LA FRANCIA BIPOLARE - IL DUO LE PEN RISCHIA DI RIMANERE DI NUOVO CON UN PUGNO DI MOSCHE: AFFLUENZA IN FORTE AUMENTO, SEGNO CHE IL FRONTE “REPUBBLICANO” E ANTI-FRONT NATIONAL POTREBBE FUNZIONARE - MA IL PAESE NON SARÀ PIÙ LO STESSO: UN 30% VOTA MARINE E RIGETTA L’EUROPA, GLI IMMIGRATI E I PRINCIPI CHE PER I SOCIALISTI SCATENERANNO LA “GUERRA CIVILE”

Partecipazione in forte rialzo al ballottaggio delle regionali in Francia. A mezzogiorno ha votato il 19,59% degli elettori, contro il 16,27% della stessa ora una settimana fa - Grazie alla desistenza dei socialisti, nelle regioni in cui sono candidate, Le Pen figlia e nipote rischiano di non vincere, nonostante il vantaggio al primo turno…

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marion e marine le pen marion e marine le pen

1. FRANCIA: REGIONALI, AFFLUENZA IN FORTE AUMENTO

 (ANSA) - Partecipazione in forte rialzo al ballottaggio delle regionali in Francia. A mezzogiorno ha votato il 19,59% degli elettori, contro il 16,27% della stessa ora una settimana fa, in occasione del primo turno. Alle regionali del 2010, a mezzogiorno, aveva votato il 18,57% degli elettori.

 

 

2. LA REPUBBLICA BIPOLARE NON C' È PIÙ GLI ANTI-SISTEMA SONO LÌ PER RESTARE - HOLLANDE SPERA CHE GLI ESTREMISTI DISTRUGGANO LA DESTRA. MA RISCHIA

Cesare Martinetti per “la Stampa

 

marine e marion le pen marine e marion le pen

Questa sera, dopo una delle settimane politiche più folli di Francia, in cui Valls è arrivato a evocare scenari da «guerra civile» in caso di vittoria del Fn, potrebbe anche succedere che Marine Le Pen si ritrovi con un pugno di mosche in mano.

Qualche consigliere regionale a Nord, Est, in Borgogna, al Sud. E basta.

 

marion le pen marion le pen

Potrebbe. Il sistema elettorale francese, anche quello regionale che pur prevede una spartizione proporzionale dei seggi, ha comunque un impianto maggioritario. Il che significa che chi arriva primo prende il potere. In questo caso un 25 per cento di seggi in premio che assicurano il governo. Sistema brutale, ma forse anche saggio, costruito per stabilizzare il sistema, far convergere le maggioranze verso il centro, neutralizzare gli estremi.

marion le pen jean marie le pen marion le pen jean marie le pen

 

Potrebbe, abbiamo detto.

Perché ogni voto contiene un' incognita e una parte del 50 per cento di astenuti nel primo turno di domenica scorsa potrebbero tornare al voto introducendo nel suffragio un' altra incognita, verosimilmente anti-Le Pen se consideriamo che Madame dovrebbe aver già fatto il pieno di consensi. Ma non è da escludere che invece proprio i più delusi di tutti, quelli che non credono nemmeno più nel Front, possano tornare alle urne attratti dal risultato del primo turno immaginando di poter assestare il colpo di grazia al sistema.

 

jean marie le pen con la nipote marion marechal jean marie le pen con la nipote marion marechal

Quale che sia il risultato, dopo queste elezioni regionali francesi, niente sarà più come prima. Nella politica parigina, innanzitutto, dove ai due tradizionali poli della destra (gli ex gollisti ora i «repubblicani» di Sarkozy) e della sinistra (i socialisti di Hollande alternatamente supportati dall' inquieta galassia di ecologisti e «gauchisti») si affianca ora stabilmente il Front National. Il partito di Marine Le Pen non è più il fantasma antisistema che dal 2002 guadagna consensi a ogni elezione senza mai però mordere l' osso del potere.

jean marie le pen con la nipote marion marion marechal jean marie le pen con la nipote marion marion marechal

 

A questa evidenza i due partiti tradizionali hanno reagito in modo opposto. I socialisti, guidati dal premier Valls (mentre Hollande è rimasto ostentatamente silenzioso) hanno sostanzialmente negato la legittimazione democratica al partito della Le Pen. I candidati del Ps si sono ritirati dai ballottaggi triangolari i due delle tre regioni chiave: nel Nord-Piccardia (dov' è candidata Marine Le Pen), in Provenza-Costa Azzurra (dove la nipote Marion Le Pen è in testa).

marion le pen marion le pen

 

In Alsazia-Lorena (dov' è capolista il numero 2 del partito Florian Philippot), il socialista Jean-Pierre Masseret ha però rifiutato di farlo. Con questa mossa i socialisti intendono evitare a tutti i costi una vittoria lepenista anche al prezzo di favorire i candidati della destra sarkozista. È lo schema «repubblicano» che nel 2002 consentì a Chirac di battere (82 per cento contro 18) Jean-Marie Le Pen qualificatosi a sorpresa al secondo turno delle presidenziali.

manuel valls francois hollande manuel valls francois hollande

 

Tuttavia il clima è molto diverso dal 2002, niente è più scontato. Sarkozy ha scelto la strada opposta: «ni-ni» ovvero nessuna concessione al Front ma nemmeno ai socialisti. Lotta dura a oltranza da posizioni molto di destra, su svariati punti difficili da distinguere da quelle del Front. Una scelta che gli ha già fatto perdere gli alleati centristi e che è molto contestata nel partito dai suoi due maggiori contendenti nella corsa alla candidatura per l' Eliseo 2017: Alain Juppé e François Fillon. Per Sarko queste elezioni sono già state una sconfitta: battuto sul campo dalla Le Pen, se anche dovesse vincere nelle regioni principali sarà comunque una mezza vittoria perché favorita dal ritiro socialista.

MORANO SARKOZY 1 MORANO SARKOZY 1

 

François Hollande ha osservato lo svilupparsi di questo groviglio nel chiuso dell' Eliseo e confortato da una significativa ripresa di popolarità dopo gli attentati del 13 novembre. Cinica constatazione, ma così è la politica. E il presidente - insinua «Le Monde» - vedrebbe la possibilità di mettere in atto la «strategia del peggio», secondo lo schema usato da Mitterrand nel 1986, quando favorì il Front per dividere la destra e rivincere poi due anni dopo le elezioni.

 

Il voto di domenica scorsa ha dimostrato che la rincorsa a destra di Sarkozy, favorisce Marine Le Pen. Forte della sua sperimentata grammatica istituzionale e della fermezza dimostrata all' interno e all' esterno di fronte all' attacco terroristico, il presidente conta di presentarsi come il più affidabile garante della nazione. La strada per il 2017 però è ancora lunga.

SARKOZY SARKOZY

 

L' INSOFFERENZA PER L' UE

Ma questo voto cambia per sempre le cose anche in rapporto all' Europa. Il 30 per cento in media di francesi che scelgono il Front (il 40 in zone chiave) sono ormai un voto stabile contro l' Ue e il suo storico pacchetto di valori: libera circolazione di merci e umani, convergenza di sistema e di politiche, diffusione orizzontale di diritti e possibilità. La crisi economica, l' immigrazione non governata, l' onda di migranti, il senso di insicurezza moltiplicata dal terrorismo hanno cancellato il ricordo dei benefici di cinquant' anni di Europa. Tutto ciò che arriva da Bruxelles è visto come un' insopportabile imposizione ed è questa la rottura con il paradigma politico novecentesco.

marine le pen e ahmed al tayeb imam del cairo marine le pen e ahmed al tayeb imam del cairo

 

Lo schema è ormai bipolare tra chi vuole stare dentro l' Ue (destra e sinistra tradizionali) e chi contro (Front e movimenti populisti). Il grande consenso per questi ultimi li legittima stabilmente e di questo bisogna prendere atto senza rinunciare a denunciare la discriminante etnica che nel caso del Front si configura come vero razzismo. Ma è questa la grande sfida europea del futuro.

 

Twitter @cesmartinetti.

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