“Il calcio alla sbarra” - NON FATE LEGGERE A TRAVAGLIO L'ULTIMO LIBRO DI BEHA IN DIFESA DI MOGGI: “TUTTI GODONO DELL’ELIMINAZIONE DI MOGGI, ANCHE QUELLI (COME MORATTI E BERLUSCONI) CHE GLI AVREBBERO AFFIDATO LE LORO SQUADRE” - “LA GIUSTIZIA SPORTIVA HA SCARICATO TUTTO SULLA ‘CUPOLA’ DIMENTICANDO CHE NEL PAPOCCHIO C’ERA ANCHE LA FEDERCALCIO (DA CUI PALAZZI, GUARDA CASO, DIPENDE)”...

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Tratto da "Il calcio alla sbarra" (Bur) di Oliviero Beha e Andrea Di Caro

OLIVIERO BEHAOLIVIERO BEHA

SIAMO AL FALSO IDEOLOGICO A MEZZO STAMPA...
Dunque c'è dietro un falso ideologico pauroso. Perché se qualche giornalista o un popolo di tifosi non capisce e non si informa, è ovviamente grave.Ma se le altre statuine del presepe, più importanti addirittura di Moggi e ben consapevoli del più generale stato delle cose, hanno permesso che nella "discarica Moggi" venissero gettati (pardon, conferiti...) tutti i rifiuti del calcio "come se " fossero tutti, allora la mascalzonata diventa enorme.

Sapevano di essere e fare come Moggi, ma sono stati ben contenti che il capataz venisse eliminato dalla più generale e scorrettissima partita per dividersi le sue spoglie e il suo potere.Tra l'altro essendo maneggioni meno competenti ed efficienti di lui che ha garantito anni di successi juventini senza chiedere soldi alla madre patria Fiat. Hanno finto di essere onesti contro il disonesto che pagava per tutti. E l'informazione dipendente e voltagabbana ha dato loro una mano decisiva.

Questo è un aspetto che francamente mi ripugna assai. Ma torniamo a Moggi, alla sua eventuale colpevolezza uscita dai processi sportivi e al dibattito che tutto ciò ha scatenato (si fa per dire) nell'Italia pallonara,incerta tra il godere del quarto Mondiale vinto a sorpresa e l'indignarsi -davvero? per finta? per automatismi recitativi?-per i "compratori di arbitri" (ancora da dimostrare).

Luciano Moggi visto da Emanuele FucecchiLuciano Moggi visto da Emanuele Fucecchi

Non mi piace il derby che si gioca da un pezzo in questo Paese tra garantisti e giustizialisti, deformazione della mente pubblica.Preferirei approfondire e mettere in condizioni il lettore o il telespettatore di farsi un'opinione il più possibile vicina alla verità, sostantivo astratto da virgolettare mille volte.

[...] Ma tornando alla sostanza di Calciopoli,il ragionamento era ed è abbastanza piano, quasi in discesa: l'obiezione di fondo che si muove ( o dovrei dire muoveva, perché le carte del Processo penale di Napoli gettano altra luce e offrono altre tessere al mosaico di cui parlavo) a chi come me non è convinto che le cose siano andate come ce le hanno raccontate, è strepitosa nella sua semplicità.

L'obiezione è la seguente: se intanto si è catturato un gaglioffo, gaudeamus igitur per questo. Per gli altri poi si vedrà. Specie se si pensa che sia un Gaglioffone, e che costituisca se non l'intiero presepe almeno gran parte di esso. Non è male come obiezione, vero? Vuoi lasciare andare Moggi, in sostanza, solo perché insieme a lui la retata non ha preso anche gli altri?

Dunque almeno quest'ultima notazione, che fosse un Moggi circondato da moggini, è se non acclarata almeno fortemente implicita: c'erano dentro anche gli altri, come hanno dimostrato questi cinque anni fino a Scommettopoli da cui a ritroso siamo partiti.Solo che all'epoca, durante i processi estivi del 2006, non veniva detto con chiarezza che c'era un sistema onnicomprensivo e non un sistema-Moggi.Di fronte a questa differenza basica non ho tirato il famoso calcio di rigore mediatico.

CONTATTI (CALCISTICI) TRA MAFIA E PEZZI DELLO STATO
[...]Da tempo ormai emergono via stampa i contatti proprio tra mafiosi e "pezzi dello Stato" nei primi anni '90, con la strage di Via dei Georgofili dopo l'assassinio di Falcone e Borsellino e durante la transizione alla cosiddetta Seconda Repubblica.Uso una terminologia facile, immediata,ascoltata mille volte da parte di politici, magistrati, giornalisti.

Ebbene, tra i due interlocutori, chi recita un ruolo peggiore, il mafioso che fa quello di mestiere o qualche uomo delle istituzioni che dovrebbe difenderle dal mafioso stesso e invece si rivela infedele difensore dello Stato?Vi lascio la risposta per manifesto getto della spugna.

Nel caso di Calciopoli le intercettazioni già in possesso dei magistrati inquirenti Beatrice e Narducci nell'inverno 2005-2006 su cui tornerò più avanti, intendo anche solo quelle tirate fuori per i processi sportivi e poi ovviamente utilizzate per quello penale di Napoli,dimostravano come fossero coinvolti sia Moggi che Carraro,sia il "mafioso" (per brevità...) che un pezzo dello Stato sotto forma di Presidente della Federcalcio, che aveva Abete come vice e successivamente come erede.Dunque la stessa filiera di sempre...

Moggi e GiraudoMoggi e Giraudo

Quale è stato allora il "delitto" commesso dalla giustizia sportiva, dipendente in tutto e per tutto dal potere esecutivo federale a sua volta terminale di un potere politico-economico che lo esprime, lo fa nominare, è in simbiosi con esso (cfr.un Berlusconi presidente del Consiglio e del Milan, e il suo vice Galliani Presidente della Lega calcio, per dire...) ? E' stato quello di espungere la parte istituzionale e caricare il "mafioso" di tutto il marcio visibile in un'operazione di pulizia che oggi, a distanza di cinque anni, sembra sempre più sconcertante.

Anche perché svolta da un'accusa istituzionale, quella di Stefano Palazzi impensabilmente autonomo dal potere esecutivo della Federcalcio che assorbe qualunque altro potere, che è la stessa di oggi, per Scommettopoli, e mostra tutte le sue crepe (cfr. scandali come Premiopoli o i ritardi nel prendere atto e investigare sulla degenerazione delle scommesse e della corruzione ad esse collegata).

Che mi dovrei aspettare oggi, dopo le sentenze di allora, gli sviluppi contrastanti del processo di Napoli in cui sono saltate fuori tutte le telefonate intercettate degli altri del Presepe che si comportavano come Moggi (radiato per questo,mentre gli altri gongolavano),la paura che hanno le istituzioni del calcio di finire sul banco degli imputati?

Magari per aspetti comportamentali penalmente rilevanti, se non hanno fatto il loro dovere, se hanno archiviato/insabbiato scandali anche negli ultimi cinque anni, se non hanno sorvegliato nessuno impedendo che tutto il settore andasse a rotoli?

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Si arriva al supremo paradosso: nel calcio c'è già da sempre una sorta di unificazione di poteri sotto l'esecutivo che controlla il legislativo e il giudiziario, che è esattamente l'obiettivo per il quale Berlusconi ha speso gli ultimi anni della sua vita politica e personale incredulo e indignato com'è che resista la separazione costituzionale dei poteri, alla Montesquieu.

Ebbene, chi combatte e sacrosantamente queste manovre caimanesche, nel parlare politicamente e mediaticamente del calcio si dimentica di tutto e avalla oggettivamente lo stato delle cose, "purché venga condannato almeno Moggi". Non so se siamo all'aberranza del diritto, certo siamo alla valorizzazione del rovescio.

Rimane da raccontare qualcosetta su quello che potrebbe essere stata davvero Calciopoli, prima di tornare ai giorni nostri, a Palazzi, ad Abete, alla filiera del potere: perché e come è scoppiato lo scandalo, la sua tempistica, i suoi protagonisti.E gli interessi di cui erano portatori. Direi che è interessante, una tessera mancante in un mosaico embrionale che prende forma anche se viene tenuto al buio il più possibile.

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CALCIOPOLI PARTE DA LONTANO
Dunque la vicenda di Calciopoli parte da lontano e ha a che vedere con gli scandali, gli arbitri e il resto non pro veritate ma di sghimbescio, per faide interne che si riverberano poi sul calcio nazionale. C'è un avverbio che ho citato e che va analizzato: ed è quell' "improvvisamente" premesso a "travolti dalle intercettazioni". Improvvisamente?

Ne siamo sicuri? Intanto un'inchiesta della Procura di Torino nei confronti di Moggi,Giraudo e molti altri a seguito anche di indagini di Raffaele Guariniello sul doping, già nel 2005, compiuta attraverso una serie di intercettazioni , viene archiviata dal Procuratore Capo, Marcello Maddalena in assenza di condotte penalmente rilevanti e giustamente girata alla Federcalcio per le opportune indagini interne al mondo sportivo e alle sue regole magari violate.

Che fa il presidente federale,Franco Carraro? Dà il via alle indagini immediatamente incaricando il capo dell'ufficio inchieste, l'ex generale della Finanza Italo Pappa? No, tiene le carte sott'olio. Prima anomalia gigantesca, che verrà ripetuta dai suoi successori di scandalo in scandalo fino all'ultimo Scommettopoli di cui ci occupiamo in questo periodo. Poi succede qualcos'altro: nell'ottobre 2005 ancora in auge e riverito come un Capo di Stato sportivo, Luciano Moggi viene ricevuto a Palazzo Grazioli in grande spolvero dal Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi in un festival di telecamere, flashes e domande da parte della stampa.

Adriano GallianiAdriano Galliani

La cosa passa però nella sostanza abbastanza in cavalleria, tra un gioco sul "è vero che si candida?" e la domanda specifica "Berlusconi Le ha offerto il Milan?". Quello che dieci mesi dopo sarebbe diventato il "mostro di Lochness" ammicca, si schermisce, non viene schernito bensì casomai attaccato come berlusconiano.

Adesso sappiamo con chiarezza che Berlusconi, insoddisfatto di come andava il Milan da competente di calcio più che di politica e certamente al corrente delle nequizie di entrambi i mondi comunicanti e interdipendenti, aveva convocato il manager chiacchierato e vincente perché non era contento di Galliani. Moggi prende tempo, Berlusconi prende il telefono e avvisa Galliani della sua iniziativa. Galliani mette in atto la sua controffensiva, che sposa perfettamente intenzioni e volontà di chi all'interno della Juventus come detto non vedeva l'ora di mettere mano al "nuovo corso".

La Procura di Napoli fa giustamente il suo mestiere e mette insieme nell'inchiesta già aperta di suo le intercettazioni di Torino, nate prima su un giro di scommesse e poi sui rapporti tra dirigenti di club, designatori arbitrali e arbitri, con le proprie, per un totale che sfiorerà alla fine le 180mila registrazioni. Nell'inverno 2005-2006, mentre Carraro aspetta di vedere come andrà a finire tenendo sempre le carte sotto chiave perché non è esattamente un novizio di quell'habitat, il maggiore dei carabinieri, Attilio Auricchio, per conto dei Pm di Napoli, intercetta e poi sceglie quali telefonate siano interessanti e quali no. Risultano interessanti almeno al suo orecchio tutte quelle che girano intorno a Moggi, mentre di decine di migliaia d'altre si perdono le tracce.

IL PROCURATORE FEDERALE STEFANO PALAZZIIL PROCURATORE FEDERALE STEFANO PALAZZI

Del resto, nel traffico di intercettazioni telefoniche si può anche annegare...peccato che successivamente, da brogli e brogliacci durante i tre anni di processo a Napoli, emergano telefonate interessantissime che riguardano un po' tutte le altre figurine del Presepe, da Moratti a "schiovere".Il teorema Moggi perde colpi: non si tratta di rivalutare il Mostro, ma di riconsiderare l'insieme e il tradimento selettivo della verità finita nella "discarica Moggi".

La giustizia ordinaria finisca di fare il suo, anche se ha perso per strada i suoi Pm iniziali, trasferito Filippo Beatrice e recentemente ingaggiato Giuseppe Narducci come assessore alla sicurezza a Napoli dal nuovo sindaco, Luigi De Magistris, senza neppure aspettare, dopo la sua requisitoria con richiesta mite di condanna, le arringhe della difesa e la sentenza del Tribunale.Con l'ora colonnello Auricchio in organico comunale.

Ma la giustizia sportiva del 2006 strascicata fino alla radiazione del giugno 2011, dopo quasi cinque anni dalla richiesta della medesima da parte degli organi giudicanti della Federcalcio?Perché tutto questo tempo?

E come la mettiamo con l'avvocato Zarcone, evidentemente di parte ma nel senso di "una parte" juventina, quella del "nuovo corso", che difende il club patteggiando in aula la pena neanche fosse la pubblica accusa? Come la mettiamo con il potere federale, da Carraro in giù, che esce dall'inchiesta dei suoi propri funzionari lindo e pinto, malgrado le intercettazioni? Come la mettiamo con Palazzi, e poi con il commissario federale Guido Rossi prestato dall'Alta Finanza per quel periodo delicato e poi "restituito" alla Telecom?

FRANCO CARRAROFRANCO CARRARO

Ed è quella stessa Telecom allora di Tronchetti Provera,leggi Inter, su cui pende il processo per le intercettazioni illegali di Tavaroli che riguardavano Moggi, e anche Vieri? Che strano, davvero...

E la cosiddetta opinione pubblica che cosa conosce di tutto ciò,ed è in condizione di assemblare o giustapporre le tessere di questo mosaico che qualcuno ha voluto ad arte confuso e parziale? Nessuno dei preposti od addetti sapeva nulla? Ignoranza? Buona fede? Capziosità? Scelte di potere? E' stata giustizia o interpretazione? Diritto sportivo o ghigliottina mirata?E nel caso della seconda, per conto terzi? E quali? La "nuova dirigenza"? Il vecchio potere ben contento di divorare la parte di Moggi utilizzando i suoi stessi sistemi che avevano fatto gridare allo scandalo quando serviva, per colpire l'opinione pubblica?

giuseppe narduccigiuseppe narducci

E la stampa? Tutta ignara, tutta indignata, tutta desiderosa di un repulisti a spese di una verità più complessa e più preoccupante ancora? E quel Palazzi di ieri nominato in luogo del generale Pappa all'Ufficio Inchieste dopo che per mesi Carraro e Pappa avevano tenuto in salamoia le famose carte di Torino, è omonimo oppure proprio quello che oggi deve spiegare tante cose sulle vicende insabbiate e/o archiviate in questo lustro fino alla meraviglia di Scommettopoli? Meditate, gente, meditate...

 

 

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