JENA: "CON REINCARICO A RENZI FACCIAMO UN RE-REFERENDUM?" - IL NUOVO GOVERNO POTREBBE ARRIVARE PRIMA DEL CONSIGLIO EUROPEO DEL 15 - NAPOLITANO CONTRARIO AD ELEZIONI PRIMA DI PARERE DELLA CONSULTA SU ITALICUM - LA VARIABILE BERLUSCONI: E' CONTRARIO A SOSTENERE UN NUOVO ESECUTIVO MA TUTTI SI ASPETTANO SORPRESE


 

1. RE

 

RENZI E LA SCONFITTA NEL REFERENDUM

Jena per la Stampa

 

Mattarella vorrebbe dare un re-incarico a Renzi? E poi che facciamo, un re-referendum?

 

2. MATTARELLA ORA STRINGE I TEMPI

 

Ugo Magri per la Stampa

 

Nell' era del social network, le consultazioni al Quirinale rievocano le parrucche e le carrozze a cavallo. Ma quelle iniziate ieri sera con i presidenti delle Camere Grasso e Boldrini, quindi con Napolitano, sono tutt' altro che un inutile rito: servono a ritagliare per i protagonisti uno spazio di riflessione e, in qualche caso, di autocritica. Hanno la vera finalità di raffreddare il magma delle emozioni e di arrivare a sabato, massimo lunedì, con una decisione chiara senza ripensamenti. Soprattutto da parte del vero «dominus» della crisi, che si chiama Matteo Renzi.

 

Insisterà perché si vada di corsa alle urne per giocarsi la rivincita, nonostante manchi certezza sulla legge elettorale? Oppure darà il via libera a un governo amico, guidato da chi possa dargli garanzie di fedeltà? È il dilemma che aleggia dopo l' ultimo faccia a faccia tra Renzi e il Capo dello Stato.

RENZI MATTARELLA 9

 

Il premier dimissionario ha lasciato lo studio presidenziale senza chiudere nessuna porta davanti a ipotesi come Gentiloni, Delrio e in fondo lo stesso Padoan. Ha in tasca la parola d' onore che, se si fidasse a proseguire la legislatura, non dovrebbe temere trabocchetti, men che meno da parte del Quirinale. Escluso che a Palazzo Chigi Mattarella intenda piazzare Franceschini o altri personaggi che non godono la fiducia del leader. È una mano tesa alle ragioni renziane, un modo per tenere la crisi al riparo dei veleni che circolano nel Pd.

 

pinotti gentiloni

Se non altro, dopo quel colloquio Renzi ci sta pensando. Magari un' idea se l' è fatta; di sicuro dal Colle non gli stanno col fiato sul collo e rispettano le ore di intimità in famiglia che il premier dimissionario si è regalato, anche se desiderio forte di Mattarella sarebbe quello di stringere i tempi e arrivare lunedì con un nome e cognome.

 

Ipotesi voto a giugno. Già, perché i mercati non aspettano, tantomeno l' Europa. Giovedì a Bruxelles si riunirà il Consiglio Ue. Sarebbe bene che l' Italia non lasciasse la sedia tragicamente vuota oppure (che sarebbe lo stesso) occupata da un premier con le valigie in mano. Se si trovasse il bandolo della crisi, forse saremmo in tempo per avere il 15 dicembre un nuovo premier, previa lista dei ministri e giuramento.

GRASSO BOLDRINI

 

Tutti calcoli che, per non impiccarsi alle date, sul Colle rifiutano di fare ma se n' è parlato a fondo durante i colloquio con Grasso e Boldrini: conclusa domani sera la maratona dei colloqui, non si prevedono ulteriori minuetti imposti dal galateo costituzionale. Dunque niente mandati esplorativi tesi solo a guadagnare altro tempo. Sulla base della decisione che nel frattempo Renzi avrà maturato, si imboccherà la strada del governo a termine (si voterebbe comunque prima dell' estate, probabilmente a giugno) oppure della disordinata corsa alle urne che vede ostilissimo il predecessore di Mattarella.

NAPOLITANO

 

Colpo di teatro. Napolitano ha lasciato il Colle senza fermarsi davanti al leggio di plastica che rimpiazza il vecchio «catafalco» in rovere, la tribunetta per dichiarare alla stampa. Non ha detto nulla in quanto ogni commento si sarebbe prestato a equivoci, come parere non richiesto al Presidente in carica o come una bacchettata.

 

RENZI BERLUSCONI

Ma Napolitano è convinto che tornare adesso alle urne sia tecnicamente improponibile, e ha riscontrato una perfetta sintonia con il suo successore: votare senza attendere la decisione della Consulta sull'«Italicum», il 24 gennaio, sarebbe una forzatura grave e sbagliata. Il pallino è in mano a Renzi. E non solamente a lui. I riflettori si sono accesi con un giorno di anticipo sull' ospite ingombrante che domani varcherà la soglia del Quirinale: Silvio Berlusconi. I suoi sono sicuri che non appoggerà nessun governo, eppure da lui è lecito attendersi qualunque colpo di teatro.