UN GIORNO DA PECORARO: “SINDACO E UN PREFETTO INSIEME? UNA SCELTA CREATIVA CHE NON HA PRECEDENTI”. L’EX PREFETTO: “A MIO AVVISO O SI COMMISSARIAVA ROMA FINO AL GIUBILEO OPPURE SI DOVEVA LASCIARE IL SINDACO. GABRIELLI NEL 2017? SCELTA INOPPORTUNA"


Pietro De Leo per "Il Tempo"

 

giuseppe pecoraro

 «Mi pare sia stata fatta una scelta più politica che tecnica». Giuseppe Pecoraro, che è stato Prefetto di Roma dal novembre 2008 all’aprile di quest’anno, commenta così la soluzione che ha adottato l’altroieri il Consiglio dei Ministri per Roma Capitale. Il governo ha affiancato al sindaco Ignazio Marino l’attuale Prefetto Franco Gabrielli, con ampi poteri su molte, fondamentali materie amministrative. Oltre a Gabrielli, fanno parte del "team" di tutori anche il Presidente dell’Anticorruzione Cantone e l’ex Assessore Scozzese.

 

 

Questi poteri attribuiti a Gabrielli hanno dunque una forte impronta politica secondo lei?

 

«Certo, ma è logico che sia così, visto che dopo la relazione del Prefetto la palla passa al Ministro dell’Interno e poi al Consiglio dei Ministri. Quindi è chiaro che la valutazione politica prevalga su quella tecnica dei componenti della Commissione d’accesso»

 

Ma non siamo, di fatto, ad un commissariamento della politica?

 

«A mia memoria non esistono precedenti in cui sia mai stata adottata una scelta del genere. Credo che il governo abbia messo in campo una soluzione, per così dire, ‘creativa’. Certo, ne escono ridotti gli spazi di manovra amministrativa del sindaco».

 

 E anche gli spazi di manovra della volontà popolare…

 

alfonso sabella ignazio marino

«Dico una cosa. Per molto tempo ho letto di proposte che avanzavano delle soluzioni intermedie, alternative a quelle del commissario prefettizio. Io ho un pensiero molto semplice, che o si commissaria nel periodo di transizione fino alle elezioni, o si lascia il Sindaco.

 

 Alcuni rumors dicono che il Prefetto Gabrielli stia prendendo la rincorsa per fare il candidato a Sindaco di Roma.

 

«L’eventuale candidatura e i rumors non mi riguardano. Tuttavia, da cittadino romano ed elettore di questa città ritengo, ritengo sia necessaria una figura diversa. Non mi riferisco alla persona Gabrielli, per carità, quanto all’identikit».

 

Perché secondo lei come sindaco sarebbe una soluzione inopportuna?

 

«Perché, e lo sostengo da elettore, serve una figura di ampio respiro politico che assuma iniziative politiche e risolva problemi. Riaffermare la legalità certo è la prima cosa ma non basta. È necessario dare risposte di altro tipo in tutti gli ambiti. La gente vuole essere amministrata e sentirsi ben governata. Mettere una figura "spot" ritagliata solo sulla legalità rischia di essere una scelta limitata. Per fare il Sindaco di Roma ci vuole cuore perché raccoglie un’eredità molto pesante.

 

alfonso sabella assessore alla legalita per ignazio marino

Mafia Capitale, proviamo a sciogliere un dubbio. Nel luglio scorso, il Tempo affiancò le due relazioni, quella della Commissione d’accesso, formata da lei nel 2014, e quella del prefetto Gabrielli. La prima concludeva con il sì allo scioglimento del Comune. Quella di Gabrielli con il no. Perché questa differenza, secondo lei?

 

«Io non conosco il contenuto di nessuna delle due. Ho appreso dai giornali la diversità delle proposte. In base a questo, credo la differenza esista perché il testo della Commissione d’accesso si basa su valutazioni tecniche, l’altra relazione invece si basa su valutazioni meno tecniche».

 

Più politiche, quindi?

 

Diciamo più legate al ruolo che il Prefetto ha di rappresentante del governo.

Giuseppe Pecoraro

 

 

Oggi (ieri per chi legge, n.d.r), l’assessore alla legalità Alfonso Sabella a Rainews 24 ha puntato il dito contro di lei, accusandola, di fatto, di ‘negazionismo’ sulla presenza della mafia a Roma.

 

«Il signor Sabella ancora parla? Ancora non ha letto i testi delle mie audizioni in Commissione Antimafia nel 2011 e nel 2013? Poteva farlo durante le sue vacanze. Non ha ancora capito che anche lui è stato commissariato? Invece di parlare, bisogna lavorare, lavorare e ancora lavorare per il bene della città. Questa Giunta ha un vizio, attribuisce agli altri le proprie incapacità».

 

Attribuire agli altri le proprie incapacità è un’espressione forte. Ci può fare un esempio più concreto?

 

«Penso alle volte in cui sono stati rifiutati gli aiuti da parte della Prefettura e da parte degli organi di Polizia per quanto riguarda le presenze negli alloggi comunali. Io avevo messo a disposizione un nucleo della Guardia di Finanza per gli accertamenti sui requisiti di carattere economico e le Forze di Polizia per eventuali sgomberi. Non ho mai ricevuto risposta».

 

Con chi ne aveva parlato?

 

«Con gli amministratori comunali competenti».

 

MARINO GABRIELLI

Lei ha qualcosa da rimproverarsi, nel suo operato da Prefetto?

 

«No, non ho nulla da rimproverarmi, assolutamente. È chiaro, la perfezione non esiste ma con i miei collaboratori e i responsabili delle Forze dell’Ordine, in sei anni e mezzo, abbiamo fatto il massimo a Roma. Mi dispiace che si fa sempre troppo in fretta a dimenticare».

franco gabrielli

 

Ricordiamo noi qualcosa, allora.

 

«Non mi pare, per fare un esempio, che con la sepoltura di Erich Priebke vi siano stati gli stessi problemi che abbiamo avuto con il funerale di Vittorio Casamonica. Attualmente, nessuno sa dove Priebke è sepolto».

 

 Qual è stato secondo lei, l’errore con il funerale di Casamonica?

 

funerali vittorio casamonica 4

«C’è stato un problema di conoscenza del territorio. Se i "sensori territoriali" non funzionano, si perde capillarità. E a quel punto ben poco possono fare Prefetti, Questori e Sindaci».

 

Secondo lei Roma arriverà preparata e recettiva al Giubileo?

 

«Si sta partendo molto in ritardo, ma Franco Gabrielli ha grandi capacità organizzative. Con l’aiuto che Governo, Comune e Vaticano saranno in grado di fornire, sono convinto che si arriverà a soddisfare tutte le esigenze e che Roma saprà dare un’immagine di sé eccezionale».

saluti romani alla bara di priebke