IN GINOCCHIO DA TE - PER NON ESSERE EMARGINATO NELLA PARTITA PER IL COLLE, BERLUSCONI “OFFRE” A RENZI I SUOI VOTI – IN REALTA’ IL PATTO DEL NAZARENO 2 TRA VERDINI-LETTA-RENZI PUNTA SULLA FINOCCHIARO


Paola Di Caro per il “Corriere della Sera

 

Matteo Renzi e berlusconi

È pronto a tutto pur di eleggere un presidente «condiviso». Un presidente «di garanzia», non più «di parte» come gli ultimi, come pure Giorgio Napolitano, alla fine, secondo lui è stato perché «la ferita delle mie dimissioni del 2011 non si cancella». Silvio Berlusconi ha un solo obiettivo, e nonostante la paura che Renzi alla fine possa guardare altrove, possa rivolgersi al M5S, partendo dalla sua maggioranza, la convinzione è che Forza Italia abbia le carte in regola per contare e per ottenere ascolto e condivisione. 
 

renzi berlusconi in ginocchio da te

La chiave la sintetizza Osvaldo Napoli: «È quasi superfluo chiedersi se un accordo sull’elezione del capo dello Stato sia nel patto del Nazareno. Esso ne è, in qualche modo, il fondamento». Perché il Cavaliere sa quanto conti per Renzi l’appoggio assicurato sulle riforme e sulla legge elettorale, ma anche sulla gestione quotidiana dell’Aula dove spesso solo grazie ai voti azzurri si assicurano passaggi parlamentari essenziali.

 

RAFFAELE FITTO

Per questo, è pronto a trattare, mettendo sul piatto il peso di almeno 80-90 parlamentari: «Quanti mai potremmo perderne, 30, 40 dei nostri? Deputati e senatori sanno che a fare le liste sarò io...», ripete in queste ore Berlusconi a chi gli fa notare che la fronda di Fitto, col quale non vuole trattare, potrebbe rivelarsi un pericoloso tallone d’Achille. 
 

Sui nomi possibili però, assicurano i suoi fedelissimi, è ancora buio pesto. E in FI sanno che non starà a loro farne. Per ora dunque c’è solo un giudizio su varie ipotesi. Scontato il no su Prodi, la posizione ufficiale è di non votare anche figure molto caratterizzate a sinistra, da Veltroni in giù. Benissimo andrebbe Amato, e si potrebbe ragionare su esponenti ex democristiani come Castagnetti, forse pure Mattarella.

Giuliano Amato

 

L’idea di fondo è che, più si va verso un candidato di seconda o terza fila, più si può pensare di ottenere un presidente «attento e rispettoso della nostra situazione e di quella di Berlusconi», dicono dall’entourage dell’ex premier. Se non condizionabile, insomma, comunque pronto a dare ascolto alle richieste dell’opposizione che ha contribuito ad eleggerlo nonostante non si tratti di personaggio dalla forza autonoma e indiscussa. 
 

padoan

Molta più freddezza c’è invece verso figure provenienti dal mondo economico. Il ministro Padoan non è considerato certo vicino agli umori forzisti (secondo Brunetta è già «politicamente scomparso», e per questo «piace tanto a Renzi»), e lo stesso Mario Draghi, nonostante sia unanimemente considerato una figura di altissimo profilo, sarebbe «una sconfitta per tutti, anche perché dovrebbe lasciare nelle mani dei tedeschi la Bce con danno per il Paese». 
 

Mario Draghi a Napoli

Si aspetta quindi che sia Renzi a sbrogliare la matassa, ben sapendo che il premier non potrà dare l’impressione di un accordo «sullo stile del Nazareno», nel chiuso di una stanza, perché «sarebbe massacrato dai suoi». Per questo il percorso che si immagina a palazzo Grazioli è quello di una o più proposte indigeribili da parte di Renzi, fino ad arrivare a quella sulla quale si potrà raggiungere una convergenza. Nei tempi ancora lunghissimi politicamente che separano le parole dal voto.