“IL REGNO UNITO? UN PAESE CHE HA PERSO LA VOLONTÀ DI CONFRONTARSI CON IL MONDO”, L’ATTO DI ACCUSA DI PETER GABRIEL CONTRO LO SPIRITO POST BREXIT - AL FESTIVAL DI WORLD MUSIC NEGATO IL VISTO A DIVERSI ARTISTI STRANIERI, LA ROCKSTAR BRITANNICA: "È ALLARMANTE. DOBBIAMO FERMARE QUESTA ONDATA DI AVVERSIONE PER GLI STRANIERI. E IL GOVERNO…"

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phil collins peter gabriel

Matteo Persivale per il Corriere della Sera

 

«Un Paese che ha perso la volontà di confrontarsi con il mondo». È stato detto di tutto, pro e contro la Brexit, di recente, nel Regno Unito. Ma raramente con la sintesi, la pacatezza e la lucidità espresse l' altro giorno da Peter Gabriel. L' artista 68enne, che dall' inizio della sua carriera musicale si è sempre confrontato con il mondo, con quella che ancora non veniva neppure definita «world music» tanto era, in Occidente, marginale, ha lanciato un atto d' accusa durissimo contro lo spirito post-Brexit del suo Paese.

WAZIMBO

 

La causa di questo j' accuse, ieri sulla prima pagina del Guardian? Il numero, davvero sorprendente, di artisti stranieri che non sono riusciti a ottenere un visto per visitare il Regno Unito e intervenire al festival Womad al quale erano stati invitati. Womad è stato fondato nel 1980 da Gabriel con un obiettivo. Fare ascoltare al pubblico occidentale «il suono del mondo», tutta la musica africana, mediorientale e asiatica estranea al grande circuito distributivo commerciale della discografia, delle radio e delle tv occidentali.

 

Per quattro decenni artisti di ogni parte del mondo hanno ottenuto i loro visti d' ingresso, si sono esibiti regolarmente. Anche negli anni immediatamente successivi all' 11 settembre.Non quest' anno, però.

STING PETER GABRIEL 1

 

L' edizione appena conclusa ha avuto un numero record di defezioni obbligate. Sabry Mosbah (Tunisia), Wazimbo (Mozambico) e membri del Tal National (Niger) non hanno avuto il permesso dalle autorità dell' immigrazione britannica. Le Hashmat Sultana (India) sono riuscite a entrare soltanto 24 ore dopo, costrette a riprogrammare la loro esibizione.

 

Suscitando la reazione di Gabriel: «Il diritto a viaggiare per motivi di lavoro, studio, e perfino per una semplice vacanza viene sempre più limitato, spesso prendendo di mira determinate razze e religioni.

TAL NATIONAL

 

È allarmante che il nostro festival britannico ora abbia dei problemi molto reali a portare artisti nel Regno Unito... Con il risultato che molti di loro ora preferiscono non venire, a causa di queste nuove difficoltà sommate ai costi, ai ritardi, ai problemi di visto. E alla paura di non essere bene accetti».

 

Chris Smith, direttore del festival, ha confermato che oltre agli artisti bloccati dalla mancanza del visto e a quelli costretti a ritardare l' ingresso in Gran Bretagna ci sono stati molti casi di musicisti che semplicemente hanno detto no all' invito, per evitare tutti questi problemi.

 

theresa may garda

Smith ha dovuto contattare personalmente il ministero dell' Interno e quello degli Esteri per intercedere a favore degli artisti invitati. Gabriel ha ringraziato i funzionari del Foreign Office «che cercano di aiutarci, ci sono tante brave persone al ministero, ma i segnali sono diventati chiari. Se vogliamo un Paese aperto alle persone che portano idee, tradizioni, culture e cibo diversi dai nostri dobbiamo fermare questa ondata di avversione per gli stranieri. I musicisti viaggiano per vivere. Praticamente ovunque io sia andato, nel mondo, sono stato accolto con gentilezza e generosità. Davvero vogliamo una terra desolata, abitata da bianchi, dopo la Brexit?».

 

SABRY MOSBAH

Le dichiarazioni di Gabriel sono diventate l' occasione, per il governo, di cercare di tranquillizzare i sudditi di Sua Maestà su quello che aspetta i musicisti nella Gran Bretagna post-Brexit: è allo studio da parte della Camera dei Lord l' elaborazione di uno speciale touring visa, un visto per gli artisti in tournée che potrebbe facilitare l' accesso ai Paesi Ue per gli artisti britannici e viceversa. Perché proprio la libertà di movimento è stata in questi anni una necessità per artisti (musicali, del cinema, della tv) britannici. Per questo il segretario generale dell' equivalente britannico della nostra Siae ha testimoniato davanti ai Lord facendo presente che sono molti i musicisti britannici che si stanno organizzando per emigrare nell' Unione prima della Brexit.

theresa may garda
STING PETER GABRIEL 3
PETER GABRIEL
peter gabriel, also known as car, 1977
peter gabriel dal papa