IO SPERIAMO CHE ME LA CAV - BERLUSCONI RISCHIA ALTRI DIECI MESI DI SERVIZI SOCIALI A CESANO BOSCONE PER L’INCHIESTA RUBY-TER, IN CUI E’ ACCUSATO DI AVER CORROTTO LE FANCIULLE DEL “BUNGA” PER TESTIMONIARE IL FALSO


Emilio Randacio per “la Repubblica”

 

berlusconi ruby

Altri dieci mesi e mezzo a Cesano Boscone, per ripetere il percorso «rieducativo» nel centro per anziani controllato dalla Caritas. È il pericolo — al momento puramente teorico — che rischia di correre Silvio Berlusconi per «colpa» degli ultimi sviluppi del Ruby ter, l’inchiesta milanese in cui è accusato di aver corrotto le ospiti del Bunga bunga per dire il falso a processo. Un reato che, secondo la tesi accusatoria, avrebbe continuato a commettere anche durante l’affidamento a Cesano, tanto da metterne in dubbio la sua estinzione.

 

MINETTI FEDE MORA BERLUSCONI RUBY BUNGA

L’8 marzo prossimo, l’ex Cavaliere sarà un uomo libero. Il via libera del giudice di Sorveglianza è scritto nero su bianco. E, fino a qui, i problemi sembrano finiti. Ma l’ultimo ostacolo da superare è rappresentato dal documento con il quale, il Tribunale, sarà chiamato nel giro dei prossimi 4-5 mesi, a dichiarare estinta la condanna a quattro anni — tre condonati — per la frode fiscale Mediaset.

 

E qui l’inchiesta in corso potrebbe anche spingere i giudici milanesi ad annullare i benefici concessi al condannato Silvio Berlusconi. Ipotesi peggiore, che si scontra però con una quotidianità ben diversa. La giurisprudenza, infatti, ha pochissimi precedenti al riguardo. Ma in attesa che il Ruby-ter arrivi a una sua verità giudiziaria, rappresenta comunque un grattacapo in più.

 

AL TRIBUNALE DI MILANO PER LA SENTENZA BERLUSCONI RUBY

L’indagine, intanto, va avanti con l’analisi dei conti bancari, di schede telefoniche e memorie dei computer. È immenso il materiale sequestrato ormai una settimana fa nelle abitazioni di venti ospiti del Bunga bunga e del primo avvocato di Ruby El Marough, Luca Giuliante, accusati di concorso in corruzione giudiziaria. Per analizzarlo fino in fondo serviranno ancora settimane. Sembra così sfumare il tentativo di concludere l’inchiesta entro l’8 marzo, giorno ultimo concesso dal codice in tema di «proroga indagini».

 

Ieri mattina, intanto, l’ex direttore del Tg4 Emilio Fede, è stato convocato dai pm Tiziana Siciliano e Luca Gaglio, come testimone. Fede, dopo un lungo consulto telefonico con l’avvocato Maurizio Paniz (ex onorevole del Pdl), ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere. Già condannato nel Rubybis a 4 anni e 10 mesi per favoreggiamento della prostituzione, in questa veste è indagato in «procedimento connesso», e ha dunque la possibilità di non rispondere. Non è un buon momento per il giornalista.

AL TRIBUNALE DI MILANO PER LA SENTENZA BERLUSCONI RUBY

 

Prima della condanna in appello, è stato licenziato in tronco da Mediaset. E i guai sono proseguiti. Venerdì scorso, grazie a un decreto ingiuntivo, il primo avvocato che lo ha difeso durante il Rubygate , ha ottenuto la confisca di 266 mila euro. Il prezzo della parcella che Fede non avrebbe mai versato.

 

Sullo sfondo dell’inchiesta, rimane l’interrogativo sulla presunta collaborazione di Marysthelle Polanco, l’ex valletta che avrebbe annunciato di voler collaborare con i pm. «A ottobre ha iniziato questo percorso », garantisce il suo ex legale, Andrea Buondonno, in un’intervista all’Huffington Post. In procura smentiscono categoricamente di aver mai verbalizzato la Polanco e di non aver nemmeno intenzione di farlo. Mentre uno dei legali di Nicole Minetti, nega che la sua assistita abbia mai ricevuto un bonifico da 500 mila euro da Silvio Berlusconi.

 

BERLUSCONI PER RACCONTARE IN TV IL CASO RUBY
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