1. EUROPA SOTTO-TSIPRAS! TRIONFO PER SYRIZA: POTREBBE GOVERNARE ANCHE DA SOLO 2. IL PARTITO DELLA SINISTRA RADICALE ELLENICA, GUIDATO DA ALEXIS TSIPRAS, HA STRAVINTO CON UNA PERCENTUALE TRA IL 36 E IL 38% DEI VOTI CHE GLI GARANTIREBBE UN NUMERO COMPRESO TRA 148 E 154 SEGGI. E LA MAGGIORANZA ASSOLUTA È DI 151 SEGGI 3. SE TSIPRAS NON DOVRÀ FARE NESSUN COMPROMESSO CON ALTRE FORZE POLITICHE PIÙ MODERATE, IL BRACCIO DI FERRO TRA LA GRECIA E LA TROIKA (UE-FMI-BCE) SARÀ PIÙ DURO 4. SYRIZA VUOLE RINEGOZIARE UNA PARTE DEL DEBITO GRECO E PORRE FINE ALLE POLITICHE DI AUSTERITÀ IMPOSTE DALL’UNIONE EUROPEA NEGLI ULTIMI ANNI. QUESTE POSIZIONI PREOCCUPANO I MERCATI E L’EUROPA, CHE TEMONO UNA NUOVA GRAVE CRISI FINANZIARIA NEL PAESE E IL POSSIBILE CONTAGIO AGLI ALTRI PAESI PERIFERICI DELL’EUROZONA, ITALIA IN PRIMIS

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1. GRECIA, NUOVI EXIT POLL: TSIPRAS TRIONFA CON IL 36-38%. POTREBBE GOVERNARE DA SOLO

Vittorio Da Rold per Sole 24 Ore

 

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Tsipras trionfa alle elezioni greche, ben oltre le attese della vigilia. E potrebbe governare anche da solo. Secondo i nuovi exit poll, Syriza, il partito della sinistra radicale guidato dal leader quarantenne, ha stravinto le elezioni greche con una percentuale tra il 36e il 38% dei voti che gli garantirebbe un numero compreso tra 148 e 154 seggi. La maggioranza assoluta è di 151 seggi.

 

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Al secondo posto Nuova Democrazia del premier uscente Antonis Samaras con il 23-27 per cento e 65-75 seggi. Testa a testa per il terzo posto tra To Potami, formazione di centro sinistra, e i neonazisti di Alba Dorata, entrambi con il 6,4 - 8 per cento. Seguono il Partito comunista con il 4,7 - 5,7%, il Partito socialista (Pasok) con il 4,2-5,2 per cento e i Greci Indipendenti, formazione di destra , con il 3,5-4,5% dei consensi.

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Le prime proiezioni sui voti effettivamente scrutinati sono attese attorno alle 21,30 locali (le 20,30 in Italia) mentre una stima più accurata arriverà intorno a mezzanotte. Il primo partito per governare con la maggioranza assoluta ha bisogno di una percentuale di voti tra il 36 e 40 per cento. Molto dipende dalla redistribuzione dei seggi non attribuiti ai partiti che non superano la soglia del tre per cento e non riescono a entrare in Parlamento.

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«È una vittoria storica» ha esultato il portavoce di Syriza, «è la vittoria del popolo che si è mobilitato contro l’austerità». Il risultato «risuona in tutta Europa e le porta sollievo». Alle ultime elezioni del giugno 2012 il primo partito, con il 29,6% dei consensi era Nuova Democrazia mentre Syrizza si era posizionata al secondo posto con il 26,8% dei voti. Il Pasok, oggi sprofondato al 5%, aveva ottenuto il 12,2 per cento.

 

 

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Il programma di Syriza 
Syriza vuole rinegoziare una parte del debito greco e porre fine alle politiche di austerità imposte dall’Unione europea negli ultimi anni. Queste posizioni preoccupano i mercati e l’Europa, che temono una nuova grave crisi finanziaria nel Paese e il possibile contagio agli altri Paesi periferici dell’Eurozona, fino a una possibile uscita di Atene dall’euro. Tuttavia il contagio oggi appare più limitato rispetto a due o tre anni fa grazie allo scudo della Bce, che ha appena varato un maxi-piano da mille miliardi di euro e ai fondi anti-crisi messi a punto dalla Ue.

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Il sistema elettorale 
I greci devono eleggere 300 parlamentari, con un sistema elettorale combinato tra maggioritario e proporzionale. Il partito che si aggiudicherà il maggior numero di voti conquisterà un premio di maggioranza di 50 seggi, ma avrà bisogno di 151 parlamentari per formare una maggioranza. Il premio di maggioranza a questo punto andrà senza dubbio a Syriza.

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La legge elettorale greca prevede una soglia di sbarramento del 3 per cento per l'ingresso in Parlamento, ma la formula di scelta dei singoli deputati è più complessa: 12 seggi sono distribuiti attraverso liste bloccate, con una proporzione determinata dalla percentuale di voti ottenuta da ciascun partito; il resto dei parlamentari è eletto in base ai voti ottenuti in ogni collegio. Sono 22 le formazioni che si presentano al voto, ma solo sette secondo le previsioni riusciranno a superare la soglia di sbarramento.

 

GRECIA EURO GRECIA EURO

Cosa succede dopo il voto 
Se non c’è maggioranza assoluta il presidente dà al leader del che ha ottenuto più seggi tre giorni di tempo per formare una coalizione. Se fallisce, il mandato della durata di tre giorni viene passato al leader del secondo partito, poi a quello del terzo. 
Se nessuno è in grado di formare un governo, il presidente chiede ai partiti di formare un governo di unità nazionale.

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Se non è possibile, come accadde nel 2012, i gruppi parlamentari partecipano a un governo ad interim per preparare un nuovo voto. Se non ci riescono, la guida del governo passa al presidente del Consiglio di Stato o al presidente della Corte suprema in attesa di nuove elezioni.

 

 

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2. I MERCATI ORA TEMONO I 151 SEGGI A TSIPRAS. DOMANI EURO E BOND GRECI POSSONO FINIRE SOTTO PRESSIONE

di Vito Lops per Sole 24 Ore

 

Siamo agli exit-poll (i risultati definitivi arriveranno nella notte). Ma già si possono trarre le prime conclusioni considerato che dai dati finora disponibili si profila una vittoria storica per Syriza, il partito di sinistra radicale guidato da Alexis Tsipras. Ma siamo sul filo del rasoio per capire se avrà la maggioranza assoluta o se dovrà far affidamento su una coalizione.

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Questo perché gli exit-pools indicano che Syriza ha ottenuto voti in un range compreso tra il 35,5% e il 39,5%, corrispondenti a seggi che vanno da 146 a 158. Siamo proprio al fotofinish dato che per ottenere la maggioranza occorrono 151 seggi.

 

Rispetto ai quattro scenari possibili analizzati ieri, l’esito degli exit-poll ci consente di restringere il cerchio a un paio più probabile: che Tsipras governi a maggioranza assoluta o che per farlo debba allearsi con qualche partito.

LA COPERTINA DELLO _SPIEGEL_ CHE SALUTA L'USCITA DELLA GRECIA DALL'EURO LA COPERTINA DELLO _SPIEGEL_ CHE SALUTA L'USCITA DELLA GRECIA DALL'EURO

 

Il primo sarebbe per i mercati quello peggiore. Perché una cosa è certa: se Tsipras avrà carta bianca e non dovrà fare compromessi con altre forze politiche più moderate il braccio di ferro tra la Grecia e la Troika (Ue-Fmi-Bce) sarà più duro. La Grecia ha ricevuto prestiti-salvataggio tra il 2010 e il 2012 per 240 miliardi di euro e ha già rinegoziato con i creditori privati una parte del debito nel 2012.

 

GRECIA EURO CRAC GRECIA EURO CRAC

Misure che non sono riuscite però a migliorare i fondamentali dato che il debito/Pil (a causa del crollo del Pil del 25% negli ultimi 8 anni) è arrivato al 180% (e questo nonostante l’inversione di tendenza nel 2014 quando il Pil è salito dello 0,7%).

 

L’ultimo deficit/Pil ha superato il 12%, lontanissimo dal 3% indicato dai ventennali parametri di Maastricht. E Tsipras come prima riforma vuole subito trovare 2 miliardi di euro per un pacchetto di assistenza nei confronti del 35% della popolazione che vivono in condizioni di povertà. Tsipras nella campagna elettorale si è detto più volte contrario al prolungamento del programma di austerity a cui è abbinato il prestito di salvataggio della Troika.

SALVATAGGIO GRECO SALVATAGGIO GRECO

 

Ed è questo il nodo che preoccupa i mercati, cioè gli investitori. Se Tsipras otterrà 151 seggi (scenario a questo punto decisamente probabile) potrebbe spingere l’acceleratore verso la rinegoziazione del debito e lo stop all’austerità. Si aprirà un tavolo di trattative con la Troika che potrebbe lasciare anche dei precedenti per altri Paesi in difficoltà.

 

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Ed è questo quello che temono di più ora gli investitori: che la piccola Grecia, che conta appena per il 2% del Pil dell’Europa, possa rappresentare una case history e fonte di ispirazione per altri Paesi in difficoltà. I mercati temono insomma un effetto contagio anti-austerity. Per questo motivo se Tsipras fosse solo al comando domani mattina alla riapertura su Borse e bond dell’Eurozona potrebbe aumentare la volatilità, nonostante gli effetti rassicuranti del quantitative easing da 1.140 miliardi lanciato giovedì dalla Bce.

 

IL PARTITO GRECO DI SYRIZA IL PARTITO GRECO DI SYRIZA

I rischi sarebbero certamente più calmierati se Tsipras non raggiungesse da solo i 151 e se andasse al governo con il Pasok e/o il To Potami, partiti di sinistra ma meno intransigenti.

 

I mercati temono però che possa allearsi per ottenere i seggi decisivi con il partito comunista Kke, aperto a soluzioni estreme.

 

TSIPRAS E SAMARAS TSIPRAS E SAMARAS

Gli analisti sembrano però escludere reazioni isteriche, un po' per l'effetto “paracadute” rappresentato dal quantitative easing lanciato giovedì dalla Bce e un po' per il fatto che - dopo il piano di aiuti condizionato alle misure di austerity imposte dalla troika (Fmi, Ue, Bce) - l'esposizione verso i privati, secondo i dati elaborati da Ig Markets, è scesa dal 59% al 17% del totale, a fronte di un 62% in mano ai governi dell'Eurozona, un 11% della Bce e un 10% dell'Fmi.

 

Insomma qualora dovesse aprirsi un tema di taglio del debito greco - punto qualificante del programma del movimento guidato da Alexis Tsipras - questa volta, a differenza che nella crisi del 2010, il problema sarà in primo luogo dei governi e della istituzioni europee e non di banche e fondi.

 

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«Il tema del contagio non è del tutto superato me si è ridotto» afferma Lucy O'Carroll, economista di Aberdeen asset management. Gli analisti di Axa Investment Management ammettono che «le incertezze sulle trattative tra la Grecia e i creditori internazionali faranno le loro vittime tra gli asset rischiosi» ma si aspettano un effetto “marginale” sul complesso dell'Eurozona.

 

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Lo stesso Tsipras ha detto di non avere come obiettivo l'uscita dall'euro e dunque dovrà cercare un compromesso con i suoi creditori, anche per non vedere i bond di Atene esclusi dagli acquisti della Bce. La conferma di una vigilia tranquilla arriva anche dall'andamento dei rendimenti e degli spread dei titoli sovrani nell'Eurozona, scesi a livelli bassissimi grazie all'ombrello della Bce.

 

Unica eccezione i bond greci, che nelle ultime sedute hanno registrato un'inversione della curva dei rendimenti, con i titoli triennali che rendono di più dei decennali (il 9,7% contro l'8,1%), segno che il mercato teme una ristrutturazione che andrà a colpire maggiormente le scadenza più vicine.

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alexis tsipras all ingresso della festa di sel alexis tsipras all ingresso della festa di sel

In ogni caso va precisato che ciò che spaventa di più gli investitori sarebbe un’eventuale uscita della Grecia dall’euro, opzione che secondo le principali banche d’affari prima del voto era residuale (inferiore al 25% delle possibilità). Uno scenario che non è affatto contemplato dal programma di Tsipras che in questo senso non va avvicinato al primo partito in questo momento in Francia, il Front National, guidato da Marine Le Pen. Ma (per la fortuna) dei mercati le elezioni in Francia non si terranno prima del 2017.

TSIPRAS TSIPRAS

 

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