GOVERNO DEL PRESIDENTE, ORA ANCHE LA LEGA APRE: SAREBBE DIFFICILE DIRE NO A MATTARELLA – GIORGETTI AVVERTE SALVINI: “IL CAPO DELLO STATO POTREBBE ANCHE SALTARE IL SECONDO MANDATO ESPLORATIVO E DECIDERE DI PRESENTARCI UNA SUA PROPOSTA. IL GOVERNO DEL PRESIDENTE NON CI PIACE MA LA LEGA E' UNA FORZA RESPONSABILE”

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MATTARELLA

Francesco Verderami per il “Corriere della Sera”

 

È sera quando Giorgetti chiama al telefono Salvini per confidargli un' intuizione maturata dopo l' incontro al Senato con la Casellati: «Occhio Matteo, perché Mattarella potrebbe anche saltare il secondo mandato esplorativo, fare da solo e decidere di presentarci una sua proposta. Se fosse così, dovremo ragionarci sopra».

 

giorgetti bossi

 Da quel colloquio s' intuisce che l' intesa Centrodestra-Cinquestelle sta per essere formalmente archiviata, e che di conseguenza sta per tramontare l' ipotesi di vedere il leader della Lega o il capo del Movimento a Palazzo Chigi. Salvini - se mai avesse aspirato all' incarico - ci aveva messo una pietra sopra da giorni. Ne aveva pure scherzato con il suo più fidato consigliere:

 

«Giancarlo, mi ci vedi presidente del Consiglio? E secondo te potrei andare lo stesso a Milano Marittima in estate?». Giorgetti l' aveva amichevolmente mandato a quel paese: «Stai attento al nodo della cravatta, piuttosto».

MATTARELLA CASELLATI

 

Di Maio non sembra essere dello stesso umore in questi giorni, siccome teme che il suo fallimento personale possa alimentare il malcontento politico nelle truppe grilline.

 

Ma sa di doversi preparare all' evenienza, se Mattarella si decidesse: «E a quel punto - diceva nei giorni scorsi un suo fedelissimo - non sarebbe facile dire di no al presidente della Repubblica». Peraltro, avesse ragione Giorgetti, se cioè il Quirinale non dovesse procedere con un secondo mandato esplorativo - che toccherebbe a Fico - per il capo di M5S si tratterebbe di un atto che faciliterebbe il suo compito nel Movimento. Non a caso Di Maio è sempre prodigo di ringraziamenti verso Mattarella: «Noi - è la sua spiegazione - dobbiamo salvaguardare la figura del capo dello Stato e avere la stessa accortezza che riserva a noi».

 

MATTARELLA E SALVINI

Ieri l' opinione di Salvini sulle manovre del Colle non era simile. Alla Meloni ha confidato il proprio disappunto (è un eufemismo) per la decisione del presidente della Repubblica di assegnare un mandato molto limitato alla seconda carica dello Stato: esplorare in sole 48 ore la sola possibilità di un accordo tra Centrodestra e Cinquestelle.

 

salvini al quirinale con giorgetti

Una mossa che l' intera coalizione ha giudicato «anomala» e sulla quale si sono soffermati tutti negli incontri con la Casellati. La presidente del Senato si è limitata a riferire di aver chiesto al Colle il motivo di una scelta che non le avrebbe consentito di «sentire» anche il Pd. Ma pare non abbia spiegato quale sia stata la risposta.

BERLUSCONI MATTARELLA

 

In fondo non ce n' era bisogno. Mattarella ha voluto evitare l' apertura di un altro fronte di gioco, quello che avrebbe coinvolto il Pd e che Berlusconi si stava preparando ad annunciare. Ecco cosa voleva dire subito dopo l' incontro con la Casellati: «Abbiamo delle idee in mente», si è lasciato (volutamente) sfuggire davanti ai media, prima di venire bloccato dalle sue capogruppo: «... Ma non è il momento di esporle». Ecco, non era proprio il momento.

centinaio salvini giorgetti

 

Anche per evitare la reazione di Salvini e garantire l' unità della coalizione. D' altronde, se il secondo giro che oggi si appresta a fare la presidente del Senato servisse davvero a esplorare l' ipotesi di un governo tra M5S e la sola Lega, la risposta verrebbe data dal fatto che a Palazzo Madama si presenterà un' unica delegazione del Centrodestra.

L' accelerazione di Mattarella ha cambiato lo scenario.

MATTARELLA E LUIGI DI MAIO

 

Perciò Giorgetti ha voluto confidare la sua intuizione a Salvini, concertando la dichiarazione che avrebbe fatto a Porta a Porta : «Un governo del presidente non ci piace ma la Lega è una forza responsabile. E se dovesse prospettarsi questa ipotesi il segretario farà le sue valutazioni». I toni ultimativi vengono per ora accantonati perché nessuno vuole farsi addebitare la responsabilità della rottura con il Colle: né i grillini, né i leghisti, né tantomeno il Pd.

DI MAIO SALVINI MATTARELLA

 

Così parte la caccia al «terzo uomo», con Mattarella che sta usando molta cura per evitare uno scenario in cui i grillini restino fuori dall' area di un possibile governo di tutti. Si tratta di un' operazione complicata, «la più difficile» secondo i dem tendenza Renzi.

 

SALVINI MELONI GIORGETTI 1

Di certo c' è che per Salvini e Di Maio la strada verso Palazzo Chigi è diventata un vicolo cieco. E i leghisti hanno coniato un nomignolo per il capo di M5S: «Mariano Rumor». Quello che nella Dc era l'«eterno incaricato».

fico e mattarella