Stefano Montefiori per il "Corriere della Sera"
MAURICE LEVY CEO DI PUBLICIS Dominique Strauss Kahn PorscheEssere ricchi in Francia non è mai stato facile, almeno da un punto di vista dell'immagine. Il pubblicitario Jacques Séguéla, che anni fa disse «se arrivi a cinquant'anni senza Rolex sei un fallito», è costretto da allora a periodici atti penitenziali in pubblico. Nicolas Sarkozy, che aveva provato a sdoganare i segni esteriori del benessere, venne ben presto marchiato come «presidente bling bling» e poche sere fa se ne è scusato in diretta tv, chiedendo ai francesi perdono per avere tenuto la festa della vittoria del 2007 al lussuoso Fouquet's degli Champs Elysées (dando peraltro la colpa alla ex moglie Cécilia); e la disgrazia di Dominique Strauss-Kahn, ben prima del Sofitel, è cominciata quando è stato fotografato nell'atto di salire sulla ormai celebre Porsche Panamera di un collaboratore.
Maurice-Levy-Publicis-Chinejean cyril spinettaIn questo contesto si è aggiunta la crisi dell'euro e i sacrifici chiesti ai francesi sulle pensioni e sulle tasse: non c'è da stupirsi se la notizia del mega-bonus di oltre 16 milioni di euro percepito nel 2011 da Maurice Lévy ha fatto scalpore, provocando un'indignazione bipartisan. Maurice Lévy è patron di Publicis (il terzo gruppo pubblicitario mondiale), organizza i grandi eventi dell'Eliseo (come il G8 di Internet) e mesi fa - fiutando il clima nel Paese - sostenne l'iniziativa della maggioranza di varare una tassa speciale per i super-ricchi, cioè il 3 per cento per i redditi tra 250 e 500 mila euro, e il 4% per i redditi oltre il mezzo milione di euro.
Non solo: nel momento in cui il governo era costretto a chiedere rinunce a tutti i cittadini, Lévy prese l'iniziativa di stilare sul Nouvel Observateur un clamoroso appello - «Tassateci!» - assieme all'inedita banda dei miliardari Liliane Bettencourt (l'erede dell'Oréal protagonista dello scandalo), Christophe de Margerie (capo di Total), Frédéric Oudéa (Société Générale), Jean-Cyril Spinetta (Air France-Klm) e alcuni altri. «Tranquilli, stiamo arrivando, vi faremo pagare quel che volete e anche di più!», gli rispose beffardo il candidato socialista François Hollande, che sull'insofferenza popolare contro gli straricchi e le loro retribuzioni ha costruito una parte della sua recente piattaforma politica.
Hollande propone di tassare del 75% la parte di reddito che supera un milione di euro annuo, ma Jean-Luc Mélenchon, leader del Front de Gauche e nuova star dei sondaggi, lo supera a sinistra: «Quando sarò al potere, saranno i ricchi a pagare per le pensioni di tutti!», e soprattutto «Sopra i 30 mila euro al mese, tassazione al 100%: mi prendo tutto», sono le sue frasi di battaglia.
JEAN LUC MELENCHON LEADER DEL FRONT DE GAUCHE NICOLAS SARKOZYI ricchi sono i paria di questa campagna elettorale, e neanche Nicolas Sarkozy - a lungo accusato di essere il loro presidente - se la sente di difenderli. Anzi. Sarkozy denuncia sempre più spesso le retribuzioni «indecenti», «sproporzionate», «inammissibili» dei grandi manager privati. Nel caso del suo amico Maurice Lévy, Sarkozy ha però voluto aggiungere «chi ha voluto attribuire una somma così astronomica? Sono gli azionisti, quelli che hanno il cuore a sinistra, che la sera in aereo sostengono François Hollande, e di giorno votano bonus esorbitanti».
Sarkozy allude alla grande intellettuale di sinistra Élisabeth Badinter (moglie del ministro della Giustizia Robert Badinter che abolì la pena di morte in Francia), presidente del gruppo Publicis ereditato dal padre, e titolare di una fortuna stimata nel 2011 in 652 milioni di euro. La ricchezza è inelegante e fuori moda ma riempie tutti gli armadi, della destra e della sinistra.