce che la truppa dei futuri parlamentari partirà con significative defezioni che, salvo una non improbabile vittoria del centrodestra, potrebbero tornare utili per costituire una maggioranza di larghe intese. Proprio quello che, almeno a parole, M5s vorrebbe evitare. «Abbiamo molta fiducia che il presidente della Corte d' Appello possa non convalidare la proclamazione», ha dichiarato ieri il candidato premier pentastellato, Luigi Di Maio, alla Stampa riferendosi ai mancati rimborsi e aggiungendo che «vorremmo procedere per danno d' immagine anche verso di loro ma se rinunciano alla proclamazione, la chiudiamo qui».

 

Si fa presto a parlare, a minacciare denunce: la verità è un' altra. I «furbetti» del bonifico dai deputati Della Valle, Benedetti, Cariello e Cozzolino a ai senatori Buccarella, Bulgarelli e Martelli. Ripescati, per ora, la senatrice Lezzi e i deputati Scagliusi e Dieni, mentre Giulia Sarti è ancora sub iudice causa denuncia per appropriazione indebita all' ex partner. Storie tristi di bonifici inviati e poi annullati, di ricevute taroccate con Photoshop, ma quel che più conta è che l' espulsione non pregiudica la possibilità di essere eletti e di mettersi al riparo sotto l' insegna di «responsabili».

barani lezzi barani lezzi

 

Ecco perché Roberto Fico, presidente della Vigilanza Rai ed esponente di punta, ha tirato fuori dal vecchio armamentario grillino l' ipotesi del complotto. «Ci hanno truffato, non potevamo sapere», ha dichiarato a Repubblica sottolineando che «la fonte delle Iene ha fatto in modo che questa storia uscisse a liste depositate proprio per metterci in difficoltà».

 

Una situazione analoga anche quella degli espulsi causa iscrizione a loggia massonica, affiliazione vietata dal codex pentastellato. I primi tre casi sono stati quelli di Catello Vitiello (candidato alla Camera nel collegio uninominale Campania 3), Piero Landi (collegio uninominale della Camera a Lucca) e Bruno Azzerboni (collegio uninominale della Camera a Reggio Calabria). Poi è spuntato anche il ferrarese David Zanforlini, candidato nell' uninominale di Ravenna.

 

FICO RIMINI1 FICO RIMINI1

Zanforlini ha precisato di non essere attualmente iscritto (potrebbe essere un fratello in sonno) e di non voler fare un passo indietro anche se è stato espulso come gli altri. «Se anche io fossi un transessuale di nome Elisabetta che batte in via Stalingrado, non ti devi permettere di chiedermi niente», ha dichiarato al Corriere apostrofando i grillini con i quali è candidato come «gente violenta, vogliono impadronirsi delle nostre vite». Insomma, una bella dichiarazione di fiducia nei confronti di un movimento del quale si porta la bandiera, almeno sulla scheda.

 

Tutte storie che evidenziano come il Movimento non sia stato in grado di effettuare i controlli ex ante sui candidati ed ex post sui bonifici. Anche ai frammassoni Di Maio ha minacciato denuncia per danno d' immagine. Chissà cosa dirà al povero capitano De Falco accusato dalla moglie di aver compiuto un gesto violenza. Tiriamo a indovinare: «Salti fuori, c....».

 

2. L’OMBRA DELLA SCISSIONE

Angelo Amante per il Giornale

 

Zanforlini Zanforlini

Da una parte il M5s di governo, guidato da Luigi Di Maio e Davide Casaleggio. Dall' altra, il Movimento di lotta, che ha come riferimenti Beppe Grillo e Alessandro Di Battista. Nel mezzo, l'«eresia» di David Borrelli, l' europarlamentare vicinissimo a Gianroberto Casaleggio, che ha lasciato il gruppo 5 Stelle a Strasburgo per fondare una nuova forza politica. Tra i grillini, in seguito allo scandalo Rimborsopoli e alla scoperta dei candidati massoni, c' è inquietudine. E a due settimane dal voto, sono molte le incertezze sul futuro del Movimento.

 

david borrelli maria angela riva david borrelli maria angela riva

La prima questione riguarda Grillo. Il fondatore è rimasto distante dalle polemiche sulle mancate restituzioni dei rimborsi, un caso che ha già portato all' espulsione di nove parlamentari e di un consigliere regionale. «Ci sono rimasto male», ha scritto il comico sul suo blog, rimanendo freddo di fronte allo scandalo che sta picconando la credibilità della sua creatura. Grillo comunica da uno spazio web personale, quasi del tutto slegato dal Movimento 5 Stelle. Le voci di una distanza personale tra Grillo e Di Maio, circolate subito dopo la chiusura delle parlamentarie, sono state smentite dai diretti interessati. La scorsa settimana, a Torre del Greco, il garante e il capo politico del Movimento sono di nuovo saliti sul palco insieme.

 

Sta di fatto che lo storico frontman si è defilato dalla campagna elettorale. E, secondo le stime di Renato Mannheimer pubblicate lo scorso 25 gennaio dal Giornale, la presenza di Grillo può valere almeno il 3 per cento dei consensi. Una calamita per i grillini nostalgici dei vaffa-day e a disagio con lo stile del nuovo leader, più attento alle amicizie nella City di Londra che alle piazze.

 

GRILLO - DI BATTISTA - DI MAIO GRILLO - DI BATTISTA - DI MAIO

Ieri, il sito Affari italiani ha rilanciato le voci di una possibile scissione post-elettorale dei 5 Stelle. Grillo e Alessandro Di Battista, il capo popolo rimasto per sua scelta fuori dalle candidature in parlamento, andrebbero a recuperare i «delusi» dal movimento guidato dal duo Di Maio - Casaleggio junior, fautori della svolta governista. Secondo fonti interne al Movimento, il fatto che Di Battista si veda di rado vicino al candidato premier corrisponderebbe più che altro a una scelta strategica: «Bisogna coprire da un lato i palazzi e le istituzioni, dall' altro le piazze e le pance».

 

Da qui l' idea di portare avanti due tour elettorali paralleli, con impronte decisamente diverse. È probabile però che subito dopo il voto si apra una discussione sulla leadership Di Maio, già indebolita dagli scandali delle ultime settimane. Infine, a turbare i sogni dei grillini c' è anche il caso David Borrelli. L' amico di Casaleggio senior, già componente del triumvirato che guidava l' associazione Rousseau, ha lasciato il Movimento.

 

LUIGI DI MAIO DAVIDE CASALEGGIO LUIGI DI MAIO DAVIDE CASALEGGIO

Fonderà una nuova forza politica, che si occuperà «di imprenditori e risparmiatori», ha scritto sulla sua pagina Facebook. Secondo alcune ricostruzioni, avrebbe lasciato il Movimento perché era in rotta con i nuovi vertici. Nei suoi confronti, l' irritazione è enorme: «Vedremo tra qualche mese dove andrà a finire. È semplicemente una grande delusione», dicono dal Movimento. Si vociferava che all' avventura di Borrelli potesse unirsi un suo vecchio amico, Massimo Colomban, assessore alle Partecipate di Virginia Raggi fino allo scorso ottobre. Colomban, oggi molto critico nei confronti del Movimento, smentisce. Ma i suoi buoni rapporti con Borrelli, legato ad alcune aziende parte di Confapri e Rete sì, i network fondati dall' ex membro della giunta capitolina, sono un fatto.

VIRGINIA RAGGI MASSIMO COLOMBAN VIRGINIA RAGGI MASSIMO COLOMBAN

 

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