L'EX ATTRICE OLGA BISERA VA A LETTO CON I POTENTI, E LO SCRIVE: DA GHEDDAFI A CRAXI - "1980: MI TROVAI CONTRO IL CORNICIONE ABBASTANZA BASSO DA ESSERE PERICOLOSO, MA BETTINO VOLLE PRENDERMI COSÌ, VOLEVA ARRIVARE AL CULMINE. FU UN’ESPLOSIONE" - POI i rapporti tra i due si allentano, il CINGHIALONE si "distrae" CON Moana Pozzi

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A cura di Matilde Amorosi per "Oggi"

Tra i ricordi bollenti di Olga Bisera emerge il racconto, tenero e spietato ad un tempo, della sua storia d'amore con Bettino Craxi. Tutto inizia sulla terrazza dell'Hotel Raphael, residenza del leader del Partito socialista. Olga e Bettino si conoscono nel corso di un'intervista. Lei giovane e bellissima, ha abbandonato il cinema, nonostante il successo ottenuto come Bond girl nel film "La spia che mi amava" ed è già abbastanza affermata come giornalista.

Olga Bisera Olga Bisera "Oggi"

Tratto dal libro "Ho sedotto il potere", di Olga Bisera (Gremese)

LA TERRAZZA DEL RAPHAEL
«Un giorno mi giunse una telefonata del direttore di Duga, il settimanale jugoslavo che aveva pubblicato i miei reportage su diversi uomini politici, e mi chiese di aiutare un giornalista serbo di passaggio a Roma ad intervistare Bettino Craxi. Non lo conoscevo personalmente, ma attraverso una rete di conoscenze riuscii a ottenere un appuntamento. Avevo accettato di aiutare un collega, ma non ero entusiasta di quell'incontro. Craxi aveva fama di donnaiolo e si diceva che volesse avere tutte le belle ragazze, con un debole per quelle dello spettacolo...

«Il segretario del Partito socialista ci accolse nel suo studio... Il collega poneva le domande e io le trascrivevo in italiano e le sottoponevo all'attenzione di Craxi che era in un'altra stanza... Dovette colpirlo la mia mancanza di civetteria. A un certo punto cominciai a rendermi conto, dai suoi sguardi prolungati e da alcune richieste di spiegazione superflue, che l'onorevole era più interessato a me che all'intervista... Consegnandomi la sua ultima risposta, si alzò e mi si avvicinò, così tanto che pensai mi volesse baciare. Invece, con mia grande sorpresa, espresse solo il desiderio di rivedermi.

Olga Bisera Olga Bisera "Oggi"

«Senza interviste», precisò arrossendo. Gli risposi che stavo per partire per il Cairo per incontrare Sadat. E fui davvero sorpresa quando il giorno dopo sentii la sua voce al telefono. Non lo riconobbi subito e lui ne fu stupito. «Sono Craxi. Si è già dimenticata di me? Volevo invitarla a cena... Altrimenti non le concedo più interviste», scherzò simpaticamente.

«Gli dissi, mentendo, di essere occupata. «Allora si terrà libera per me domani», replicò. Era una domanda ma aveva la parvenza di un ordine. Per lui quel modo di parlare era abituale, soprattutto con le donne. L'indomani si fece vivo con me Cornelio Brandini, il suo segretario tuttofare, con un senso dell'umorismo molto osè. «Purtroppo non la chiamo per me, ma per conto dell'onorevole. Manderò una macchina a prenderla per la cena, alle otto e trenta». Gli dissi che, avendo un impegno precedente, li avrei raggiunti in taxi al ristorante L'Antiquario a Piazza Navona. Arrivai quando la cena era quasi finita. Craxi mi cedette subito il posto a capo tavola e si sedette accanto a me...

Olga Bisera Olga Bisera "Oggi"

Tutti mi scrutavano e si scambiavano sguardi d'intesa. Potevo intuire i loro pensieri. «Ecco la nuova la nuova arrivata che interessa al capo. Vediamo quanto durerà... Finita la cena, seguimmo tutti Craxi sulla famosa terrazza del suo appartamento all'Hotel Rapahel a cui si accedeva attraverso un piccolo ingresso e un salotto con una televisione sempre accesa.

Gli ospiti, divisi in gruppetti, si accomodavano e si servivano da bere con abituale disinvoltura. Rimasi appartata con Craxi mentre i cortigiani di "rango inferiore" restavano a debita distanza. Varie volte le donne presenti interrompevano sul più bello la nostra conversazione, con evidente perfidia. Ignorandomi, quasi fossi trasparente, gli si avvicinavano all'improvviso per abbracciarlo, sbaciucchiarlo con slanci provocatori quasi erotici che lasciavano intuire immaginabili risvolti privati. Sotto gli occhi dei mariti o degli amanti che sembravano compiaciuti».

Olga Bisera Olga Bisera "Oggi"

UN UOMO SOLO
Alla corte di Craxi, Olga si rende subito conto che il leader è un uomo solo, adulato da persone decise solo a sfruttarlo. Poi, però, questi le lasciano il campo libero.
«Fui io stessa a prendergli la mano. Gli tolsi gli occhiali grandi e spessi e scoprii occhi mai visti in un adulto, piccolissimi e scuri come due mirtilli, dal taglio leggermente orientale.

C'era una grande diversità tra quel corpo massiccio e i suoi occhi e il suo sorriso fanciullesco che mi ispirarono una immensa tenerezza, al punto che volli baciarlo. Lui ricambiò estasiato la mia audacia. Fu un bacio lunghissimo pieno di trasporto. Imparai in seguito che i baci erano la parte più erotica del rapporto con lui... Rimasi con Craxi quella notte, ma non successe nulla, dormimmo abbracciati e semisvestiti... Quando lasciai l'albergo le vie dietro piazza Navona erano già illuminate dalle prime luci dell'alba, sotto una pioggerellina insistente. Le gocce sottili che mi scorrevano sul viso mi fecero pensare, parafrasandolo, a un detto per le spose: «Amante bagnata, amante fortunata».

QUEI CHILI IN ECCESSO
Gli incontri con Craxi si intensificano e rivelano a Olga il vero volto dell'uomo politico.
Conoscendolo scoprii alcuni tratti del suo carattere che lo rendevano attraente ai miei occhi. La timidezza, per esempio, e l'assenza di volgarità lo rendevano amabile. Alla luce del sole era più impacciato che sulla sua terrazza. Voleva corteggiarmi, ma non sapeva da dove incominciare. Si era bloccato. Un uomo potente come lui non riusciva a esprimersi con la donne. Mi resi conto che non ci sapeva proprio fare. Cornelio Brandini lo spronava alla conversazione cercando di favorire l'intesa tra di noi. Più Craxi era in difficoltà più mi attraeva. Anche i suoi chili in eccesso che gli creavano complessi, non gli stavano male, anzi mi davano un senso di protezione e di sicurezza...

"oggi"

All'inizio della nostra storia accadde la strage di Bologna. Il «mio» onorevole si recò sul posto a confortare i parenti delle vittime. Lo vidi in un flash televisivo: indossava un giubbotto di daino marrone e mi sembrò molto bello. Ero cotta di lui. Riuscimmo a contattarci per telefono nel pomeriggio. Era giù di morale. Mi confidò con voce fioca: «Temo che questa tragedia aprirà una spirale pericolosa nel Paese».

UN FILM PER DUE
La relazione tra Olga e Craxi va avanti tra baci e confidenze, in un intenso scambio affettivo che «sblocca» il leader. Ed è passione travolgente.
Quella sera né io né Bettino pensammo di andare al ristorante. Stretti e abbracciati su un cuscino messo sul pavimento guardammo in televisione il film Sangue e arena con Tyrone Power e Rita Hayworth, un'attrice presente nei suoi sogni erotici giovanili... «C'è qualcosa in te che mi fa pensare a lei», sussurrò, «qualcosa di sensuale, il tuo modo di porti come femmina...». Quel film fu una perfetta distrazione e, seguendo le immagini con la coda dell'occhio, incominciai ad accarezzare dolcemente Bettino, a posare le mie labbra sulla sua bocca bella e carnosa che tanto mi piaceva. Cercavo di stimolarlo per sciogliere i suoi nodi mentali, oltre che erotici.

Bettino Craxi da Bettino Craxi da "Oggi"

Lo sentivo gratificato e iniziava a distendersi. Sfilai il mio slip e poi anche il suo e continuai a toccarlo dappertutto... Quando arrivò la scena in cui Rita, bella e sensuale come poche, gioca con Tyrone alla corrida sventolandogli una mantella rossa e provocandolo con un «Olè, toro, olè!», mi venne spontaneo fare lo stesso. Mi scostai dal suo petto e, togliendomi la camicetta gliela sventolai davanti, completamente nuda. Scherzando imitai ancora Rita e corsi in terrazzo. Lui mi seguì... Era come se fosse tornato giovanotto.

All'improvviso mi assalì e io continuai a sfuggirgli come in un gioco da ragazzi... Ci divertimmo a rincorrerci fino a quando lui riuscì a «catturarmi». Aveva il fiatone. Mi trovai contro il cornicione abbastanza basso da essere pericoloso soprattutto nell'oscurità della notte. Ma Bettino volle prendermi in quella posizione, col rischio di cadere in strada. Voleva arrivare al culmine e ci riuscì senza fatica. Fu un'esplosione.

UN'APERTA FRAGILITÀ
La storia d'amore tra Olga e Craxi, diventa sempre più profonda, al punto che lei desidera avere un figlio. All'insaputa di Bettino, si sottopone a una cura ormonale, ma non riesce a realizzare il suo sogno. Forse, perché i medicinali che Craxi usa per curare il diabete, hanno intaccato la sua capacità di procreare. E il ruolo dell'amante alla fine diventa molto scomodo.

Bettino CraxiBettino Craxi

«Ero troppo per lui, dovevo pensare anche a me. Per Bettino provavo solo comprensione e tenerezza e affetto vero. Lo accettavo com'era. Quella sua ormai aperta fragilità, me lo faceva apparire debole, tenero, in un atteggiamento quasi materno. Forse il mio era un transfert, lo desideravo al posto del figlio che non poteva darmi... Presumendo di avere in quel momento un certo potere su di lui, in uno slancio tipicamente femminile gli feci la domanda meno opportuna: «Lasceresti tua moglie per me?». Lui allora, stringendomi ancora di più al cuore per farsi perdonare la sincerità, rispose: «È una cosa impossibile. Lo capisci vero?». Mi sentii sciocca, furiosa con me stessa. Volevo sprofondare, scomparire...

Bettino CraxiBettino Craxi

IL TRISTE ADDIO
Dopo il rifiuto di Craxi di ufficializzare il suo legame con Olga, i rapporti tra i due si allentano, mentre il leader, come scrive la Bisera, si «distrae» tra le braccia di Moana Pozzi. Olga, che esige una spiegazione, non riesce a incontrare l'ex amante.

«Non avevo più speranze, mi trovavo in uno stato di impotenza assoluta, in un vicolo cieco. La disperazione è una brutta consigliera: l'odio cresceva e l'ira feroce mi spingeva a un'azione tragica, criminale. Pensai persino di uccidere Craxi, meditando con quale arma, dove e quando. Una follia che, recuperando l'equilibrio mentale, cancellai dai miei pensieri...

Moana PozziMoana Pozzi

Continuai però la mia battaglia per confrontarmi con lui e alla fine riuscii a incontrarlo nella sede del Partito socialista, al termine di una conferenza stampa...

Eravamo l'uno di fronte all'altra. «Sei stato disumano con me, una cosa grave per un uomo politico», osservai. «E tu sei stata crudele», replicò Bettino. «Non ero pronto ad affrontarti». Mi guardava freddamente, come si guarda una bella farfalla che non si ha più voglia di afferrare. Eppure avevamo vissuto di «pane e passione». «Che cosa vuoi da me?», mi chiese. «Ho bisogno di lavorare, voglio un programma giornalistico tutto per me in televisione». Craxi fece una telefonata e poi mi disse: «Domani a mezzogiorno vai a Telemontecarlo e sottoponi al direttore il progetto che hai mente. Comincerai a lavorare subito. Non posso fare altro per te».

Accennò un sorriso che io non ricambiai. Il ciclo del nostro rapporto, vissuto in tutte le sue sfumature si chiudeva così. Rimaneva solo uno squarcio di memoria. Stavo per scendere le scale quando sentii che Bettino mi chiamava. Ma non mi voltai.

 

 

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