IL FANTASMA DI GHEDDAFI COLPISCE ANCORA - STA VENENDO A GALLA CIO’ CHE ERA CHIARO NEL 2011: SARKOZY ATTACCO’ LA LIBIA PER ELIMINARE IL RAIS, CONSIDERATO UN TESTIMONE SCOMODO - GIA' NEL 2012 FURONO PUBBLICATI I PRIMI DOCUMENTI CHE DIMOSTRAVANO COME TRIPOLI AVESSE FINANZIATO LA CAMPAGNA ELETTORALE DELL’EX PRESIDENTE FRANCESE - TUTTI I PROTAGONISTI DEI FATTI DEL 2011 SONO STATI AFFOSSATI: OLTRE A SARKO ANCHE CAMERON E HILLARY…

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1 - SARKO’ QUEL SOLITO LEGAME TRA AFFARI E GUERRA ECCO PERCHÉ NEL 2011 BOMBARDÒ LA LIBIA

Fra.Pie. per “il Messaggero

 

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L'intervento in Libia fu anche la guerra privata di Nicolas Sarkozy? La morte di Muammar Gheddafi fu anche - o soprattutto - l'eliminazione di un testimone scomodo, scomodissimo? A porre apertamente la questione è stato ieri Edwy Plenel, direttore del sito d'informazione Mediapart: furono i primi, il 12 marzo 2012, a pubblicare documenti su un possibile finanziamento libico della campagna presidenziale di Sarkozy. Un anno dopo si apriva l'inchiesta della magistratura.

 

La sera del 16 settembre 2016, l'ex presidente francese perse le staffe in diretta quando un giornalista osò fargli la domanda: «Rimpiange di aver fatto uccidere il colonnello Gheddafi?». «Lei è fuori di testa - rispose Sarkò - Mi sta accusando di aver fatto uccidere Gheddafi?». Recuperata la calma, Sarkozy sostenne quello che ha sempre sostenuto: che si trattò di una guerra inevitabile, che altrimenti Benghazi sarebbe stata «un'altra Srebrenica», per mano «di quel dittatore sanguinario, quel pazzo di Gheddafi».

SARKO GHEDDAFI SARKO GHEDDAFI

 

LE IPOTESI

Non tutti la pensano così. Per molti quella guerra fu un errore o, addirittura, un intervento che perseguiva intenti molto diversi da quelli contenuti nella risoluzione 1973 del Consiglio di Sicurezza: le forze in campo - Francia in testa - andarono ben oltre il mandato Onu, e la morte di Gheddafi a Sirte appare ancora - e probabilmente lo resterà - avvolta nel mistero.

 

Lo scorso giugno è stato lo stesso Emmanuel Macron a definire un errore l'intervento del 2011. «La Francia non ha partecipato alla guerra in Iraq e ha fatto bene - ha detto Macron - Invece ha avuto torto a fare la guerra in Libia. Qual è stato il risultato di questi interventi? Stati distrutti in cui prosperano i gruppi terroristi».

 

sarko gheddafi sarko gheddafi

Di errore, anzi peggio: di un intervento che avrebbe dovuto essere umanitario e fu subito trasformato in militare e politico, parla invece il Rapporto della Commissione Affari esteri del Parlamento britannico. Il documento punta il dito contro l'ex premier Cameron ma anche e soprattutto contro Sarkozy, considerato il vero promotore dell'operazione: nessuno avrebbe davvero verificato «la minaccia reale che il regime costituiva per i civili».

 

Ovvero: forse bisognava solo trovare un pretesto per colpire, bene e subito, Gheddafi. Basandosi anche su conversazioni e mail scambiare con Hillary Clinton, allora segretario di Stato americano, il Rapporto indica nel petrolio, nell'influenza francese in Africa e anche nella «situazione politica personale di Sarkozy in Francia» i veri obiettivi della guerra. «Basta guardare i fatti» ripete Plenel.

 

LA RICOSTRUZIONE

I fatti sono che il 19 marzo 2011 poco prima delle cinque del pomeriggio sono i caccia francesi a cominciare la guerra in Libia contro le forze di Gheddafi che assediano i ribelli e promettono di distruggere Bengasi. Pochi giorni prima, è stato il figlio di Gheddafi, Saif el-Islam, ad accusare Sarkozy - ormai diventato nemico numero uno del padre - di aver accettato milioni in contanti provenienti da Tripoli per finanziare la sua campagna.

Sarko e Gheddafi Sarko e Gheddafi

 

Il 25 ottobre, meno di una settimana dopo la morte di Gheddafi, l'ex premier libico Baghdadi Ali al-Mahmoudi, arrestato in Tunisia, dichiara durante un interrogatorio di avere «personalmente seguito il dossier del finanziamento da Tripoli della campagna di Sarkozy». Anche la morte di Gheddafi solleva interrogazioni.

 

Secondo alcune fonti francesi, a ottobre, quando gli attacchi della coalizione si concentravano sulla difesa di Benghazi, il colonnello avrebbe assicurato ai francesi che era pronto a ritirarsi. La sua fu giudicata un'astuzia per prendere tempo.  Si sono poi diffuse voci - e testimonianze - in base alle quali a dare il colpo di grazia a Gheddafi non furono le bombe dei caccia o la furia dei ribelli, ma un agente straniero, molto probabilmente un francese.

 

2 - GIU’ COME CAMERON E HILLARY

gheddafi sarkozy x gheddafi sarkozy x

Stefano Piazza per “Libero Quotidiano”

 

La vendetta postuma del raìs di Tripoli ha colpito tutti i protagonisti dei fatti del 2011. Infatti, oltre allo stesso Sarkozy anche l' inglese David Cameron è letteralmente sparito dalla vita pubblica dopo il disatro della Brexit, ma non solo.

 

Il partito democratico americano è stato battuto alle presidenziali da Donald Trump che ha sfruttato in campagna elettorale tutti gli errori commessi dalle «tre terribili donne»; Susan Rice ex Consigliere per la sicurezza nazionale, Samantha Power ex Rappresentante permanente per gli Usa all' Onu , e Hillary Clinton all' epoca Segretario di Stato che in una notte fecero cambiare idea all' incerto Barack Obama che non voleva attaccare.

CAMERON CAMERON

 

Chi era presente racconta di ore drammatiche, il Pentagono e tutte le agenzie di intelligence Usa sconsigliarono l' opzione militare confortati anche dagli 007 italiani che sono gli unici che capiscono qualcosa della Libia. Obama però credette alle teorie di chi pensava che dopo Gheddafi si sarebbe improvvisamente «sprigionata la democrazia», e pensare che gli Usa erano già incappati nello stesso errore vedi in Afghanistan e in Iraq.

 

In cambio gli americani hanno importato migliaia di bare di soldati morti senza un vero perché. Gheddafi non solo venne deposto, venne giustiziato insieme al figlio Mutassim e a una sessantina di suoi fedelissimi il 20 ottobre del 2011 e a tal proposito pare che i servizi segreti francesi non fossero «estranei ai luoghi» degli omicidi.

 

WEINSTEIN E HILLARY CLINTON WEINSTEIN E HILLARY CLINTON

Le voci e le allusioni su valige piene di banconote che transitavano tra Tripoli e Parigi hanno trovato puntuale conferma in un libro edito da Mediapart dal titolo "Avec les compliments du Guide" scritto dai giornalisti Fabrice Arfi e Karl Laske che raccontano di borse piene di soldi, bonifici e fatture alquanto sospette e milioni di euro che sarebbero serviti per eleggere il capo della destra francese.

 

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