GORINO-VIMINALE: 1 A 0 - L’IRA DI ALFANO: ORGANIZZARE BLOCCHI STRADALI CONTRO 12 DONNE NON FA ONORE AL NOSTRO PAESE - CHIESTO AIUTO A CHIESA, CARITAS E CROCE ROSSA - SU 8 MILA COMUNI, SOLO 2.600 HANNO ACCETTATO DI ACCOGLIERE PROFUGHI - NELLE CASERME POSTO PER 4 MILA PERSONE, MA NON SONO PRONTE

Condividi questo articolo


 

Fiorenza Sarzanini per il Corriere della Sera

 

LA PROTESTA ANTI MIGRANTI A GORINO LA PROTESTA ANTI MIGRANTI A GORINO

La linea del governo non cambia: Regioni e Comuni dovranno continuare a garantire l' accoglienza dei migranti. Il giorno dopo la rivolta di Gorino, al Viminale si mette a punto la distribuzione degli stranieri appena sbarcati, si cercano posti per chi arriverà nei prossimi giorni.

 

Le strutture in tutto il Paese sono al limite della capienza e dunque la maggior parte di loro verrà portata nelle caserme già utilizzate da mesi, si chiederà aiuto alle associazioni convenzionate, agli enti religiosi. Le disposizioni per i prefetti ribadiscono la necessità di non effettuare requisizioni, se non in casi estremi, trattando invece con gli amministratori locali in modo da evitare proteste e rivolte dei cittadini. Ma anche di non cedere alla piazza, come invece ha fatto ieri il prefetto di Ferrara Michele Tortora.

 

L' IRA DI ALFANO

 

Alfano Alfano

La rabbia del ministro dell' Interno Angelino Alfano per ciò che è successo in Emilia esplode in mattinata, quando le donne e i bambini sono stati trasferiti dal piccolo paese perché, come aveva comunicato nella notte lo stesso prefetto, «non siamo in grado di garantire la loro sicurezza».

 

Sul tavolo il ministro ha la ricostruzione della vicenda, sin da quando era stato individuato l' ostello di Gorino dove portare il piccolo gruppo di stranieri e poi si è deciso che non fosse il caso di sfidare la rivolta degli abitanti. La sua reazione è netta: «Quello che è accaduto è l' esempio di ciò che non va fatto». Rincara la dose il prefetto Mario Morcone, capo del Dipartimento immigrazione, «Mi vergogno di quanto accaduto». Una dichiarazione stigmatizzata dal leader leghista Matteo Salvini che dice: «Io sto con Gorino, Morcone si dimetta».

 

Alle 12 il titolare del Viminale va in tv a La 7 e scandisce: «L' Italia è a Lampedusa e sulle navi che salvano vite in mare. Non nelle barricate a Goro. Organizzare blocchi stradali contro dodici donne non fa onore al nostro Paese. Poi certo tutto può essere gestito meglio, possiamo trovare tutte le scuse che vogliamo, ma quella non è Italia. Quel che è accaduto non è lo specchio dell' Italia». E sull' Europa: «Noi facciamo la nostra parte, deve provvedere a redistribuzione e rimpatri».

LA PROTESTA ANTI MIGRANTI A GORINO LA PROTESTA ANTI MIGRANTI A GORINO

 

CASERME E RICOVERI

 

Nel pomeriggio si riesamina il piano di accoglienza. Mentre al sud sbarcano altre migliaia di migranti e il numero degli stranieri giunti in Italia in questi primi dieci mesi del 2016 arriva a 154.776, si individuano gli edifici da utilizzare. Anche tenendo conto che gli «hotspot» - i centri di identificazione dove ogni migrante deve essere fotosegnalato, così come prevedono gli accordi con l' Unione Europea - sono ormai stracolmi proprio perché le procedure da rispettare richiedono tempo.

 

Si prendono contatti con la Croce Rossa, con la Caritas, con le comunità religiose e le organizzazioni umanitarie che già si occupano di assistenza. Il governo ha sbloccato i 600 milioni necessari a pagare gli arretrati, le associazioni si mostrano disponibili a collaborare. Nel piano rientrano anche le cooperative. E poi ci sono le caserme, gli stabili demaniali e dell' esercito già consegnati. Possono ospitare circa 4.000 persone, i letti ancora disponibili non sono molti ma bisogna utilizzare ogni posto.

 

LA PROTESTA ANTI MIGRANTI A GORINO LA PROTESTA ANTI MIGRANTI A GORINO

INCENTIVI AI COMUNI

 

Sono soltanto 2.600 - su 7.998 - i Comuni che hanno accettato di assistere gli stranieri. Oggi ci sarà un nuovo incontro tra i rappresentanti del Viminale e il vertice dell' Anci - adesso presieduto dal sindaco di Bari Antonio Decaro - proprio per ampliare l' elenco di chi si rende disponibile. Il provvedimento del governo ha stanziato 100 milioni di euro per assegnare alle amministrazioni locali 500 euro per ogni straniero accolto fino al 15 ottobre scorso.

 

Altri soldi sono a disposizione di chi vorrà partecipare alla ripartizione che segue uno schema preciso. Si trasferiranno 2,5 richiedenti asilo ogni mille abitanti ma i Comuni saranno differenziati in tre classi: fino a 2.000 abitanti, con più di 2.000 abitanti e città metropolitane. Nel primo caso il massimo dei migranti assegnati è 5; nell' ultimo si scende a 1,5 ogni mille abitanti.

centri di accoglienza 7 centri di accoglienza 7

 

OLTRE 3.700 MORTI

 

Per avere un' idea della situazione in Italia basta scorrere i dati del Viminale aggiornati al 23 ottobre, tre giorni fa quando risultavano 168.026 le persone assistite. Negli «hotspot» ce n' erano 1.430, mentre 22.971 erano nelle strutture Sprar e ben 129.787 in quelle temporanee. Numeri destinati a salire velocemente, così come quello delle vittime del Mediterraneo.

BARCONI BARCONI

 

In questo caso è l' Alto commissariato dell' Onu a fornire il bilancio drammatico dei naufragi con almeno 3.740 tra morti e dispersi, poco meno dei 3.771 registrati in tutto il 2015, che è stato certamente l' anno «nero» proprio per quanto riguarda le tragedie del mare.

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

MADONNA? EVITA-LA! – QUELLA VOLTA CHE MADONNA VENNE A ROMA PER LA PRIMA DI “EVITA’’ E SI INCAZZÒ FACENDO ASPETTARE IL PUBBLICO PER UN’ORA E MEZZO - IL PATTO ERA CHE SUA FIGLIA, LOURDES, VENISSE BATTEZZATA NEGLI STESSI GIORNI DAL PAPA ALLA PRESENZA DEL PADRE, CHE SI CHIAMAVA JESUS - IL PRODUTTORE VITTORIO CECCHI GORI CONOSCEVA UN CARDINALE: “PRONTO, AVREI MADONNA, L’ATTRICE, CHE VORREBBE BATTEZZARE LA FIGLIA, LOURDES, COL PADRE, JESUS… E SE FOSSE DISPONIBILE IL PAPA…” – VIDEO

DAGOREPORT - CON AMADEUS, DISCOVERY RISCHIA: NON È UN PERSONAGGIO-FORMAT ALLA STREGUA DI CROZZA E FAZIO. È SOLO UN BRAVISSIMO CONDUTTORE MA SENZA UN FORMAT FORTE CHE L’ACCOMPAGNI, SARÀ DURISSIMA FAR DIGITARE IL TASTO 9. NELLA TV DI OGGI I PRODUTTORI DI CONTENUTI VENDONO CHIAVI IN MANO IL PACCHETTO FORMAT+CONDUTTORE ALLE EMITTENTI - ALLA CRESCITA DI DISCOVERY ITALIA, NEL 2025 SEGUIRA' ''MAX'', LA PIATTAFORMA STREAMING DI WARNER BROS-HBO CHE PORTERÀ A UNA RIVOLUZIONE DEL MERCATO, A PARTIRE DALLA TORTA PUBBLICITARIA. E LE RIPERCUSSIONI RIMBALZERANNO SUI DIVIDENDI DI MEDIASET E LA7 - A DIFFERENZA DI RAI E IN PARTE DI MEDIASET, DISCOVERY HA UNA STRUTTURA SNELLA, SENZA STUDI DI REGISTRAZIONE, SENZA OBBLIGHI DI ASSUNZIONI CLIENTELARI NÉ DI FAR TALK POLITICI - LIBERI DI FARE UN CANALE5 PIÙ GIOVANE E UN’ITALIA1 PIÙ MODERNA, IL PROSSIMO 9 GIUGNO DOVRANNO DECIDERE SE FARE O MENO UNO SPAZIO INFORMATIVO. NEL CASO IN CUI PREVARRA' IL SÌ, SARÀ UN TG MOLTO LEGGERO, UNA SORTA DI ANSA ILLUSTRATA (E QUI RICICCIA L'OPZIONE ENRICO MENTANA)    

DAGOREPORT L’INTELLIGENCE DI USA E IRAN HANNO UN PROBLEMA: NETANYAHU - L'OPERAZIONE “TERRORISTICA” CON CUI IL MOSSAD HA ELIMINATO IL GENERALE DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE IRANIANE NELL'AMBASCIATA IRANIANA A DAMASCO E LA SUCCESSIVA TENSIONE CON TEHERAN NON È SPUNTATA PER CASO: È SERVITA AL PREMIER ISRAELIANO A "OSCURARE" TEMPORANEAMENTE LA MATTANZA NELLA STRISCIA DI GAZA, CHE TANTO HA DANNEGGIATO L'IMMAGINE DI ISRAELE IN MEZZO MONDO - NETANYAHU HA UN FUTURO POLITICO (ED EVITA LA GALERA) SOLO FINCHÉ LA GUERRA E LO STATO D'ALLARME PROSEGUONO...

DAGOREPORT – BIDEN HA DATO ORDINE ALL'INTELLIGENCE DELLA CIA CHE LA GUERRA IN UCRAINA DEVE FINIRE ENTRO AGOSTO, DI SICURO PRIMA DEL 5 NOVEMBRE, DATA DEL VOTO PRESIDENZIALE AMERICANO - LO SCENARIO E' QUESTO: L’ARMATA RUSSA AVANZERÀ ULTERIORMENTE IN TERRITORIO UCRAINO, IL CONGRESSO USA APPROVERÀ GLI AIUTI MILITARI A KIEV, QUINDI PUTIN IMPORRÀ DI FARE UN PASSO INDIETRO. APPARECCHIATA LA TREGUA, FUORI ZELENSKY CON NUOVE ELEZIONI (PUTIN NON LO VUOLE AL TAVOLO DELLA PACE), RESTERA' DA SCIOGLIERE IL NODO DELL'UCRAINA NELLA NATO, INACCETTABILE PER MOSCA – NON SOLO 55 MILA MORTI E CRISI ECONOMICA: PUTIN VUOLE CHIUDERE PRESTO IL CONFLITTO, PER NON DIVENTARE UN VASSALLO DI XI JINPING...