GUERRA IN LIBIA? SALTA FUORI EDWARD LUTTWAK: “TRATTARE CON HAFTAR E’ UNA PERDITA DI TEMPO. L’ITALIA DEVE AMPLIARE LA PRESENZA MILITARE PER PORTARLA ALLE DIMENSIONI DI ALTRI INTERVENTI COME QUELLO IN AFGHANISTAN - LA CONCORRENZA DI PARIGI? I FRANCESI RINCORRONO DA DECENNI IL SOGNO DI METTERE LE MANI SUI POZZI IN UN QUALSIASI PAESE ARABO TIRANDO SGAMBETTI A DESTRA E A MANCA, MA I RISULTATI SONO SEMPRE STATI DELUDENTI...”

-

Condividi questo articolo


Flavio Pompetti per “il Messaggero”

 

edward luttwak (2) edward luttwak (2)

La contrapposizione tra Italia e Francia sulla Libia è solo un futile esercizio oratorio, e le mire di Russia, Arabia Saudita e Qatar sono altrettante chiacchiere che fanno da sfondo alla sostanziale situazione di stallo che governa il paese arabo.

 

L'unico paese che ha una vera carta da giocare è l' Italia, secondo il politologo statunitense Ed Luttwak. A patto però che il nostro paese affronti la sfida alla quale è chiamato, e metta in campo le risorse necessarie per diventare il protagonista in grado di risolvere la crisi. E Luttwak non ha dubbi che la soluzione militare sia l' unica in grado di risolvere l' impasse.

 

MACRON HAFTAR MACRON HAFTAR

Haftar ha mandato suo figlio Belgacem a Roma per trattare la pace all' inizio del mese, ma nel frattempo l'altro fratello Saddam era a Parigi a concertare la guerra. Come fidarsi di questa famiglia?

«Non si può rincorrere di ora in ora l'ultimo dei gruppi ribelli che lancia azioni militari di breve respiro. La sfilata dei pickup che marciano su un'autostrada avrà anche un effetto mediatico immediato, ma alla lunga le truppe di Haftar non avranno la consistenza e la determinazione necessaria, né soprattutto la capacità operativa per rovesciare Al Serraj, né tantomeno per unificare il resto del paese. Trattare con loro è un' assoluta perdita di tempo».

KHALIFA HAFTAR KHALIFA HAFTAR

 

Eppure gli europei stanno trattando, e la Francia ancora una volta sembra lavorare per battere l'Italia sul filo di lana.

«Non penso sinceramente che i governanti italiani debbano preoccuparsi della concorrenza francese. La loro defunta Erap spese miliardi per cercare di entrare in gioco con il petrolio iracheno al tempo di Saddam Hussein, e non riuscì ad estrarre un solo goccio di greggio. I francesi rincorrono da decenni il sogno di mettere le mani sui pozzi in un qualsiasi paese arabo tirando sgambetti a destra e a manca, ma i risultati sono sempre stati deludenti».

 

giuseppe conte incontra fayez al serraj 3 giuseppe conte incontra fayez al serraj 3

Qual è la linea strategica che l'Italia dovrebbe seguire a suo avviso?

«Ampliare la presenza militare per portarla alle dimensioni di altri interventi come quello in Afghanistan, ugualmente costoso ma molto meno redditizio dal punto di vista dei risultati. Ci sono già stati inserimenti di grande successo dei soldati italiani presso l' ospedale di Misurata, e a Tripoli, a sostegno dell' attività della guardia costiera.

 

Basterebbe continuare a costruire su questa base. Finora la presenza italiana è stata molto apprezzata dai libici, e non ci sono stati attacchi contro le due compagnie dislocate. Questo vuol dire che la popolazione riconosce la vostra autorità, e che apprezzerebbe un vostro intervento in misura più decisa. Basterebbe un piccolo esercizio di forza per piegare alla ragione le bande tribali e le milizie improvvisate».

 

SCONTRI IN LIBIA SCONTRI IN LIBIA

Sarebbe opportuno in questo senso un pronunciamento degli Usa.

«Non c'è da aspettarselo, e l'Italia non deve sentirsi obbligata a richiederlo. Quando gli Usa decidono di intervenire in modo concreto nel teatro di guerra di un paese straniero, lo fanno in un solo modo: boots on the ground, gli scarponi dei loro militari sul suolo del conflitto. In Libia non ci sono marines perché l'amministrazione Trump non ha nessuna intenzione di mandarceli, né di impicciarsi della situazione locale. In questo quadro, l'intervento deciso di un paese amico che possa risolvere la crisi umanitaria e politica sarebbe soltanto benvenuto».

KHALIFA HAFTAR KHALIFA HAFTAR

 

Lo scacchiere è in realtà più complesso: il Qatar finanzia Serraj, l'Arabia saudita Haftar; poi ci sono i russi che contano sull'appoggio egiziano per entrare in ballo.

«Nessuna di queste presenze o dei soldi che riversano sul paese ha un vero effetto risolutivo. Vincerà alla fine il paese che saprà dimostrare la sua autorità con una presenza militare. E quel paese nella mia opinione dovrebbe essere l'Italia, a patto che chi la governa si renda conto della posta in gioco».

MANIFESTAZIONE IN LIBIA MANIFESTAZIONE IN LIBIA LIBIA - MILIZIE DI HAFTAR LIBIA - MILIZIE DI HAFTAR SOLDATI IN LIBIA SOLDATI IN LIBIA MANIFESTAZIONE IN LIBIA MANIFESTAZIONE IN LIBIA

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…

FLASH – COME MAI ANTONIO ANGELUCCI VUOLE COMPRARE L’AGI E “LA VERITÀ” (DA BELPIETRO VUOLE SOLO IL QUOTIDIANO E NON LE ALTRE TESTATE, DA “PANORAMA” IN GIÙ)? IL DEPUTATO DELLA LEGA, ORMAI MELONIZZATO, VUOLE AVERE IL CONTROLLO DI TUTTI I GIORNALI DI DESTRA CON L’OBIETTIVO DI ORIENTARE I PARTITI AL GOVERNO. VUOLE DIVENTARE IL “DEUS EX MACHINA” DELLA LINEA POLITICA DI GIORGIA MELONI, COME MURDOCH FECE CON TRUMP – ANGELUCCI STA PENSANDO A SECHI COME DIRETTORE EDITORIALE DI TUTTO IL GRUPPO (MAGARI TORNANDO ANCHE ALLA GUIDA DI AGI) E VITTORIO FELTRI TORNEREBBE ALLA DIREZIONE DI “LIBERO”