1. È INIZIATO IL COUNTDOWN PER LA BANCAROTTA DI ATENE. ZINGALES: "C'È UN 50% DI POSSIBILITÀ DI DEFAULT. L'ITALIA SI GIOCA 20 MILIARDI DI CREDITI E L'EFFETTO CONTAGIO C'È"
2. IL MINISTRO GRECO CHE ANNUNCIA DI NON AVERE I SOLDI PER PAGARE IL FMI NON HA SORPRESO NESSUNO, EPPURE OGGI LE BORSE SOFFRONO, SOPRATTUTTO MILANO (-1,5%)
3. DUE FRONTI NEL GOVERNO RENZI: PADOAN CHE TEME DANNI ALLA NOSTRA ECONOMIA, E IL FALCO GUTGELD CHE PREVEDE QUALCHE FIAMMATA MA NESSUN VERO CONTAGIO
4. L'USCITA DELLA GRECIA SAREBBE TAMPONATA DA DRAGHI, MA È UN SEGNALE DELLA FINE DEL SOGNO EUROPEO: SE SI PUÒ MOLLARE LA MONETA UNICA, L'ITALIA E' LA PROSSIMA IN LISTA E RISCHIA ANNI DI SPECULAZIONE KILLER DA PARTE DELLA FINANZA INTERNAZIONALE

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  1. BORSA: EUROPA DEBOLE, MILANO -1,5%, PESA CRISI GRECIA

GREXIT GRECIA EURO EURO CRAC ATENE GREXIT GRECIA EURO EURO CRAC ATENE

 (ANSA) - La crisi della Grecia, ancora priva di una soluzione, pesa sulle Borse europee ad eccezione di Londra (+0,26%), dopo l'involontaria rivelazione della BoE sull'abbandono dell'Ue da parte del Regno Unito. Negativi i futures su Atene, mentre Milano (Ftse Mib -1,52%) è la piazza che segna il maggior calo, preceduta da Madrid (-1,24%), Francoforte e Parigi (-0,4% entrambe). Scambi ridotti per la chiusura festiva di Wall Street. Giù le banche italiane (Unicredit, Bpm e Banco Popolare -2,4%).

 

 

  1. “SE LA GRECIA ESCE CAMBIA TUTTO” PER L’ITALIA IL RISCHIO SPECULAZIONE

Francesco Bei per “la Repubblica

 

A palazzo Chigi e al ministero dell’Economia tengono le cinture allacciate. Certo, il mantra ufficiale ripetuto in queste ore da Renzi e Padoan, è che «non c’è alcun rischio di contagio a breve termine per l’Italia». Eppure l’allarme è scattato, specie dopo l’uscita a sorpresa del ministro dell’Interno greco che ha candidamente dichiarato che ad Atene non hanno più un euro in cassa per pagare l’Fmi.

 

TSIPRAS E A DESTRA NIKOS VOUTSIS TSIPRAS E A DESTRA NIKOS VOUTSIS

Nel governo la preoccupazione più forte per un’eventuale insolvenza della Grecia riguarda più il futuro che l’immediato presente. «Gli interventi della Bce funzionano — spiega una fonte vicina al presidente del Consiglio — i tassi restano bassi e noi siamo più forti rispetto a qualche anno fa. Ma se Atene uscisse allora l’Unione europea cambierebbe natura, l’intero sistema diventerebbe più fragile».

 

A quel punto, nonostante i 60 miliardi al mese pompati dalla Bce nel mercato dei titoli pubblici, nessuno sa se gli argini alla speculazione potrebbero davvero tenere. Se tutta l’impalcatura del Fondo Salva Stati sarebbe in grado di reggere l’onda d’urto di lungo periodo di una Grexit. Francesco Boccia, presidente della commissione bilancio della Camera, è convinto di no: «Se la Grecia esce dall’euro è l’inizio della fine. Non per noi, per tutta l’Europa. Prevedo danni graduali e crescenti».

 

NIKOS VOUTSIS NIKOS VOUTSIS

È questo il tema che tiene banco nelle discussioni fra Renzi e i suoi consiglieri, visto che il capo del governo ha impostato la sua strategia con un orizzonte di tre anni, sperando di incassare alle elezioni del 2018 i dividendi della crescita. Le notizie che arrivano da Atene non sono infatti rassicuranti. Renzi è convinto che il problema sia anzitutto di natura politica, per le promesse elettorali fatte da Tsipras che rendono impossibile la chiusura di un accordo con i creditori. Dentro Syriza è in atto uno scontro duro fra l’ala più radicale e i pragmatici come lo stesso Tsipras e il ministro Varoufakis. E a Roma temono che il premier greco non riesca a reggere proprio sul fronte interno.

YANNIS DRAGASAKIS E VAROUFAKIS YANNIS DRAGASAKIS E VAROUFAKIS

 

A Riga, la scorsa settimana, Renzi ha avuto da Angela Merkel dei resoconti negativi circa capacità di Tsipras di onorare gli impegni con l’Ue. Il vertice notturno tra la cancelliera tedesca, il presidente francese François Hollande e il leader greco, nella sala Gauja dell’hotel Radisson Blu (dove alloggiava lo stesso Renzi) si è risolto infatti in un buco nell’acqua.

angela merkel yanis varoufakis angela merkel yanis varoufakis

 

E anche a Roma hanno cominciato a preoccuparsi sul serio. «Non va esagerato il problema del debito greco — osserva ancora la fonte di governo — perché è spalmato su molti anni e ha tassi di rimborso bassi. Ma a questo punto Atene deve mettere sul tavolo proposte credibili e azioni concrete ». Il corollario è che quelle viste finora, nonostante le rassicurazioni di Tsipras, semplicemente non lo sono.

 

Tra la squadra di consiglieri di Renzi e il ministero dell’Economia, affiorano inoltre prospettive e valutazioni diverse. Più pessimiste quelle del ministro Padoan che, come ha detto a Repubblica venerdì scorso, teme un’unione monetaria senza Atene perché «il sistema diventerebbe in generale più fragile».

 

tsipras merkel tsipras merkel

Ma c’è anche la posizione di un duro come Yoram Gutgeld, che la pensa all’opposto. Ovvero che i pericoli per l’Italia ci sarebbero solo sul breve periodo, con qualche giorno di fiammate sui mercati dei titoli e un innalzamento dello spread. Per poi assestarsi nel giro di poche settimane, viste le dimensioni minime della Grecia rispetto all’economia continentale.

 

 

  1. ZINGALES: ORA ROMA SI GIOCA ALMENO 20 MILIARDI. DRAGHI ULTIMO SCUDO

VAROUFAKIS E PADOAN VAROUFAKIS E PADOAN

Valentina Conte per “la Repubblica

 

«A questo punto ritengo probabile un default della Grecia, anche se non tutto è perduto, esistono ancora margini di trattativa e le posizioni sono avvicinabili. Se però così fosse, con Atene fuori dall’euro, non solo l’Italia rischierebbe di perdere almeno 20 miliardi di prestiti diretti. Ma sarebbe la prossima in lista». Luigi Zingales, economista con cattedra all’università di Chicago, assegna una probabilità di 50-50 al fallimento greco.

 

A quanto pare i soldi sono finiti. È l’atto finale?

«L’annuncio del ministro degli Interni greco non mi sorprende, hanno raggiunto davvero il limite. Ma ora la palla passa all’Europa. Loro dicono: abbiamo fatto i due terzi del percorso, sta a voi decidere se cacciarci o allentare la pressione».

 

Strategia negoziale?

varoufakis come bruce willis varoufakis come bruce willis

«Anche, certo. Syriza è in un vicolo cieco, ha fatto promesse difficili da mantenere, ma non può uscire unilateralmente perché i greci vogliano restare nell’euro. Questa dichiarazione serve a forzare la mano con l’Europa».

 

Il ministro Padoan vede un pericolo per l’Italia da Grexit solo nel medio periodo. Condivide?

«Esiste un problema di breve e uno di lungo termine, è vero. Nel breve si tratta di un mero fattore psicologico, con risvolti pericolosi. E cioè le immagini dei greci disperati, le code fuori dalle banche, i tentativi di portare i soldi fuori dal Paese. La domanda è: come reagirebbero gli italiani? Nell’incertezza si scatenerebbero anche da noi le corse agli sportelli? ».

yoram gutgeld yoram gutgeld

 

E nel lungo periodo?

«Finché durano gli acquisti massicci della Bce, ovvero il quantitative easing , non ci sarà un ampliamento degli spread. Ma l’Italia rischia di perdere almeno 20 miliardi, la metà dei suoi prestiti diretti alla Grecia, visto che un default al 50% è ragionevole».

 

Sarebbe il caos?

«Se la Bce garantisce liquidità, no. Ma il problema è politico. La Germania consentirebbe a Draghi di intervenire in modo incondizionato per salvare le banche italiane? Se la Grecia uscisse dall’euro, la Merkel porrebbe un veto sullo scudo, temendo un default italiano».

 

Fantascienza?

LUIGI ZINGALES LUIGI ZINGALES

«Rischio forte, se non c’è reazione politica, se l’Europa non addolcisce le sue richieste nei confronti di Atene. E se gli Usa continuano a rimanere alla finestra. La via di uscita viene anche da Obama».

 

 

4.CRONACA DI UNA BANCAROTTA ANNUNCIATA

Andrea Bonanni per “la Repubblica

 

Non una riga, neanche una parola. Un ministro greco annuncia pubblicamente in televisione che il suo Paese farà default a giugno senza essere smentito dal governo. E da Bruxelles non arriva alcun commento. Un silenzio assordante, reso ancora più esplicito dal fatto che nessuna delle altre diciotto capitali della zona euro ha sentito il bisogno di reagire ad una notizia che, se fosse vera, cambierebbe il destino dell’Ue. Ormai l’Europa non prende più sul serio Atene neppure quando annuncia la propria bancarotta. Anche perchè quest’ultima sparata greca non è certo arrivata come una sorpresa.

 

Dietro il silenzio ufficiale, però, la diplomazia monetaria è febbrilmente al lavoro su molti fronti per cercare di chiudere un accordo e di evitare così il default della Grecia. Un evento che, annunciato o meno, sarà comunque inevitabile senza lo sblocco dell’ultima tranche del prestito europeo. Da una parte continuano i negoziati in corso tra i funzionari di Atene e quelli di Commissione, Fmi e Banca centrale europea.

NIKOS VOUTSIS NIKOS VOUTSIS

 

Dopo che Tsipras ha cambiato la composizione della delegazione greca, le trattative sul piano tecnico hanno fatto registrare notevoli progressi. Ora finalmente è abbastanza chiaro quali sono i passi da compiere e la decisione se andare avanti o meno è tornata in mano ai politici.

 

Ma c’è anche un’altra partita che si gioca questa volta sotto il tavolo del negoziato. E riguarda il ruolo della Commissione e del suo presidente Jean Claude Juncker. All’ultimo vertice di Riga, Tsipras ha avuto un incontro con Merkel e Hollande al quale Juncker non è stato invitato. L’incontro è andato malissimo e il premier greco si è visto di fatto consegnare un ultimatum che gli impone di accettare tutte le condizioni dei creditori entro la fine di maggio.

renzi tsipras rutte juncker all eurogruppo renzi tsipras rutte juncker all eurogruppo

 

L’assenza di Juncker al colloquio è stata interpretata dai più come un gesto di sfiducia di Berlino e Parigi nei confronti della Commissione, considerata troppo morbida e conciliante nei confronti di Atene. Altri, invece, vi hanno ravvisato una tattica negoziale concordata, con Merkel e Hollande che indossano i panni del poliziotto cattivo per lasciare a Juncker, nei panni del poliziotto buono, un sia pur ridotto margine per lavorare ad un compromesso dell’ultima ora.

 

Come che sia, la doccia fredda di Riga ha prodotto un risultato ampiamente atteso: l’irrigidimento della Grecia e il ricorso all’«arma atomica» della minaccia esplicita di default. Prima Tsipras e poi Varoufakis hanno fatto sapere che Atene ritiene di aver concesso tutto quello che era possibile e che tocca ormai ai creditori fare qualche passo avanti. Una mossa che potrebbe avere come effetto quello di rimettere in gioco Juncker nel ruolo di mediatore in extremis, ruolo che gli si addice e che il presidente della Commissione ha già svolto molte volte in passato con grande abilità.

 

tsipras per mano con juncker tsipras per mano con juncker

Nella lunga storia dei default sovrani un default annunciato, come quello che sta mettendo in scena Atene, non si era ancora visto. Il motivo è semplice. Normalmente i governi non pubblicizzano la loro impossibilità di pagare i debiti per non spaventare ulteriormente i mercati che li finanziano a tassi sempre più alti.

 

Ma, nel caso della Grecia, questo rischio non esiste perchè praticamente tutto il debito greco è nelle mani degli europei e del Fondo monetario che da tempo hanno bloccato i finanziamenti in attesa che Tsipras mantenga gli impegni di riforme assunti dai suoi predecessori (e da lui confermati in febbraio). La partita si gioca dunque a carte scoperte.

tsipras per mano con juncker 2 tsipras per mano con juncker 2

 

In questo senso, l’annuncio del ministro degli interni Nikos Voutsis, secondo cui le quattro scadenze di rimborso al Fmi previste per giugno non verranno rispettate, non è arrivato come una sorpresa per nessuno. Si sa da tempo che le casse greche sono vuote e già qualcuno si era stupito che a maggio Atene fosse riuscita a rimborsare 750 milioni al Fmi. Ora i pochi soldi rimasti in cassa possono appena bastare per coprire il pagamento di stipendi e pensioni a fine mese. E forse una prima tranche di 300 milioni da versare il 5 giugno.

merkel tsipras merkel tsipras

 

Poi, se non arriveranno i sette miliardi dell’ultima tranche del prestito europeo congelata a fine dell’anno scorso per l’inadempienza greca, la bancarotta sarà inevitabile. Annunciarla pubblicamente, come ha fatto ieri il governo, non l’avvicina. Ma di certo non l’allontana neppure.

 

 

 

draghi tsipras draghi tsipras

 

 

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