ETRURIA, ADDIO GODURIA - GROSSA CRISI PER RENZI: MEZZO PD VUOLE LE DIMISSIONI DELLA BOSCHI COL PADRE INDAGATO PER BANCAROTTA FRAUDOLENTA. E IL LIQUIDATORE CHE CHIEDE INDIETRO 300 MILIONI AGLI EX MANAGER è UN PESSIMO SEGNO: RICONOSCE CHE I CONTI LI HANNO TRUCCATI LORO. MA MATTEUCCIO SUBISCE IL CARATTERE DI MARIA ETRURIA COME DI NESSUN ALTRO

Ieri negli uffici dirigenziali delle quattro good bank nate dalle ceneri di Etruria, Marche, CariFe e Carichieti è scoppiato il panico. La lettera della Commissione che autorizzava il salvataggio aveva una clausola tenuta nascosta: ''Se la nuova banca non sarà venduta entro il 30 aprile 2016, potrà fare solo recupero crediti''...

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DAGONOTA - Grossa crisi nel Pd con l'evolvere dell'inchiesta su Banca Etruria. Per molti, il fatto che babbo Boschi sia indagato per bancarotta fraudolenta dovrebbe portare alle dimissioni della ministra. E dopo che il liquidatore della bad bank ha chiesto indietro ben 300 milioni agli ex manager dell'istituto aretino, è ancora più chiaro che gli inquirenti li ritengono responsabili personalmente, e patrimonialmente, per il crac della popolare.

renzi boschi renzi boschi

 

Persino Alessandra Moretti, l'ex valchiria bersaniana convertita al renzismo, ha avuto una reazione decisamente tiepida davanti alle provocazioni di Sallusti a ''Otto e mezzo'': ''Sarà il Senato a decidere sulla mozione di sfiducia alla ministra'' e ''lasciamo fare la magistratura'', non esattamente una difesa a spada tratta della sua compagna di partito.

 

Ma Renzi è inamovibile. Subisce la forza di carattere di Maria ''Etruria'' e non avrebbe mai il coraggio di silurarla. Se iniziasse a fare a meno dei membri del Giglio Magico, sarebbe il liberi-tutti, nessuno si sentirebbe più al sicuro, soprattutto in vista di elezioni così problematiche per il ducetto fiorentino...

 

 

1.LE CARTE SUL CRAC ETRURIA

Fabrizio Boschi per “il Giornale

alessandra moretti e matteo renzi alessandra moretti e matteo renzi

 

Tutti sapevano tutto, ma nessuno ha fatto nulla per impedire che Banca Etruria finisse contro un muro. Anzi, semmai qualcuno ha accelerato lo schianto.

Pier Luigi Boschi e la sua famiglia per primi. Lo dimostra il verbale del 4 maggio 2014, nove mesi prima del commissariamento.

 

A quell' assemblea dei soci sono presenti tutti quelli che oggi la procura ritiene essere i responsabili del crac. In prima fila i Boschi: padre, madre e i due fratelli di Maria Elena, diventata ministro tre mesi prima, che applaudono gli interventi del presidente e del dg, senza fiatare.

 

L' allora numero uno Giuseppe Fornasari parla di «veridicità e correttezza della situazione economica, patrimoniale e finanziaria della banca» nonché di «serenità sulla correttezza del nostro operato». L' allora sindaco di Arezzo e avvocato della famiglia Boschi, Giuseppe Fanfani (oggi al Csm in quota Renzi), non si vergogna di esprimere «riconoscenza a Fornasari per aver guidato l' istituto con serietà e impegno».

il servizio di francesca biagiotti a ballaro su pier luigi boschi 7 il servizio di francesca biagiotti a ballaro su pier luigi boschi 7

 

Anche l' intervento del dg Luca Bronchi è rassicurante. Ammette che «l' esercizio 2013 si chiude con una perdita di 81 milioni, per il secondo anno consecutivo», ma imputa il problema «all' intero sistema bancario che ha perso 22 miliardi». In quell' assemblea vengono votati compensi, premi e buonuscite, oggi nel mirino dei pm.

Per inciso ieri i sostituti procuratori che seguono l' inchiesta sono stati ascoltati dal Csm e il procuratore di Arezzo Roberto Rossi è stato convocato il 12 aprile sulla questione della sua incompatibilità.

 

Fornasari assicura che quelle retribuzioni rispettano «meritocrazia, competenza, professionalità, disponibilità ed eticità». In giugno, la banca sborsa a Bronchi una liquidazione da un milione e 200mila euro. Oggi entrambi sono indagati per ostacolo alla vigilanza e false fatturazioni.

 

giuseppe fornasari giuseppe fornasari

Ma c' è chi tra i soci lancia l' allarme, inascoltato. Mario Barni, che ha investito in Etruria 245mila euro in azioni, perdendoli, definisce «leccanti» le parole di Fanfani, denuncia «lo stato di bancarotta» chiedendo «il commissariamento della banca e lo stato di accusa per il presidente, il cda e la direzione».

 

Poi arriva il momento del voto del bilancio e qualcosa puzza: su 5.331 soci, 1.998 sono presenti, 3.301 ci sono per delega. Deleghe singolari e sospette, ma utili a far passare un bilancio impresentabile. Come quelle dei Boschi. Mamma Stefania (100 azioni) porta 5 persone (482 azioni), il figlio Pier Francesco (347 azioni) altre 5 (6.954 azioni), papà Pier Luigi (100 azioni) rappresenta ben 10 società (10.810 azioni) e l' altro figlio Emanuele (1.847 azioni) è l' unico a votare in proprio. L' associazione vittime del salva-banche ha ricevuto, anonimamente, cedolini di deleghe con nomi prestampati.

 

Gente votava per stranieri o azionisti con una sola azione. Per non parlare di Bronchi che votava per i tre figli minori. Facevano comodo anche quelli.

 

 

2.ETRURIA & C. ORA TREMANO. IL TESORO TRATTA CON LA UE

Carlo Di Foggia per il “Fatto Quotidiano

 

Ieri negli uffici dirigenziali delle quattro good bank nate dalle ceneri di Etruria, Marche, CariFe e Carichieti è scoppiato il panico.

 

LUCA BRONCHI ETRURIA LUCA BRONCHI ETRURIA

Chiamate dei dirigenti ai vertici e da questi al Tesoro dopo che il Fatto ha rivelato la lettera con cui la commissaria Ue alla Concorrenza, Margrethe Vestager ha autorizzato il 22 novembre scorso il loro salvataggio, con una condizione tenuta nascosta a tutti: "Se la nuova banca non sarà venduta entro il 30 aprile 2016, interromperà immediatamente ogni attività diversa dal recupero dei crediti in essere a quella data, non svilupperà nessuna nuova attività o business, non entrerà in nuovi mercati e non acquisirà nuovi clienti".

 

giuseppe fanfani ex sindaco arezzo oggi csm giuseppe fanfani ex sindaco arezzo oggi csm

Per i nuovi istitui affidati a Roberto Nicastro sarebbe la morte. Il recupero dei crediti dovrà avvenire comunque entro il 22 novembre 2017, data in cui scatterà la revoca della licenza bancaria e la liquidazione. E questo peserà sul prezzo.

 

Di tutto questo, i dirigenti non sapevano nulla, perché le autorità italiane hanno chiesto all' Ue di segretare i punti chiave. Ieri il Tesoro ha provato a metterci una pezza con una procedura bizzarra. Niente comunicato, ma una velina viene girata alle agenzie: "Si precisa che il termine entro il quale le autorità italiane ritengono si possa concludere l' iter di cessione può essere individuato indicativamente nel mese di settembre 2016.

 

PIER LUIGI BOSCHI PIER LUIGI BOSCHI

La Commissione aveva inizialmente indicato la fine di aprile ma le autorità italiane e la Commissione stanno lavorando per la proroga". Il testo viene infilato in una lettera che l' ad di Nuova Banca Marche, Luciano Goffi spedisce ai dipendenti. Finora Nicastro, rassicurato da Bankitalia, s' è mosso senza dare troppo peso alle scadenze della Vestager e ripete che le banche le venderà entro l' estate, quindi a settembre. La questione è delicata.

 

Contattato dal Fatto, il portavoce della Vestager conferma che la direzione Concorrenza "è in contatto con l' Italia su questo punto". Quel che tutti gli attori sanno, in primis il Tesoro è che nessun accordo è ancora arrivato. L' Italia, però, s' è mossa come se la Commissione avesse proposto una data per puri obblighi normativi.

 

E infatti già a fine gennaio ha avviato il "dialogo" per spostare tutto. La scelta della Commissione, però, è ben spiegata nella lettera: l' Ue giudica tutta la procedura un aiuto di Stato "distorsivo" del mercato. Per questo le good bank devono avere un limitato periodo d' esistenza. Già ora - si legge - non possono "attuare strategie commerciali aggressive né praticare tassi sui depositi più alti della media del mercato o più bassi per prestiti".

 

piercarlo padoan margrethe vestager piercarlo padoan margrethe vestager

Contattato dal Fatto, il Tesoro conferma le indiscrezioni fatte trapelare alle agenzie. E motiva il tutto con la "flessibilità": "L' indicazione di un vincolo temporale aveva lo scopo di garantire che il processo di cessione avvenisse in tempi rapidi, e su questo c' è stata e c' è piena condivisione da parte di tutti i soggetti coinvolti.

 

Una maggiore flessibilità nella tempistica permetterà di gestire al meglio il processo di cessione, già molto ben avviato, e di ottimizzarne gli esiti, soprattutto facilitando la migliore valorizzazione delle aziende bancarie". Da Bruxelles date non ne escono. Ma è appena il caso di ricordare che le trattative tra il Tesoro e l' Antitrust Ue sulla bad bank - il veicolo che doveva aiutare le banche a smaltire le sofferenze - sono andate avanti per oltre due anni tra rassicurazioni e veline, e poi naufragate.

 

roberto rossi roberto rossi

Stessa storia per il piano di usare i soldi del Fondo interbancario di tutela dei depositi per soccorrere Etruria & C. Trattative arenatesi dopo che la Commissione per ben due volte (ottobre e dicembre 2014) s' era detta contraria, mentre gli istituti venivano rassicurati e - nel caso di Carife ad aprile - spinti ad approvare il piano in assembla. La speranza è che si sia fatto tesoro della lezione.

 

L' altro punto omissato fa luce sulla valutazione delle sofferenze. Dove s' è fatto di tutto. A giugno, per dire, i commissari di Banca Marche le valutavano al 43%, a novembre erano al 47%. È stata poi Bankitalia a iper-svalutarle tutte al 17,6% (tosando così gli obbligazionisti).

 

Nella lettera l' Ue fa sapere di non gradire un semplice "taglio" tout court, ma chiude un occhio perché l' Italia ha deciso di trasferire tutte le sofferenze per intero (non l' ha chiesto l' Ue). Poi mette a verbale che il 17,6% è un valore più basso di quello reale: così la bad bank - si legge - farà delle plusvalenze. I soldi andranno alle banche, e così il mercato non è distorto.

 

 

3.INDAGINI SU PAPA’ BOSCHI, IL CSM CONVOCA IL PROCURATORE ROSSI

A. Masc. per il “Fatto Quotidiano”

 

maria elena boschi roberto rossi ad arezzo nell ottobre 2015 maria elena boschi roberto rossi ad arezzo nell ottobre 2015

Sul caso del procuratore di Arezzo, Roberto Rossi, la Prima commissione prende ancora tempo e decide l' ennesima istruttoria prima della proposta al plenum di archiviazione (a oggi verosimile a maggioranza) o di trasferimento per incompatibilità ambientale. Ieri, dopo aver sentito i tre pm che lavorano in pool con Rossi, Angela Masiello, Julia Maggiore e Andrea Claudiani, i consiglieri, all' unanimità, hanno deciso, su proposta dei relatori Renato Balduzzi e Piergiorgio Morosini, di acquisire tutti gli esposti presentati su Banca Etruria e di riascoltare, per la terza volta, lo stesso procuratore.

 

I pm, come il prefetto e il presidente dei penalisti, a Palazzo dei Marescialli giovedì scorso, hanno parlato bene del loro capo ma sono stati poco chiari sul perché Rossi si sia autoassegnato delle indagini in esclusiva, compresi i primi due filoni su Banca Etruria. Ecco perché la Commissione ha deciso di visionare anche i provvedimenti con i quali il procuratore ha motivato l' autoassegnazione delle inchieste. Il pool su banca Etruria, infatti, lo ha costituito solo quando era già finito sotto esame del Csm.

 

 

 

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