LA BANCA DEI BRICS? SAREBBE UN ALTRO GIARDINETTO DI PECHINO

Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica sono d’accordo su un punto: vogliono un centro di potere alternativo al FMI e alla Banca mondiale - Ma a unirli c’è solo la diffidenza verso l’Occidente: le distanze restano parecchie e il peso politico, militare ed economico della Cina schiaccia tutti gli altri…

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Federico Fubini per il "Corriere della Sera"

DILMA ROUSSEFF FOTOGRAFATA DA ROBERTO STUCKERT FILHO jpegDILMA ROUSSEFF FOTOGRAFATA DA ROBERTO STUCKERT FILHO jpeg

Dieci anni fa non più di duemila cinesi vivevano in tutto il continente africano. Quando in questi giorni a Durban si è tenuto il vertice dei Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), i governi occidentali non erano nemmeno invitati e i cinesi residenti in Africa erano due milioni. Ma un milione di residenti in pianta stabile e un altro di lavoratori temporanei. Da questi dati macroscopici alla crisi del debito che continua ad attanagliare l'Europa e gli Stati Uniti, tutto fa pensare che il vertice tenutosi in questi giorni a Durban sia quello dei Paesi vincenti. Se non di oggi, di domani.

XI JINPINGXI JINPING

Ciò non significa che le grandi potenze emergenti formino già un insieme coerente, o un concetto geopolitico, e non solo una sigla ben riuscita. Per loro la strada è lunga. I tentativi del vertice di Durban di lanciare una banca di sviluppo internazionale non hanno fatto che ricordarlo al resto del mondo.

IL PRESIDENTE INDIANO SINGH jpegIL PRESIDENTE INDIANO SINGH jpeg

I Brics sono d'accordo sull'idea di creare un istituto concorrente al Fondo monetario e alla Banca mondiale, in cui i governi occidentali non siano ammessi. Fin qui il progetto. Ma per India, Cina, Brasile, Russia e Sudafrica trovare un modo concreto d'intendersi per ora resta difficile.

PUTIN E MEDVEDEVPUTIN E MEDVEDEV

Non è chiaro quanto ciascuno dei governi dovrebbe partecipare al capitale della nuova banca: se le quote fossero commisurate al peso economico dei vari Paesi, il potere della Cina sarebbe schiacciante e inaccettabile per l'India e la Russia; se invece le quote fossero uguali per ciascun Paese, il peso finanziario per il Sudafrica sarebbe eccessivo e la cessione di sovranità dei cinesi difficile da digerire. Stessi problemi presenta la sede della banca che dovrebbe nascere: fosse a Pechino, gli altri si sentirebbero subalterni; ma Pechino è troppo forte per accettare facilmente qualunque altra soluzione.

Il gruppo dei Brics è squilibrato su una sola superpotenza, troppo forte per gli altri Paesi e già capace di proiettare da sola il proprio peso sul piano internazionale. Probabile che anche al prossimo vertice dei cinque Paesi a crescita rapida gli occidentali saranno snobbati e disprezzati. Ma ciò faciliterà i rapporti fra loro soltanto per i primi cinque minuti di discussioni.

 

 

 

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