GUERRE DEMOCRATICHE - MINNITI SI SMARCA DALL’EX ROTTAMATORE, ESCLUDE IL TICKET CON LA RENZIANISSIMA BELLANOVA E ARCHIVIA D' ALEMA, DI CUI E’ STATO UN “LOTHAR” AI TEMPI DI PALAZZO CHIGI: “NOI POLITICAMENTE DISTANTI”- SULLA SFIDA CON ZINGARETTI: “SE NESSUNO DEI CANDIDATI ARRIVA AL 51% SARÀ UNO SCACCO PER L' INTERO PD” - L' ENDORSEMENT DI CALENDA PER L' EX MINISTRO

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Giuseppe Alberto Falci per il Corriere della Sera

 

 È il giorno dell' ufficialità della candidatura di Marco Minniti al congresso del Partito democratico. Dopo settimane a tergiversare, ospite di Lucia Annunziata a In mezz' ora in più , l' ex ministro dell' Interno indossa per la prima volta l' abito del candidato alla segreteria. Una decisione sofferta almeno a sentire Minniti, il quale ha rivelato alcune perplessità da parte della moglie e delle due figlie: «La mia famiglia ha una piccola resistenza sull' idea che io abbia deciso di candidarmi». Fatta questa premessa, l' ex ministro mette subito in chiaro che la sua discesa in campo è «autonoma». Guai infatti a parlare di profilo di stampo «renziano».

 

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Non a caso si smarca dall' ombra dell' ex premier sottolineando in più di un passaggio che «io sono Marco Minniti e penso di aver dimostrato in questi anni di aver una capacità di autonomia politica». Per fare il paio con questa affermazione esclude poi l' ipotesi, che era circolata nei giorni scorsi, di un ticket con Teresa Bellanova: «È una brava parlamentare che ha fatto benissimo la sua azione di governo, ma il ticket non è all' ordine del giorno».

 

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Quanto ai fedelissimi di Renzi, l' ex titolare del dicastero dell' Interno lascia libertà di scelta: «Saranno loro a decidere, noi dobbiamo fare un congresso per parlare al Paese». Anche perché, insiste, «un congresso ripiegato su sé stesso, in cui si tiene a segnare la distanza tra una personalità, è sconfitto in partenza: dobbiamo parlare di politica, non di persone». Se da un lato ha voluto evidenziare la sua autonomia dall' ex segretario Renzi, dall' altro Minniti ha colto l' occasione per scacciare l' altra ombra che aleggia intorno alla sua candidatura, vale a dire Massimo D' Alema, di cui Minniti, da sempre, è stato uno dei suoi delfini: «Con D' Alema c' è una larghissima distanza politica, se dentro questa distanza rimangono dei rapporti umani io lo considero un elemento di valore e non di disvalore».

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maurizio martina marco minniti maurizio martina marco minniti

Nel suo primo giorno da candidato alla segreteria Minniti incassa il sostegno del costituzionalista, oggi deputato dem, Stefano Ceccanti, e il primo endorsement di peso da parte dell' ex ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, che con un tweet si è subito dichiarato entusiasta: «È una persona di livello, lo sosterrò». L' ex premier Paolo Gentiloni sostiene Zingaretti ma ha parole di apprezzamento per Minniti, che si augura un vincitore di congresso pienamente legittimato dalla base: «Se nessuno arriva al 51% sarà uno scacco per l' intero Pd. Se non lo raggiungerò io preferirei che lo facesse un altro». Intanto, il sindaco di Milano Giuseppe Sala chiede che il Pd faccia un' opposizione molto dura. Sullo sfondo la candidatura del segretario uscente Maurizio Martina che presto potrebbe sciogliere la riserva.

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