“A UNA RAPIDA RESURREZIONE DEL PD NON CREDE QUASI NESSUNO” - STEFANO FOLLI INTONA IL REQUIEM PER I DEM: “SI AVVERTE UNA SORTA DI RASSEGNAZIONE E PER MISURARLA BASTA VEDERE LE REAZIONI POCO CONVINTE AL CASO MORATTI A MILANO - UN'OPPOSIZIONE GUIDATA DAI 5S, MAGARI IN SINTONIA CON UN PD CHE HA ABBRACCIATO CON CONVINZIONE L'ALLEANZA, LASCEREBBE A GIORGIA MELONI LA RAGIONEVOLE SPERANZA DI GOVERNARE A LUNGO. IL PREZZO IN TAL CASO SAREBBE LA SCOMPARSA O LA TRASFORMAZIONE DEL PD E DEL CENTROSINISTRA”

-

Condividi questo articolo


CONTE LETTA CONTE LETTA

Stefano Folli per “la Repubblica”

 

C'è un aspetto della politica italiana che è ancora più preoccupante della crisi energetica e della recessione incombente. È lo squilibrio evidente tra maggioranza e opposizione. Certo, anche la prima è tutt' altro che compatta, come pretende di apparire; ma sull'altro versante si apre il vuoto. Il che determina un'anomalia del sistema, con drammatiche conseguenze per la salute della democrazia.

 

letta conte calenda letta conte calenda

Nonostante la fase di riflessione che il segretario dimissionario intende garantire, o forse proprio per questo, il vuoto riguarda soprattutto il Pd: ossia quello che fino a poco tempo fa si presentava come il partito-asse, il garante appunto dell'equilibrio democratico. Viceversa, non tanto la sconfitta del 25 settembre quanto soprattutto il "dopo", l'incerta transizione, rivela un buco nero in cui tanti già si sono infilati con successo. Il risultato è una stagione nuova, sì, ma anche crescenti incognite accanto alla deformazione del rapporto fra maggioranza e opposizione.

 

CONFRONTO LETTA MELONI CONFRONTO LETTA MELONI

La prima tende ad assumere posizioni radicali, quando non estremiste, ma la seconda supplisce alla debolezza della propria proposta politica attraverso un populismo confuso e quasi ostentato. E ovviamente non è la stessa cosa se la forza trainante dell'opposizione è un Partito Democratico che si considera figlio della vecchia "cultura della mediazione" - come si usa dire con espressione un po' per iniziati - che fu tipica della Prima Repubblica; o se al contrario quel fronte viene egemonizzato da una formazione priva di radici e indifferente alle ragioni della coerenza come è il M5S di Conte.

 

GIUSEPPE CONTE ENRICO LETTA GIUSEPPE CONTE ENRICO LETTA

Non è un caso se il partito "contiano" rinasce ogni giorno come se il passato non esistesse. Il successo della manifestazione di Roma lo spinge ad esasperare questa caratteristica. Infatti non ottiene alcun risultato chi pensa di mettere in imbarazzo Conte ricordandogli che il suo gruppo ha votato in Parlamento per l'invio di armi all'Ucraina, vale a dire la misura che oggi contesta.

 

L'obiezione scivola come l'acqua sulla pietra perché il dialogo dell'ex premier è con la folla, non con i giornalisti. Quanto all'altra verità scomoda - i decreti anti-migranti firmati con Salvini al tempo del governo giallo-verde - , si preferisce sorvolare: ma in sostanza Conte e chi lo consiglia non sono troppo favorevoli a una politica di ingressi incontrollati. In questo dimostrano astuzia, perché non rinunciano ad ammiccare a un segmento dell'elettorato di destra.

ROMANO PRODI ENRICO LETTA - FESTA DELL UNITA BOLOGNA ROMANO PRODI ENRICO LETTA - FESTA DELL UNITA BOLOGNA

 

E in fondo sanno che anche a sinistra c'è chi gradisce maggiore severità verso i nuovi arrivati. In definitiva, un'opposizione guidata dai 5S, magari in sintonia con un Pd che ha abbracciato con convinzione l'alleanza, lascerebbe a Giorgia Meloni la ragionevole speranza di governare a lungo. Il prezzo in tal caso sarebbe la scomparsa o la trasformazione del Pd e del centrosinistra come li abbiamo conosciuti in questi anni, a cominciare dall'Ulivo di Romano Prodi.

 

D'altra parte, a una rapida resurrezione del partito non crede quasi nessuno. Si avverte una sorta di rassegnazione e per misurarla basta vedere le reazioni bland e e poco convinte al caso Moratti a Milano ovvero alle grandi manovre che si delineano a Roma (vedi anche la nostra intervista ieri a Letizia Moratti e il relativo editoriale).

 

giuseppe conte enrico letta 2 giuseppe conte enrico letta 2

La capitale politica e la capitale economica: è chiaro che se il Pd riuscisse a guidare la riscossa in entrambe le città, avrebbe superato la crisi e si porrebbe di fronte al governo di destra come un'alternativa possibile. Altrimenti lo psicodramma è destinato ad avvitarsi in forme inarrestabili. La tenaglia Roma-Milano equivale per il Pd alla tenaglia Nord-Sud. La Dc e i partiti storici del passato avevano saputo gestire queste situazioni. Oggi tutti i dubbi sono legittimi.

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

MADONNA? EVITA-LA! – QUELLA VOLTA CHE MADONNA VENNE A ROMA PER LA PRIMA DI “EVITA’’ E SI INCAZZÒ FACENDO ASPETTARE IL PUBBLICO PER UN’ORA E MEZZO - IL PATTO ERA CHE SUA FIGLIA, LOURDES, VENISSE BATTEZZATA NEGLI STESSI GIORNI DAL PAPA ALLA PRESENZA DEL PADRE, CHE SI CHIAMAVA JESUS - IL PRODUTTORE VITTORIO CECCHI GORI CONOSCEVA UN CARDINALE: “PRONTO, AVREI MADONNA, L’ATTRICE, CHE VORREBBE BATTEZZARE LA FIGLIA, LOURDES, COL PADRE, JESUS… E SE FOSSE DISPONIBILE IL PAPA…” – VIDEO

DAGOREPORT - CON AMADEUS, DISCOVERY RISCHIA: NON È UN PERSONAGGIO-FORMAT ALLA STREGUA DI CROZZA E FAZIO. È SOLO UN BRAVISSIMO CONDUTTORE MA SENZA UN FORMAT FORTE CHE L’ACCOMPAGNI, SARÀ DURISSIMA FAR DIGITARE IL TASTO 9. NELLA TV DI OGGI I PRODUTTORI DI CONTENUTI VENDONO CHIAVI IN MANO IL PACCHETTO FORMAT+CONDUTTORE ALLE EMITTENTI - ALLA CRESCITA DI DISCOVERY ITALIA, NEL 2025 SEGUIRA' ''MAX'', LA PIATTAFORMA STREAMING DI WARNER BROS-HBO CHE PORTERÀ A UNA RIVOLUZIONE DEL MERCATO, A PARTIRE DALLA TORTA PUBBLICITARIA. E LE RIPERCUSSIONI RIMBALZERANNO SUI DIVIDENDI DI MEDIASET E LA7 - A DIFFERENZA DI RAI E IN PARTE DI MEDIASET, DISCOVERY HA UNA STRUTTURA SNELLA, SENZA STUDI DI REGISTRAZIONE, SENZA OBBLIGHI DI ASSUNZIONI CLIENTELARI NÉ DI FAR TALK POLITICI - LIBERI DI FARE UN CANALE5 PIÙ GIOVANE E UN’ITALIA1 PIÙ MODERNA, IL PROSSIMO 9 GIUGNO DOVRANNO DECIDERE SE FARE O MENO UNO SPAZIO INFORMATIVO. NEL CASO IN CUI PREVARRA' IL SÌ, SARÀ UN TG MOLTO LEGGERO, UNA SORTA DI ANSA ILLUSTRATA (E QUI RICICCIA L'OPZIONE ENRICO MENTANA)    

DAGOREPORT L’INTELLIGENCE DI USA E IRAN HANNO UN PROBLEMA: NETANYAHU - L'OPERAZIONE “TERRORISTICA” CON CUI IL MOSSAD HA ELIMINATO IL GENERALE DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE IRANIANE NELL'AMBASCIATA IRANIANA A DAMASCO E LA SUCCESSIVA TENSIONE CON TEHERAN NON È SPUNTATA PER CASO: È SERVITA AL PREMIER ISRAELIANO A "OSCURARE" TEMPORANEAMENTE LA MATTANZA NELLA STRISCIA DI GAZA, CHE TANTO HA DANNEGGIATO L'IMMAGINE DI ISRAELE IN MEZZO MONDO - NETANYAHU HA UN FUTURO POLITICO (ED EVITA LA GALERA) SOLO FINCHÉ LA GUERRA E LO STATO D'ALLARME PROSEGUONO...

DAGOREPORT – BIDEN HA DATO ORDINE ALL'INTELLIGENCE DELLA CIA CHE LA GUERRA IN UCRAINA DEVE FINIRE ENTRO AGOSTO, DI SICURO PRIMA DEL 5 NOVEMBRE, DATA DEL VOTO PRESIDENZIALE AMERICANO - LO SCENARIO E' QUESTO: L’ARMATA RUSSA AVANZERÀ ULTERIORMENTE IN TERRITORIO UCRAINO, IL CONGRESSO USA APPROVERÀ GLI AIUTI MILITARI A KIEV, QUINDI PUTIN IMPORRÀ DI FARE UN PASSO INDIETRO. APPARECCHIATA LA TREGUA, FUORI ZELENSKY CON NUOVE ELEZIONI (PUTIN NON LO VUOLE AL TAVOLO DELLA PACE), RESTERA' DA SCIOGLIERE IL NODO DELL'UCRAINA NELLA NATO, INACCETTABILE PER MOSCA – NON SOLO 55 MILA MORTI E CRISI ECONOMICA: PUTIN VUOLE CHIUDERE PRESTO IL CONFLITTO, PER NON DIVENTARE UN VASSALLO DI XI JINPING...