UN GOVERNO AL MELONI - PER EVITARE CHE I DISSIDENTI M5S ROVININO I PIANI DEL GOVERNO SU DECRETO SICUREZZA E LEGITTIMA DIFESA, DALLA LEGA SPINGONO PER SILURARE GLI “ERETICI GRILLINI” E FAR ENTRARE IN MAGGIORANZA I 32 DEPUTATI E I 18 SENATORI DI “FRATELLI D’ITALIA” - LA "DUCETTA" MELONI POTREBBE PUNTARE A...

-

Condividi questo articolo


Adalberto Signore per “il Giornale”

 

L'immagine che cerca di rimandare all' esterno è quella di un' ostentata sicurezza. Ma è ormai da giorni che Di Maio è sfiancato dal bombardamento cui è sottoposto il M5s.

MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI

Prima l' Ilva, poi il via libera al condono, infine l' uno-due Tav e Tap. E il 10 novembre arriva pure la sentenza sulla Raggi che, in caso di condanna, rischia di finire vittima dello Statuto del Movimento che ha fatto la sua fortuna al grido di «onestà, onestà» (anche se l' idea sarebbe quella di «salvarla» con un voto sulla piattaforma Roussean). Che il vicepremier inizi a vedere fantasmi in ogni dove è quindi comprensibile.

 

Al punto che non si è stupito più di tanto chi in privato lo ha sentito argomentare che «nei gruppi parlamentari c'è chi lavora per spaccare il M5s» e «favorire l'ingresso nel governo di Fratelli d'Italia». Il riferimento, niente affatto implicito, è al voto sul dl Sicurezza, che lunedì arriverà nell' aula del Senato. E pure alle posizioni tenute negli ultimi giorni dal sentore grillino De Falco, molto critico sul disegno di legge e considerato «troppo vicino» al partito della Meloni.

 

Insomma, il vicepremier dà per certo che sia in corso un'operazione per puntellare il governo e rimpiazzare i dissidenti M5s con i 32 deputati e i 18 senatori di Fdi.

salvini meloni e berlusconi in conferenza stampa salvini meloni e berlusconi in conferenza stampa

Uno scenario tutt' altro che improbabile, tanto che il tema rimpasto è stato oggetto di diverse conversazioni. Non solo tra Di Maio e Salvini, ma pure tra il ministro dell' Interno e la leader di Fdi.

 

D'altra parte, dopo il faccia a faccia dello scorso maggio in cui Di Maio ha neanche troppo educatamente rimandato al mittente l' offerta della Meloni di sostenere il governo a fronte di un ministero, i rapporti tra i due sono piuttosto freddini. Ragion per cui a gestire la trattativa è direttamente Salvini. Non è un caso che lunedì scorso il ministro dell' Interno abbia teso una mano alla Meloni: «Vediamoci presto per ragionare di Europee e di Roma». Un' apertura che contempla anche il tema rimpasto che, per ovvie ragioni, rimane pubblicamente un non detto.

 

salvini meloni salvini meloni

Nonostante un pezzo importante di Fdi sia convinto che il leader della Lega lavori da tempo a «cannibalizzare» il partito e che un eventuale candidatura della Meloni al Campidoglio sia solo un modo per «farla fuori» (se vince dovrà occuparsi di governare una città ormai ingovernabile, se perde è politicamente morta), la leader di Fratelli d' Italia non avrebbe accantonato l' idea di sostenere l' esecutivo gialloverde. Tanto che ieri non escludeva un sostegno al dl Sicurezza a condizione che il governo non metta la fiducia. «I numeri sono numeri, se davvero si apre un problema al Senato è chiaro che chiederanno a noi, non certo al Pd o a Forza Italia», le fa eco il vicepresidente della Camera Rampelli. Insomma, potrebbe essere un primo passo.

giulia grillo giulia grillo

 

Non è un mistero, infatti, che la Meloni tema di restare politicamente prigioniera di un'opposizione che rappresenta i vecchi partiti (Pd e Forza Italia), mentre il cosiddetto sovranismo è al governo del Paese. Di qui l'ipotesi di dire sì a un rimpasto che anestetizzerebbe la fronda del M5s vicina a Fico. Tra i ministeri in bilico, il più gettonato è notoriamente quello della Salute. La Grillo, insomma, è certamente in pole tra i ministri che potrebbero cedere il passo.

GIULIA GRILLO TONINELLI LUIGI DI MAIO GIULIA GRILLO TONINELLI LUIGI DI MAIO

 

Pure il titolare delle Infrastrutture Toninelli non gode politicamente di ottima salute, ma il suo rapporto con Di Maio potrebbe blindarlo. Discorso a parte per il ministro dell' Economia Tria. Pare che la scorsa settimana abbia nuovamente paventato le dimissioni.

Sulle quali sarebbe ancora intervenuto il Colle. Se davvero dovesse saltare il banco con lo spread oltre i 400 punti, è il ragionamento che si è fatto al Quirinale, «la reazione deve essere immediata, nelle successive 24-36 ore». E per questo è essenziale avere una sponda affidabile a via XX Settembre.

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

MADONNA? EVITA-LA! – QUELLA VOLTA CHE MADONNA VENNE A ROMA PER LA PRIMA DI “EVITA’’ E SI INCAZZÒ FACENDO ASPETTARE IL PUBBLICO PER UN’ORA E MEZZO - IL PATTO ERA CHE SUA FIGLIA, LOURDES, VENISSE BATTEZZATA NEGLI STESSI GIORNI DAL PAPA ALLA PRESENZA DEL PADRE, CHE SI CHIAMAVA JESUS - IL PRODUTTORE VITTORIO CECCHI GORI CONOSCEVA UN CARDINALE: “PRONTO, AVREI MADONNA, L’ATTRICE, CHE VORREBBE BATTEZZARE LA FIGLIA, LOURDES, COL PADRE, JESUS… E SE FOSSE DISPONIBILE IL PAPA…” – VIDEO

DAGOREPORT - CON AMADEUS, DISCOVERY RISCHIA: NON È UN PERSONAGGIO-FORMAT ALLA STREGUA DI CROZZA E FAZIO. È SOLO UN BRAVISSIMO CONDUTTORE MA SENZA UN FORMAT FORTE CHE L’ACCOMPAGNI, SARÀ DURISSIMA FAR DIGITARE IL TASTO 9. NELLA TV DI OGGI I PRODUTTORI DI CONTENUTI VENDONO CHIAVI IN MANO IL PACCHETTO FORMAT+CONDUTTORE ALLE EMITTENTI - ALLA CRESCITA DI DISCOVERY ITALIA, NEL 2025 SEGUIRA' ''MAX'', LA PIATTAFORMA STREAMING DI WARNER BROS-HBO CHE PORTERÀ A UNA RIVOLUZIONE DEL MERCATO, A PARTIRE DALLA TORTA PUBBLICITARIA. E LE RIPERCUSSIONI RIMBALZERANNO SUI DIVIDENDI DI MEDIASET E LA7 - A DIFFERENZA DI RAI E IN PARTE DI MEDIASET, DISCOVERY HA UNA STRUTTURA SNELLA, SENZA STUDI DI REGISTRAZIONE, SENZA OBBLIGHI DI ASSUNZIONI CLIENTELARI NÉ DI FAR TALK POLITICI - LIBERI DI FARE UN CANALE5 PIÙ GIOVANE E UN’ITALIA1 PIÙ MODERNA, IL PROSSIMO 9 GIUGNO DOVRANNO DECIDERE SE FARE O MENO UNO SPAZIO INFORMATIVO. NEL CASO IN CUI PREVARRA' IL SÌ, SARÀ UN TG MOLTO LEGGERO, UNA SORTA DI ANSA ILLUSTRATA (E QUI RICICCIA L'OPZIONE ENRICO MENTANA)    

DAGOREPORT L’INTELLIGENCE DI USA E IRAN HANNO UN PROBLEMA: NETANYAHU - L'OPERAZIONE “TERRORISTICA” CON CUI IL MOSSAD HA ELIMINATO IL GENERALE DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE IRANIANE NELL'AMBASCIATA IRANIANA A DAMASCO E LA SUCCESSIVA TENSIONE CON TEHERAN NON È SPUNTATA PER CASO: È SERVITA AL PREMIER ISRAELIANO A "OSCURARE" TEMPORANEAMENTE LA MATTANZA NELLA STRISCIA DI GAZA, CHE TANTO HA DANNEGGIATO L'IMMAGINE DI ISRAELE IN MEZZO MONDO - NETANYAHU HA UN FUTURO POLITICO (ED EVITA LA GALERA) SOLO FINCHÉ LA GUERRA E LO STATO D'ALLARME PROSEGUONO...

DAGOREPORT – BIDEN HA DATO ORDINE ALL'INTELLIGENCE DELLA CIA CHE LA GUERRA IN UCRAINA DEVE FINIRE ENTRO AGOSTO, DI SICURO PRIMA DEL 5 NOVEMBRE, DATA DEL VOTO PRESIDENZIALE AMERICANO - LO SCENARIO E' QUESTO: L’ARMATA RUSSA AVANZERÀ ULTERIORMENTE IN TERRITORIO UCRAINO, IL CONGRESSO USA APPROVERÀ GLI AIUTI MILITARI A KIEV, QUINDI PUTIN IMPORRÀ DI FARE UN PASSO INDIETRO. APPARECCHIATA LA TREGUA, FUORI ZELENSKY CON NUOVE ELEZIONI (PUTIN NON LO VUOLE AL TAVOLO DELLA PACE), RESTERA' DA SCIOGLIERE IL NODO DELL'UCRAINA NELLA NATO, INACCETTABILE PER MOSCA – NON SOLO 55 MILA MORTI E CRISI ECONOMICA: PUTIN VUOLE CHIUDERE PRESTO IL CONFLITTO, PER NON DIVENTARE UN VASSALLO DI XI JINPING...