GUERRA SEMIFREDDA - LA STRATEGIA DI OBAMA SU PUTIN: FACCIO CAPIRE CHE HO LE PROVE SUL BOEING, E SE PRESTO NON CAMBIA NIENTE LE TIRO FUORI - SATELLITI E SPIONAGGIO WEB TENGONO SOTTO CONTROLLO LA RUSSIA

L’Intelligence americana non può rivelare troppo, perché corre il rischio di mettere a repentaglio la sua vasta rete di spionaggio, a rischio “hackeraggio”. E che può contare anche su quello che non si può proprio dire (soprattutto dopo il Datagate) e cioè lo spionaggio elettronico. Ma al momento opportuno...

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Alberto Flores D’Arcais per “la Repubblica

 

PUTIN OBAMA PUTIN OBAMA

Cinque certezze. La prima è che l’aereo è stato abbattuto da un missile, la seconda che il missile è di fabbricazione russa, la terza che lo hanno lanciato i separatisti ucraini, la quarta che lo hanno potuto fare grazie all’aiuto di “tecnici” di Mosca, la quinta che il sistema anti-aereo è stato fatto “scomparire” d’urgenza.

 

Sul tavolo dello Studio Ovale della Casa Bianca, Barack Obama da lunedì mattina ha un corposo dossier (aggiornato in tempo reale) preparato da un’apposita task force dell’intelligence Usa (con Cia e Pentagono che lavorano a stretto contatto): immagini riprese dai satelliti-spia americani, il tracciato del missile che parte dai confini russoucraini (dal lato ucraino controllato dai separatisti), l’impatto missile terra-aria con il Boeing e l’aereo malese che si schianta.

 

Siria OBAMA E PUTIN Siria OBAMA E PUTIN

Nel dossier ci sono anche le registrazioni degli scambi di telefonate tra il leader ribelle Igor Bezler con un (non meglio identificato) agente dei servizi di Mosca in cui si dice apertamente che l’aereo è stato abbattuto dai separatisti filo-russi e si discute di come “nascondere” quanto è successo. Insieme alle telefonate di un altro “comandante” ribelle (un certo Khodakovski) che dice «abbiamo avvertito i nostri amici russi».

INCONTRO TRA PUTIN E OBAMA DURANTE IL G INCONTRO TRA PUTIN E OBAMA DURANTE IL G

 

Intanto fonti anonime dell’intelligence fanno sapere al Wall Street Journal che il sistema di missili anti-aerei (SA-11 per il codice usato dalla Nato) Buk M1 (e un Buk è quello che ha abbattuto l’aereo) è stato portato all’interno dei confini ucraini da militari russi e fatto rapidamente tornare indietro dopo l’abbattimento dell’aereo malese. E una “fonte” dei servizi di Kiev (da prendere con le pinze) rivela alla Cnn che a lanciare il missile è stato «un ufficiale militare di Mosca».

 

Alla Casa Bianca non hanno alcun dubbio, l’aereo malese è stato abbattuto dai ribelli filo-russi che controllano la zona orientale dell’Ucraina. Non hanno tentennamenti e lo hanno detto pubblicamente. Dal presidente Barack Obama (“abbiamo prove evidenti”) al Segretario di Stato John Kerry (“il missile è stato sparato dai separatisti”).

come funzionano i missili buk che hanno abbattuto l aereo malaysia come funzionano i missili buk che hanno abbattuto l aereo malaysia

 

Nessun dubbio, ma da dove proviene questa certezza? In attesa di avere i risultati (se e quando arriveranno) dell’inchiesta internazionale voluta dall’Onu, l’amministrazione Usa non ha perso tempo. Sin dal giorno successivo all’abbattimento del volo MH17 ha fatto filtrare notizie qui e là, in una sorta di puzzle che ricomponendosi punta il dito accusatorio direttamente contro i filo-russi e indirettamente (ma non tanto) contro il Cremlino. Con una promessa, fatta lunedì dal portavoce della Casa Bianca Josh Earnest: «Oggi non posso darvi i dati che abbiamo avuto dall’intelligence, ma è possibile che vengano resi noti nei prossimi giorni».

Buk M1-2 Buk M1-2

 

In un qualsiasi tribunale occorrono però prove evidenti da far vedere a giudici e giurati e Washington quelle che ha le fa filtrare ma non le mostra (al momento) pubblicamente. Perché? La risposta è duplice ed ha a che fare sia con la segretezza e il ruolo dei servizi Usa sia con una complicata “guerra diplomatica” in corso tra Washington e Mosca.

 

L’Intelligence americana non può rivelare troppo, perché corre il rischio di mettere a repentaglio la sua vasta rete di spionaggio che “controlla” (da quando è iniziata la crisi Ucraina-Russia) 24 ore su 24 quanto accade lungo i confini. Rete composta da sofisticate tecnologie di spionaggio (a iniziare dai satelliti) a rischio “hackeraggio”, ma anche da agenti in carne e ossa.

le operazioni di recupero delle vittime del volo mh17 5 le operazioni di recupero delle vittime del volo mh17 5

 

Che ha permesso — ad esempio — di monitorare lo straordinario flusso di armi russe (un convoglio di 150 mezzi, compresi blindati, e artiglieria pesante) che hanno fatto il loro ingresso in Ucraina e sono state trasferite ai separatisti. E che può contare anche su quello che non si può proprio dire (soprattutto dopo il Datagate) e cioè lo spionaggio elettronico (che comprende smartphone, tablet e computer) ad altissimo livello.

 

«Non sappiamo se sia stata una unità militare russa o una unità militare di separatisti», dice pubblicamente l’ammiraglio John Kirby (Press Secretary del Pentagono) rivelando come l’esercito di Putin abbia 12mila soldati schierati lungo i confini con l’Ucraina e pronti ad intervenire. Con un unico dubbio dunque, che il missile lo abbiano lanciato i separatisti o addirittura direttamente i russi. E se Kerry aggiunge che «abbiamo le immagini del lancio, abbiamo la traiettoria, sappiamo da dove è partito», non è possibile che gli Stati Uniti non siano più che certi sui colpevoli.

la tragedia del volo mh17 della malaysia airlines 53 la tragedia del volo mh17 della malaysia airlines 53

 

È a questo punto che entra in gioco la diplomazia. La Casa Bianca ha in corso un braccio di ferro con Putin — aggravato della vicenda dell’aereo malese e dalla nuova ondata di sanzioni — e con le accuse ai separatisti filorussi (e indirettamente al loro padrino che siede al Cremlino) lanciano un messaggio chiaro al presidente russo: attenzione, noi abbiamo le prove e siamo pronti a renderle pubbliche. A meno che qualcosa, nell’atteggiamento russo verso l’Ucraina, non cambi. Rapidamente.

 

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