1. ISRAELE ANNUNCIA IL RITIRO TOTALE DA GAZA. ATTESA IN EGITTO PER I NEGOZIATI DI PACE 2. UN CONTINGENTE RIMARRÀ AL CONFINE, NEL CASO HAMAS ROMPESSE IL CESSATE IL FUOCO 3. LA TREGUA DI 72 ORE RAGGIUNTA GRAZIE ALLA MEDIAZIONE DEL CAIRO. RAZZI DI HAMAS E RAID AEREI FINO ALL’ULTIMO ISTANTE. IERI UN ATTENTATO A GERUSALEMME: DUE MORTI 4. UNA DELEGAZIONE ISRAELIANA È ATTESA AL CAIRO NEI PROSSIMI GIORNI PER NEGOZIARE UN ACCORDO PERMANENTE CON LA MEDIAZIONE DELL’EGITTO. UNA DELEGAZIONE DI HAMAS E DELLA JIHAD ISLAMICA SI TROVA INVECE GIÀ NELLA CAPITALE EGIZIANA

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Lastampa.it

 

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L’esercito israeliano ha annunciato oggi che ritirerà tutte le sue forze di terra dalla Striscia di Gaza con l’entrata in vigore della tregua di 72 ore, alle 7 ora italiana. Un alto comandante afferma che un piccolo contingente rimarrà vicino al confine, nel caso Hamas rompesse il cessate il fuoco.  

 

L’inizio del cessate il fuoco è stato preceduto dal lancio di razzi dalla Striscia, mentre le sirene di allarme risuonavano in tutto il territorio meridionale di Israele, comprese le città di Ashdod, Ashkelon e Beersheba, oltre che nell’area di Gerusalemme. Israele ha risposto con raid aerei su Gaza City e nelle zone centrali e meridionali della Striscia.

 

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Una delegazione israeliana è attesa al Cairo nei prossimi giorni per negoziare un accordo permanente con la mediazione dell’Egitto. Una delegazione palestinese, che comprende anche rappresentanti di Hamas e della Jihad islamica si trova invece già nella capitale egiziana. 

 

Dopo 28 giorni di guerra arriva, dunque, un accordo tra israeliani e palestinesi. 

Lo spiraglio si era aperto ieri sera al Cairo con la notizia della possibilità di un cessate il fuoco di 72 ore avanzato dalle fazioni palestinesi, Hamas e Jihad islamica comprese, su mediazione egiziana. Uno spiraglio che si è concretizzato poi in tarda serata quando da Israele è rimbalzato anche l’ok del gabinetto del governo Netanyahu che, secondo quanto anticipato dal sito di Hareetz citando fonti ufficiali israeliane, ha annunciato anche il via libera, senza precondizioni, di Israele. 

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La mossa - arrivata nella stessa giornata in cui a Gerusalemme si sono verificati due «atti terroristici» con morti e feriti - dovrebbe ora portare al passo successivo, quello dei negoziati, visto che tra le condizioni poste c’è la richiesta che lo stato ebraico torni al tavolo negoziale al Cairo: una strada abbandonata la scorsa settimana dal governo di Benyamin Netanyahu. 

 

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