“LA POLITICA È DIVERSA DALLA MORALE” - VIDEO: SCALFARI SPEZZA IL CUORE DEI REPUBBLICONES, RIBADISCE ‘BERLUSCONI È ADATTO A GOVERNARE’, E FA PURE UNA LEZIONE DI FILOSOFIA: ‘LA POLITICA È GOVERNABILITÀ. L’HANNO DETTO PLATONE E ARISTOTELE, CHE INSEGNÒ LA POLITICA AD ALESSANDRO MAGNO, IL QUALE DELLA MORALE SE NE FOTTEVA NEL PIÙ TOTALE DEI MODI

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SCALFARI BUTTA NEL WATER L' ANTIBERLUSCONISMO - IL FONDATORE DI «REPUBBLICA» È STATO ANCORA PIÙ ESPLICITO: «È ADATTO ALLA COSA PUBBLICA, MEGLIO DI LUI HA GOVERNATO SOLO IL PRIMO PRODI»

Maurizio Belpietro per La Verità

 

Vent' anni di polemiche cancellate in pochi secondi. Anzi: vent' anni di prime pagine della Repubblica buttate nel cesso e con sciacquone finale. Capisco che l' immagine sia un po' hard, almeno per il pubblico fighetto del quotidiano debenedettiano, ma quello che è andato in onda martedì sera su La 7 altro non è che la sepoltura dell' antiberlusconismo. E per di più a opera di un tizio che sull' antiberlusconismo ha costruito oltre che La Repubblica anche parte della propria carriera giornalistica.

 

SILVIO BERLUSCONI EUGENIO SCALFARI SILVIO BERLUSCONI EUGENIO SCALFARI

Parliamo di Eugenio Scalfari, il vate della sinistra al caviale. L' uomo che parla con il Papa e anche con il proprio io, l' altra sera conversando con Giovanni Floris ha semplicemente ammesso che Silvio Berlusconi non è stato peggio della maggior parte dei presidenti del Consiglio che dalla nascita della Repubblica a oggi si sono succeduti alla guida del Paese. Le frasi testuali le trovate sul sito della televisione di Urbano Cairo, proprio all' inizio della puntata di Dimartedì.

 

Il conduttore aveva invitato il fondatore della Repubblica a spiegare meglio ciò che aveva detto la scorsa settimana e che aveva lasciato a bocca aperta moltissimi suoi collaboratori e lettori. Alla domanda del conduttore su chi avrebbe scelto nel caso si fosse trovato a votare per Luigi Di Maio o Silvio Berlusconi, Scalfari aveva risposto senza batter ciglio che tra i due avrebbe preferito il Cavaliere. Apriti o cielo.

 

SCALFARI PRODI SCALFARI PRODI

Mezzo partito della Repubblica si è ribellato, al punto che lo stesso Eugenio è stato costretto a prendere carta e penna per spiegare e motivare, senza però rimangiarsi la scelta. Floris, ovviamente, non ha perso l' occasione di tornare sul luogo del delitto, invitando l' ex direttore per una nuova puntata. Forse nelle intenzioni di Barbapapà doveva essere un modo per aggiustare i cocci, ma in realtà, come dicono in Veneto, peggio el tacòn del buso.

 

Già, perché alla domanda del conduttore di La 7 su che cosa aveva da rispondere a quanto Marco Travaglio aveva appena finito di dire, e cioè che Berlusconi non è adatto alla cosa pubblica, quel genio di Eugenio ha così ribattuto: «Beh, no, adeguato alla cosa pubblica lo è perché sotto il suo governo le cose sono andate più o meno come andavano con altri governi. Ce n' è uno solo che lo superò largamente e fu il primo governo Prodi».

 

Avete capito? Lo storico avversario del Cavaliere, colui che ha fomentato anni di campagne e che lo ha ricoperto di accuse, alla fine se ne esce non solo dicendo che in caso di ballottaggio fra Berlusconi e Di Maio sceglierebbe il primo, ma addirittura spiega che il Cav è adatto a governare e che quando lo ha fatto non è stato peggio degli altri, eccezion fatta per il primo governo Prodi.

 

SCALFARI MONTI SCALFARI MONTI

Dunque, il Berlusconi che ci ha portati al disastro, il leader del centrodestra che ha scassato la Costituzione e le leggi pur di difendere i propri interessi, il censore che voleva vietare le intercettazioni e punire i magistrati, il corruttore che minacciava la democrazia, che fine hanno fatto? Spariti nel nulla perché con lui a Palazzo Chigi «le cose sono andate più o meno come è andata con altri governi». In pratica, Giuliano Amato, Carlo Azeglio Ciampi, Massimo D' Alema, il Romano Prodi bis, Mario Monti, Enrico Letta e perfino Matteo Renzi stanno sullo stesso piano di Silvio Berlusconi. Né più né meno.

 

Forse qualcuno potrebbe obiettare che a nessun presidente del Consiglio italiano prima di Berlusconi sono state contestate le cosiddette cene eleganti, ma anche su questo punto Scalfari mette le cose a posto.

 

carlo de benedetti eugenio scalfari carlo de benedetti eugenio scalfari

Alla domanda di Floris se il Cavaliere debba essere tenuto fuori perché inadeguato moralmente, Barbapapà ribatte serenamente che «la politica è una cosa diversa dalla morale. La politica non è un fatto morale, ma un fatto di governabilità; questa è la politica, non lo dico io, l' ha detto Aristotele e prima Platone. Per Platone chi faceva politica erano i filosofi; che cosa poi i filosofi fossero moralmente era un problema che né Platone né Aristotele prendevano in considerazione. Aristotele fu l' insegnante della politica di Alessandro Magno, il quale della morale se ne fotteva nel più totale dei modi».

 

Chiaro il concetto? Chi se ne frega di quello che Berlusconi faceva o ha fatto a casa sua: lui in politica non è stato peggio di chi lo ha preceduto e di chi gli è succeduto. Se ne deduce dunque che Scalfari e i suoi allievi, per oltre 20 anni, abbiano preso in giro gli italiani, facendo credere loro di essere governati da un bandito che tale non era. Arrivato a 93 anni, però, il fondatore della Repubblica non ce la fa più a raccontare balle e dunque dice quel che pensa, demolendo un quarto di secolo della sua stessa storia.

 

carlo de benedetti eugenio scalfari carlo de benedetti eugenio scalfari

Naturalmente i suoi compagni di merenda ora si affrettano a dire che gli anni gli hanno dato alla testa, ma chiunque lo abbia visto l' altra sera sa che non è così. Molto semplicemente, Scalfari ha archiviato l' età della finzione per imboccare quella della ragione, una stagione che spinge a fottersene delle convenzioni e del conformismo. E anche dei compagni. Viva la Verità.

 

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