GIACHETTI, COLPI PERFETTI! - Arrivano le leggi per salvare il Cavalier Pompetta dai processi e allo stadio Montecitorio inizia il Vietnam parlamentare. Quella vecchia volpe radicale di Roby Giachetti (scuola Pannella) ha mandato in tilt il flipper della maggioranza incartandola su un tema inutile come il processo verbale: guadagnata una settimana - Non solo La Rissa: la Prestigiacomo dà dello “stronzo” a Fini (i due, un tempo, si volevano bene assai), i leghisti sbraitano contro la disabile Argentin (“handicappata del cazzo”)...

Condividi questo articolo


Tommaso Labate per \"Il Riformista\"

«Che cos\'è il genio?», si chiedeva, il \"Perozzi\" (Philippe Noiret) in Amici miei prima di magnificare l\'ennesimo scherzo elaborato dal \"Necchi\" (Duillio Del Prete). «E fantasia, intuizione, colpo d\'occhio e velocità di esecuzione! ». Il \"Necchi\" che ieri ha mandato ko la maggioranza è il segretario d\'Aula del Pd, Roberto Giachetti.

GiachettiGiachetti Roberto

Aula di Montecitorio, interno giorno, ore 10,25. Quando chiede la parola a inizio seduta, nessuno immagina che Giachetti stia per mettere insieme «fantasia, intuizione, colpo d\'occhio e velocità d\'esecuzione», i quattro elementi di un menù parlamentare che trasformerà il 31 marzo del 2011 nell\'ennesimo «giorno da cani» della maggioranza.

Nel suo intervento il deputato del Pd chiede che dentro il «processo verbale» di cui è appena stata data lettura rientrino alcune performance in cui si era prodotto Ignazio La Russa il giorno prima. «Nel pieno del suo intervento il collega La Russa, rivolto ai colleghi del Pd, affermava che siamo dei conigli», dice. «Chiedo almeno che rimanga agli atti della Camera e soprattutto dentro il processo verbale (...) una frase del genere, che per quanto mi riguarda qualifica il Ministro», insiste.

Sembra una goccia nell\'oceano degli atti parlamentari. E invece l\'intervento di Giachetti è la biglia che, magicamente, manda in tilt il flipper pidiellino, leghista e responsabile. Meno di venti minuti dopo, infatti, la maggioranza è in un angolo.

Per la prima volta nella storia della Repubblica, la Camera boccia il processo verbale del giorno prima. In teoria non significa nulla. In pratica, però, l\'opposizione guadagna le ore (preziose) per ricacciare in alto mare il processo breve. Gli attimi prima della chiusura della votazione sono un inferno. Fini si sgola: «Prego i colleghi di prendere posto e di votare. Il Ministro Brunetta ha votato? Il Ministro Fitto ha votato? Ministro Alfano, prego. Dichiaro chiusa la votazione».

RISSARISSA A MONTECITORIO

L\'ultimo secondo è fatale al guardasigilli, che sbaglia a inserire la tesserina per votare nell\'apposita fessura e poi, con un gesto di stizza, la lancia contro Di Pietro. Ed è fatale anche alla Prestigiacomo, che si volta furibonda verso la terza carica dello Stato (i due, un tempo, si volevano bene assai).

«No, no», grida Stefy a Gianfry, chiedendogli implicitamente di tenera aperta la votazione. «Gli ha gridato \"stronzo\", Prestigiacomo ha gridato \"stronzo\" a Fini», giurano dai banchi dell\'opposizione (attendesi il resoconto definitivo, oggi). Game. Set. Match. Il presidente della Camera decreta: «Onorevoli, la votazione è stata dichiarata aperta oltre ogni limite. La Camera respinge, a parità di voti».

Dai banchi del Pdl, il tarantino Pietro Franzoso grida nei confronti di Fini frasi che le vecchie educande avrebbero definito «irripetibili». Il presidente della Camera viene colpito da una copia del Corriere della Sera, mentre una palletta di carta lo manca di poco. «Non sono stato io, erano da dietro», sbraita Franoso. I boatos (giustizialisti) incolpano le berlusblondies Castiello Giuseppina da Afragola e Mannucci Barbara da Roma.

LANCIOLANCIO DI MONETINE A MONTECITORIO

La prima per il lancio del giornale, la seconda per la galletta di carta. Ma anche nel più tragicomico degli spettacoli può spuntare una scena tra il misero e il becero. Succede quando, dopo un intervento di Italo Bocchino, Osvaldo Napoli perde la testa e si dirige verso l\'assistente della deputata Ileana Argentin. «Tu non puoi applaudire, capito?», dice il berlusconiano piemontese.

«Che succede? Che c\'è, onorevole Argentin? Non capisco, ha chiesto di parlare, onorevole Argentin?», dice Fini dallo scranno più alto. «Mi hanno rotto anche il microfono! Si è appena avvicinato un collega per dire al mio operatore che non deve permettersi di applaudire» (Argentin). «E ha ragione», sbraita il leghista Polledri. «Ma come si permette!» (Fini a Polledri). «Allora ricordo all\'Aula che io non muovo le mani...» (Argentin).

«Invito il collega che ha proferito la parola a scusarsi. Onorevole Polledri, si scusi o chiarisca» (ancora Fini). Alcuni deputati del Pd bloccano il collega Michele Meta, amico di una vita di «Ileana», che prova a raggiungere i banchi della maggioranza.

IlIl vaffa di La Russa a Fini

Dai banchi del Carroccio parte un «handicappata del cazzo» riferito alla Argentin. Che conclude: «Non desidero le scuse di nessuno. Credo che lei mi conosca abbastanza per sapere che non strumentalizzo mai queste cose. Ma se desidero applaudire un mio avversario, lo faccio come credo e quando credo. Se non lo posso fare con le mie mani, lo faccio con le mani di chiunque». Applausi. Sia Polledri che Napoli, quest\'ultimo anche in Transatlantico, si scusano.

La giornata nera del governo si fa nerissima nel pomeriggio, quando il processo breve scompare dai radar. «Questi del gruppo del Pdl so\' proprio incompetenti. Si sono fatti fregare ancora», è l\'analisi del \"responsabile\" Francesco Pionati. Tutto per \"colpa\" del processo verbale e dell\'intuizione di Giachetti.

PRESTIGIACOMOPRESTIGIACOMO

Tutta colpa delle pagine 72 e 73 del resoconto stenografico di mercoledì 30 marzo, il La Russa day. Che - testualmente - dà dei «conigli» ai deputati dell\'opposizione e si becca in cambio un doppio «fascista, coglione!». Qualche riga più sotto c\'era quella parolina che il ministro della Difesa aveva rivolto al suo ex amico Fini. Per gli atti di Montecitorio è un «va...» (all\'indirizzo della presidenza). Ma fior di testimoni, come hanno riportato tutti i giornali di ieri, giurano che quel «va...» era corredato da due effe, una a, una enne, una ci, una u, una elle e una o.

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

MADONNA? EVITA-LA! – QUELLA VOLTA CHE MADONNA VENNE A ROMA PER LA PRIMA DI “EVITA’’ E SI INCAZZÒ FACENDO ASPETTARE IL PUBBLICO PER UN’ORA E MEZZO - IL PATTO ERA CHE SUA FIGLIA, LOURDES, VENISSE BATTEZZATA NEGLI STESSI GIORNI DAL PAPA ALLA PRESENZA DEL PADRE, CHE SI CHIAMAVA JESUS - IL PRODUTTORE VITTORIO CECCHI GORI CONOSCEVA UN CARDINALE: “PRONTO, AVREI MADONNA, L’ATTRICE, CHE VORREBBE BATTEZZARE LA FIGLIA, LOURDES, COL PADRE, JESUS… E SE FOSSE DISPONIBILE IL PAPA…” – VIDEO

DAGOREPORT - CON AMADEUS, DISCOVERY RISCHIA: NON È UN PERSONAGGIO-FORMAT ALLA STREGUA DI CROZZA E FAZIO. È SOLO UN BRAVISSIMO CONDUTTORE MA SENZA UN FORMAT FORTE CHE L’ACCOMPAGNI, SARÀ DURISSIMA FAR DIGITARE IL TASTO 9. NELLA TV DI OGGI I PRODUTTORI DI CONTENUTI VENDONO CHIAVI IN MANO IL PACCHETTO FORMAT+CONDUTTORE ALLE EMITTENTI - ALLA CRESCITA DI DISCOVERY ITALIA, NEL 2025 SEGUIRA' ''MAX'', LA PIATTAFORMA STREAMING DI WARNER BROS-HBO CHE PORTERÀ A UNA RIVOLUZIONE DEL MERCATO, A PARTIRE DALLA TORTA PUBBLICITARIA. E LE RIPERCUSSIONI RIMBALZERANNO SUI DIVIDENDI DI MEDIASET E LA7 - A DIFFERENZA DI RAI E IN PARTE DI MEDIASET, DISCOVERY HA UNA STRUTTURA SNELLA, SENZA STUDI DI REGISTRAZIONE, SENZA OBBLIGHI DI ASSUNZIONI CLIENTELARI NÉ DI FAR TALK POLITICI - LIBERI DI FARE UN CANALE5 PIÙ GIOVANE E UN’ITALIA1 PIÙ MODERNA, IL PROSSIMO 9 GIUGNO DOVRANNO DECIDERE SE FARE O MENO UNO SPAZIO INFORMATIVO. NEL CASO IN CUI PREVARRA' IL SÌ, SARÀ UN TG MOLTO LEGGERO, UNA SORTA DI ANSA ILLUSTRATA (E QUI RICICCIA L'OPZIONE ENRICO MENTANA)    

DAGOREPORT L’INTELLIGENCE DI USA E IRAN HANNO UN PROBLEMA: NETANYAHU - L'OPERAZIONE “TERRORISTICA” CON CUI IL MOSSAD HA ELIMINATO IL GENERALE DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE IRANIANE NELL'AMBASCIATA IRANIANA A DAMASCO E LA SUCCESSIVA TENSIONE CON TEHERAN NON È SPUNTATA PER CASO: È SERVITA AL PREMIER ISRAELIANO A "OSCURARE" TEMPORANEAMENTE LA MATTANZA NELLA STRISCIA DI GAZA, CHE TANTO HA DANNEGGIATO L'IMMAGINE DI ISRAELE IN MEZZO MONDO - NETANYAHU HA UN FUTURO POLITICO (ED EVITA LA GALERA) SOLO FINCHÉ LA GUERRA E LO STATO D'ALLARME PROSEGUONO...

DAGOREPORT – BIDEN HA DATO ORDINE ALL'INTELLIGENCE DELLA CIA CHE LA GUERRA IN UCRAINA DEVE FINIRE ENTRO AGOSTO, DI SICURO PRIMA DEL 5 NOVEMBRE, DATA DEL VOTO PRESIDENZIALE AMERICANO - LO SCENARIO E' QUESTO: L’ARMATA RUSSA AVANZERÀ ULTERIORMENTE IN TERRITORIO UCRAINO, IL CONGRESSO USA APPROVERÀ GLI AIUTI MILITARI A KIEV, QUINDI PUTIN IMPORRÀ DI FARE UN PASSO INDIETRO. APPARECCHIATA LA TREGUA, FUORI ZELENSKY CON NUOVE ELEZIONI (PUTIN NON LO VUOLE AL TAVOLO DELLA PACE), RESTERA' DA SCIOGLIERE IL NODO DELL'UCRAINA NELLA NATO, INACCETTABILE PER MOSCA – NON SOLO 55 MILA MORTI E CRISI ECONOMICA: PUTIN VUOLE CHIUDERE PRESTO IL CONFLITTO, PER NON DIVENTARE UN VASSALLO DI XI JINPING...