FITTIPALDI FA NERO BIANCHI - L’AVVOCATO PERSONALE DI RENZI, PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE OPEN, È DIVENTATO UNO DEGLI UOMINI PIU’ POTENTI D’ITALIA. SIGNORE DELLE NOMINE E DEI RAPPORTI TRA IL GIGLIO MAGICO E I LOBBISTI DEI POTERI MARCI, FA RICCHI AFFARI CON LE AZIENDE PUBBLICHE

Bianchi guida la Fondazione Open, cassaforte renziana che organizza la Leopolda. E solo dalla Consip negli ultimi tre anni al suo studio sono arrivati incarichi per oltre 340 mila euro. Contratti anche con le FS, Alstom, Federservizi, comuni toscani, spa municipali. Alla faccia del conflitto di interesse...

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Estratto dall'articolo di Emiliano Fittipaldi per ''L'Espresso''

alberto bianchi maria elena boschi alberto bianchi maria elena boschi

 

“Ti prego mi presenti Alberto Bianchi?». A Roma, a Milano, a Firenze, in tutti i salotti dalle belle speranze in cui si incontrano funzionari, lobbisti e imprenditori l’obiettivo è sempre lo stesso: per entrare nelle grazie di Palazzo Chigi, per sedersi su una poltrona di una società partecipata, insomma per fare carriera nella Terza Repubblica, bisogna provare a entrare nelle grazie dell’avvocato Bianchi. Un signor nessuno per la stragrande maggioranza degli italiani, uno degli uomini più potenti d’Italia per chi conosce i meandri del sistema di potere che regge il regno di Matteo Renzi.

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Bianchi, nato 62 anni fa, divorziato e senza figli, fondatore di un grande studio legale fiorentino ma casa nella natia Pistoia, è infatti la testa pensante del Giglio Magico, il più intelligente del mazzo, e di gran lunga il consigliere più ascoltato dal presidente del Consiglio.

 

Bianchi non interviene nelle scelte politiche e nella strategia delle alleanze, di cui gli frega poco o nulla e che restano appannaggio di Renzi e dei due “governativi” Luca Lotti e Maria Elena Boschi, ma è il braccio operativo di Matteo nei dossier più delicati. E, dopo due anni, è stato eletto indiscusso signore delle nomine e mediatore ufficiale tra il mondo dei renziani e quello delle lobby dei poteri forti.

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FITTIPALDI FITTIPALDI

Bianchi oltre a guidare la Fondazione Open, la cassaforte di Renzi che lui stesso ha fondato, è però anche un avvocato di grande successo. Uno a cui piace fare affari. Alcuni dei quali, come ha scoperto “l’Espresso”, sono a rischio di serio conflitto di interesse: il legale personale di Renzi e Carrai due anni fa è entrato nel cda dell’Enel facendo arricciare il naso ai puristi, ha da poco creato una società con Carrai che si occupa di brevetti farmaceutici (la K-Cube, che ha firmato un accordo con l’università La Sapienza), lavora anche come consulente per alcune società pubbliche.

RENZI LEOPOLDA RENZI LEOPOLDA

 

Alcune controllate direttamente dal governo, o da amministrazioni guidate da esponenti del Pd molto vicine al segretario del partito. Aziende da cui riceve assegni che arrivano a sei cifre: la Consip, la centrale di committenza nazionale della pubblica amministrazione che bandisce gare per 14 miliardi di euro l’anno per l’acquisto di beni e servizi, negli ultimi due anni e mezzo ha girato a Bianchi incarichi per oltre 340 mila euro.

 

ALBERTO BIANCHI ALBERTO BIANCHI

 Con il tempo il potere di Bianchi si accresce. Prima al Comune e poi al governo, comincia a suggerire a Renzi anche i nuovi manager delle partecipate pubbliche. Spesso in tandem con Carrai, con cui è un’unica cosa anche nel privato (è stato testimone delle sue nozze con Francesca Campana Comparini, mentre la di lei sorella, Cristina, lavora nel suo studio), fa lobby per piazzare nei posti che contano persone di cui si fida. Nel 2013 spinge affinché il fratello Francesco (Alberto è legatissimo sia a lui che ai suoi tre nipoti) diventi commissario straordinario del Maggio fiorentino, poi - con Renzi al governo - facilita prima la scalata di Francesco Starace alla guida di Enel di cui lui stesso diventa consigliere, poi quella di Gianni Vittorio Armani (l’avvocato pistoiese l’ha conosciuto in Terna, dove Bianchi nel 2011 diventò membro dell’Organismo di Vigilanza) alla presidenza dell’Anas.

MAURO MORETTI RENATO MAZZONCINI MAURO MORETTI RENATO MAZZONCINI

 

L’avvocato, da poco socio di uno splendido circolo di golf a Monsummano Terme, propone anche il suo amico intimo Fabrizio Landi, già finanziatore della Leopolda, nel cda di Finmeccanica, e si muove affinché sia l’avvocato Umberto Tombari (nel cui studio hanno mosso i primi passi sia la Boschi sia il democrat Francesco Bonifazi) a diventare presidente dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze. Dove, ancora oggi, siede il solito Carrai.

 

claudio descalzi, renato mazzoncini, alberto nagel incontrano rohani a teheran con renzi claudio descalzi, renato mazzoncini, alberto nagel incontrano rohani a teheran con renzi

Anche il nuovo amministratore delegato di Fs, Mazzoncini, conosce Bianchi da tempo: a partire dal maggio 2012 è stato infatti numero uno di Busitalia-Sita Nord, azienda controllata da Fs che gestisce dal dicembre 2012 - per volontà dell’allora sindaco Renzi, che decise di privatizzarla - l’Ataf, l’azienda tranviaria fiorentina. E chi spunta fuori tra gli avvocati di Busitalia, almeno a partire dal 2013? Ancora una volta, si tratta di Alberto Bianchi. Che ha consulenze anche da Finservizi, vari comuni toscani, Alstom ferroviaria e, ovviamente Firenze Parcheggi. Dove nell'agosto 2013 ha beccato una consulenza da 27 mila euro. Al tempo amministratore delegato della municipale era il solito Carrai.

umberto tombari dario nardella umberto tombari dario nardella FABRIZIO LANDI FABRIZIO LANDI

 

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