GIUSTIZIA À LA CARTE – SULLA RIFORMA I GRILLINI DANNO BUCA A ORLANDO E RENZI LI PUNZECCHIA: “MC5 SI PARLA SOLO CON I TERRORISTI” – CON FORZA ITALIA C’È POCO ACCORDO NONOSTANTE I SOSPETTI DI GRILLO - - - - -

I grillini rifiutano il confronto e accusano Renzi di aver fatto un patto sulla giustizia con il pregiudicato Silvio. Il premier risponde piccato e fa notare che loro parlano solo con i terroristi. Ma il confronto con Forza Italia resta difficile, con gli azzurri che lamentano scarso coraggio sulla responsabilità civile delle toghe e troppi rinvii

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Ugo Magri per “La Stampa”

 

RENZI E GRILLO BARBIERE RENZI E GRILLO BARBIERE

Come certi automobilisti, Renzi e Grillo si sono presi a male parole senza un vero perché. All’origine un piccolo sgraffio, l’irritazione dei Cinque stelle per un presunto sgarbo procedurale del ministro Orlando. Che li aveva convocati ieri sulla riforma della giustizia però senza sottoporre in anticipo testi scritti. Forse quei testi non erano ancora pronti, o magari Orlando non voleva scoprire le carte, vai a sapere. Fatto sta che i grillini, risentiti, hanno disertato l’incontro per marcare la protesta. E di buon mattino hanno diffuso una lettera al Guardasigilli dove lo accusano di «scortesia istituzionale». Fin qui siamo nella consueta dialettica politica.


Poi però, nella foga, hanno tirato in ballo il premier (che sta in vacanza a Forte dei Marmi) toccandolo per giunta su un nervo sensibile: i rapporti con Berlusconi. E sono andati giù davvero grevi: «Proviamo un senso di ribrezzo nel constatare che un presidente del Consiglio possa ancora scendere a patti con l’ex Cavaliere sulla giustizia...». Ribrezzo, proprio così.

ANDREA ORLANDO MATTEO RENZI ANDREA ORLANDO MATTEO RENZI

 

Per cui a Renzi è saltata la mosca al naso. E con i tempi di reazione tipici dei tempi moderni ha rilanciato urbi et orbi un tweet velenoso del presidente Pd Orfini: «Per M5S con i terroristi bisogna interloquire, ma guai a farlo con il governo...». Ah sì, noi amici dei terroristi? Ora lo sistemo io, deve aver pensato Grillo. Altro tweet stavolta dell’ex comico, che ha fatto suo un concetto del fido Di Maio: «No lezioni dal compare del Noto Pregiudicato». Per fortuna non sono spuntati fuori i coltelli.

Andrea Orlando Andrea Orlando

 

Più tardi Renzi ha riflettuto sulla sua reazione fumantina. E nel pomeriggio Palazzo Chigi ha precisato conciliante: il premier non ha mai detto che i pentastellati dialogano «solo» coi terroristi. Le porte per un futuro colloquio anche con il governo restano spalancate.
 

In assenza dei grillini, unico ad affacciarsi a via Arenula è stato il senatore Caliendo per conto di Forza Italia. Due ore di amabile conversazione col ministro (Caliendo è un vecchio gioviale magistrato partenopeo). Il rappresentante berlusconiano ha sollevato parecchie obiezioni. La responsabilità civile dei magistrati appare al centrodestra fin troppo civile, nel senso che non punisce a sufficienza le toghe cadute in errore, Forza Italia vorrebbe qualcosa di assai più draconiano.

 

Sul falso in bilancio teme che si cadrà dalla padella nella brace, finendo per colpire con eccesso di zelo i «piccoli» che commettono errori formali, danneggiando l’economia. Delusione «azzurra» per il rinvio della stretta sulle intercettazioni (ma il ministro ha spiegato che, prima di mettere le proposte nero su bianco, vorrà dare ascolto ai direttori di giornale attraverso un giro di tavolo subito dopo le ferie).

GIACOMO CALIENDO MAURIZIO GASPARRI GIACOMO CALIENDO MAURIZIO GASPARRI

 

E il Csm, ha chiesto Caliendo, perché rimandarlo? Anche qui Orlando ha spiegato che bisogna dare almeno il tempo alle Camere di eleggere i membri di nomina parlamentare, altrimenti mancherebbe l’interlocutore. Però Forza Italia teme che alla fine cambierà poco. E attende con sospetto l’incontro della settimana prossima, in cui il Guardasigilli illustrerà come allungare i tempi della prescrizione (tema che a Berlusconi interessa non poco).

 

Insomma, tutto questo feeling con l’ex Cav sulla giustizia al momento non risulta. Niente accordi segreti con nessuno», garantisce Orlando.

SILVIO BERLUSCONI IN TRIBUNALE A MILANO SILVIO BERLUSCONI IN TRIBUNALE A MILANO


A conti fatti, il Consiglio del 29 agosto approverà senza dubbio il decreto per le cause civili arretrate che, rammenta il sottosegretario Ferri, sono 5 milioni e si traducono in 90 miliardi di mancata ricchezza: abbattere i tempi anche del 10 per cento sarebbe già un bel risparmio.

 

Andrà avanti il ddl sulla responsabilità civile, così pure quello contro la criminalità economica, comprensivo di autoriciclaggio e di falso in bilancio. Sulla prescrizione e sul resto tutto è apparecchiato, assicurano al ministero, l’ultima parola spetterà a Renzi.

 

 

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