FISCO INFERNO A 5 STELLE! “CARCERE PIU’ FACILE PER GLI EVASORI FISCALI”: DI MAIO E BONAFEDE PUNTANO AD ABBASSARE A 50MILA EURO LA SOGLIA DI PUNIBILITÀ PER CHI FA DICHIARAZIONI INFEDELI – GLI AVVOCATI PENALISTI SULLE BARRICATE

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Luca Cifoni per il Messaggero

 

DI MAIO BONAFEDE

 Prima il ministro della Giustizia Bonafede, poi il capo politico Di Maio: il Movimento Cinque Stelle punta ad abbassare le soglie di punibilità per l' evasione fiscale, innestando la retromarcia rispetto alla riforma voluta dal governo Renzi nel 2015. Nella loro visione, la minaccia del carcere dovrebbe scoraggiare i comportamenti scorretti dei contribuenti: il tema era emerso già nell' ultima campagna elettorale ma le dichiarazioni dei due importanti esponenti pentastellati fanno pensare ad una qualche accelerazione.

 

 Dal punto di vista della comunicazione governativa, la stretta sulle sanzioni penali fa in qualche modo da contrappeso alla volontà di alleviare quelli che non ce l' hanno fatta a pagare offrendo loro possibilità diverse come la rottamazione ter o il cosiddetto saldo e tralcio. «Noi vogliamo un sistema fiscale giusto, equo, ma chi evade sappia che pagherà per il danno che arreca a tutti quanti» ha detto l' altro giorno Luigi Di Maio.

 

bonafede di maio conte

Nel dettaglio, il decreto legislativo 158 del 2015 era intervenuto su una serie di reati. Quello citato come esempio da Di Maio è la dichiarazione infedele, che nell' attuale assetto diventa punibile (con la reclusione da uno a tre anni) quando l' imposta evasa è superiore a centocinquantamila euro, contro i cinquantamila della precedente normativa. Contemporaneamente l' ammontare complessivo degli attivi sottratti all' imposizione deve superare il dieci per cento del totale, o comunque i tre milioni di euro: anche quest' ultima soglia è stata elevata rispetto ai due milioni precedenti.

 

Le altre correzioni introdotte nel 2015 riguardano la dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici e l' omessa dichiarazione. Nel primo caso la punibilità scatta con ricavi dichiarati oltre 1,5 milioni (invece di 1), nel secondo si passa da 30 mila a 50 mila euro, ma con un inasprimento delle altre sanzioni. Va ricordato che nel nostro Paese l' idea di stringere le maglie del penale nella lotta all' evasione non è certo nuova: è del 1982 il provvedimento ribattezzato manette agli evasori che però negli anni successivi non portò a particolari successi dello Stato nello sforzo di contenimento del fenomeno e fu corretto con una nuova normativa nel 2000.

 

alfonso bonafede, luigi di maio e giuseppe conte

Contro la mossa annunciata da Bonafede si sono già pronunciati gli avvocati penalisti. Il presidente dell' Unione delle camere penali, Giandomenico Caiazza, ha fatto osservare che l' abbassamento delle soglie di punibilità «ingolferebbe ancora di più il sistema con l' effetto di produrre risultati opposti a quelli che si intende raggiungere». Il rischio di appesantire il lavoro delle Procure scaricando su di loro una serie di vicende che altrimenti verrebbero affrontate in via amministrativa dall' Agenzia delle Entrate è più che concreto, in un contesto in cui (fanno notare sempre i penalisti) si cerca al contrario di alleggerire il processo penale e accorciarne i tempi.

 

Nella pratica poi la nuova stretta potrebbe persino risultare i contrasto con le stesse intenzioni del governo, che nel suo dichiarato sforzo di venire incontro ai contribuenti in difficoltà non si è limitato a varie forme di sanatoria ma ha approvato un vero e proprio condono per le imposte non dichiarate, poi ritirato in un secondo momento. Con le soglie più basse infatti potrebbero più facilmente ricadere nel reato i comportamenti non necessariamente fraudolenti di chi si è sottratto agli adempimenti magari per mancanza di liquidità.

LUIGI DI MAIO ALFONSO BONAFEDE