A “FIDEL” TOCCATEGLI TUTTO MA NON IL SUO SILVIO - QUANDO IL PRESIDENTE DI MEDIASET FEDELE CONFALONIERI HA SENTITO SALVINI DARE DEL SERVO DI RENZI A BERLUSCONI E’ ESPLOSO: “VIA DAI BATTUTISTI DA AVANSPETTACOLO. SILVIO DEVE REAGIRE - ALLA MELONI E SALVINI: "SINITE PARVULOS, ADESSO, SE VOLETE” - -

Confalonieri parla anche di riforma costituzionale. «Ammetto che la sto studiando», ha confidato ai suoi collaboratori prima di staccare per il fine settimana: «E siccome tutti voi mi considerate un renziano...». Noooo: pensa di votare «sì» al referendum? «Ehi ragazzi, andateci piano che lunedì vado a mangiare dal Silvio»....

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CONFALONIERI BERLUSCONI CONFALONIERI BERLUSCONI

Francesco Verderami per il “Corriere della Sera”

 

Toccategli tutto ma non il suo «Silvio», e ciò che per lui «Silvio» rappresenta: le passioni, gli affari e in cima a tutto l' amicizia. Perciò basta toccare solo un filo di questo intreccio che lo lega da una vita a Berlusconi, e Confalonieri salta.

 

Infatti è esploso l' altro giorno, e la sua voce ha percorso i corridoi di Mediaset, è entrata nel salone di rappresentanza, ha interrotto le riunioni aziendali. «Ma chi si crede di essere: il nuovo Churchill? Dare del servo di Renzi al Silvio per i diritti televisivi del calcio è una cosa miserabile». Le segretarie sono accorse nel suo studio per capire cosa stesse succedendo, e aprendo la porta sono state investite dall' onda d' urto: «Pensano di dargli il calcio dell' asino. A parte il fatto che Silvio non se lo fa dare, non si devono per-met-ter-e. È chiaro?».

salvini salvini

 

Chiaro sì, ma fino a un certo punto. Perché lì per lì non si capiva con chi ce l' avesse Confalonieri. «...Parole in libertà a certi livelli non sono consentite. Appartengono ai battutisti di avanspettacolo, ai politicanti da talk show. E lo dico io, che sono sempre stato un mezzo leghista».

 

A quel punto è parso chiaro a chi si riferisse, e il motivo per cui fosse così arrabbiato. Perché al contrario di quel che è filtrato, negli ultimi giorni il patron del Biscione si era speso con Berlusconi per trovare un compromesso con Salvini e chiudere l' accordo sulla Meloni come candidata al Campidoglio, nonostante preferisse Marchini.

PIERSILVIO BERLUSCONI E FEDELE CONFALONIERI PIERSILVIO BERLUSCONI E FEDELE CONFALONIERI

 

Ma quando il leader del Carroccio ha toccato quel filo dell' intreccio che lo lega al Cavaliere, non ci ha visto più: «Est modus in rebus». E nei modi il confine era stato valicato: «Sinite parvulos, adesso, se volete». Che è più elegante rispetto al «ragazzotti» con cui Berlusconi si riferisce a Salvini e alla Meloni. Lui, cioè Confalonieri, per loro si era messo in mezzo.

 

SALVINI MELONI 1 SALVINI MELONI 1

Loro con lui, cioè con Berlusconi, hanno provato a metterlo in mezzo: «E Silvio a questo punto ha scelto da che parte stare: dalla sua. Puntando su uno bravo. Almeno, Marchini mi ha dato questa impressione le due volte che l' ho visto». Ieri a Mediaset il sismografo non ha rilevato scosse, nemmeno quando al telefono 

 

Confalonieri si è sentito dire che - sul Campidoglio - l' azione del Cavaliere non era stata lineare: «È entrato in contraddizione con se stesso, è vero. Ma paradossalmente, proprio per questo la sua decisione va apprezzata. È stata una mossa per metà tattica, difensiva, e per l' altra metà strategica, proiettata verso il futuro». E siccome interpretare il futuro attraverso parole opere (e omissioni) di Berlusconi resta un mistero, Confalonieri ha provveduto a spiegarlo: «Silvio» potrà continuare ad esercitare la sua leadership «facendo il king maker», in attesa di vedere alla prova «i vari Parisi, Marchini, Toti».

RENZI CONFALONIERI RENZI CONFALONIERI

 

Una stagione è finita, leggere sui giornali che è finito anche il vecchio centrodestra non lo appassiona: «Centro, destra, sinistra... Qui bisogna battere l' antipolitica, che è il vero pericolo. E a parte il linguaggio dozzinale di chi sostiene che tutti i politici sono ladri, c' è da restituire dignità alla politica, togliersi il cappello davanti a chi decide di farla con serietà e correttezza. Perché oggi non è facile: ti candidi e sei già un sospetto. Ma invece di affrontare questo tema, si ragiona ancora su schemi del passato», e il giornale finisce frusciando nel cestino.

 

Se è vero che tutto sta cambiando, si capisce l' irritazione di Confalonieri per certe telefonate. È che il reducismo gli fa venire l' orticaria, e la cornetta in questi casi sbatte in modo inequivocabile: «Basta con gli eterni ritorni interessati. Questa corsa all' arruolamento dell' ultima ora finisce per svilire ogni progetto». Non è dato conoscere l' agenda delle sue chiamate, è certo che il presidente di Mediaset ha fatto una tirata dopo l' ennesimo clic: «Invece di difendere i loro piccoli orticelli, difendessero l' Italia e l' Europa, che è un disastro.

fedele confalonieri fedele confalonieri

 

Così si crea un polo moderato e si arginano certe cose. Che facciamo se arrivano i migranti: li ammazziamo? O applaudiamo se l' Austria alza il muro al Brennero? Bisogna stare attenti: o rifacciamo le guerre come un tempo? Qui nessuno vuole morire per Schäuble, si dessero da fare».

 

Se c' è da difendere l' Europa dal lepenismo, resta da capire se - per difendere l' Italia dall' antipolitica - Confalonieri ritenga utile anche la riforma costituzionale. «Ammetto che ci sto studiando», ha confidato ai suoi collaboratori prima di staccare per il fine settimana: «E siccome tutti voi mi considerate un renziano...». Noooo: pensa di votare «sì» al referendum? «Ehi ragazzi, andateci piano che lunedì vado a mangiare dal Silvio».

CONFALONIERI BERLUSCONI CONFALONIERI BERLUSCONI

 

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