“SBARACCHIAMO IL NAZARENO” – ZINGARETTI DA FAZIO LANCIA IL NUOVO PD: UNA SEDE VICINO ALLA METRO E CON UNA LIBRERIA AL PIANTERRENO, “COWORKING” E NUOVE ALLEANZE – IL FANTASMA DI MAFIA CAPITALE AGITA IL NEO SEGRETARIO PD: SU DI LUI PENDE UN' ACCUSA DI FALSA TESTIMONIANZA PER LE DICHIARAZIONI IN AULA SU BUZZI (MA UN ANNO FA PIGNATONE CHIESE L'ARCHIVIAZIONE, ANCORA IN ATTESA DEL GIP)…- VIDEO

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Diodato Pirone per “il Messaggero”

 

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Sbaraccare il quartier generale del Pd e togliere di mezzo buona parte dei notabili locali dem. A Roma i Democratici lasceranno la sede nazionale del Nazareno, a due passi da Montecitorio, per un nuovo indirizzo ancora ignoto con due caratteristiche: vicino alla metropolitana e con una libreria a pianterreno.

 

In tutta Italia le sedi Dem dovranno avere una stanza al piano terra per tenere assemblee con i cittadini o, meglio, «Forum tematici» per raccogliere idee. La nuova parola d' ordine è quella di aprire il Pd alla società con un metodo che in inglese si chiama «coworking».

Nicola Zingaretti ricorre proprio a questa parola inglese, a sette giorni dalle primarie che lo hanno eletto segretario del Pd con oltre un milione di voti su 1,6 milioni di votanti, per annunciare la sua prima vera mossa politica. Sbaglierebbe infatti chi volesse ricondurla a un fatto organizzativo o alla banale difficoltà di pagare l' affitto per una sede prestigiosa.

 

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Obiettivo del neosegretario sembra essere quello di incidere da subito sul bubbone più dolente della gestione renziana del partito: il rapporto autoreferenziale e malato fra i ras locali del Pd e i territori, in particolare nel Sud.

 

Qui nel 2018 la valanga di voti ai 5Stelle è suonata come una rivolta proprio contro i notabili del Pd, uno dei quali finito recentemente in manette ad Agrigento.

A suo modo dunque, con un larghissimo sorriso, Zingaretti ha fatto un annuncio rivoluzionario e come tale difficilissimo da realizzare nei fatti. E forse per questo lo ha lanciato in televisione, ospite di Che tempo che fa di Fabio Fazio, ovvero di una trasmissione non gridata.

 

Ma il sorridente Zingaretti è stato tutt' altro che lieve. Durissima la sua analisi sul cattivismo della Lega. «Raccoglie l' esigenza della gente di sfogarsi - ha detto - Ma non risolve i problemi». E ancora: «Salvini è velleitario: l' odio non produce ricchezza e non produce giustizia». Pesantissimo anche sulla Tav e sull' economia: «Sul tunnel il governo ha fatto la figura dell' Azzeccagarbugli mentre l' incertezza sta facendo pagare un prezzo pazzesco agli italiani con il fatturato industriale sceso a dicembre del 7%».

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Durissimo soprattutto sul gruppo dirigente 5Stelle che non considera come un interlocutore politico all' altezza ma come «complice della peggiore destra che l' Italia abbia avuto nel dopoguerra». Per il futuro il neosegretario del Pd pensa ad un nuovo bipolarismo fra centro-destra e centro-sinistra.

 

Ed è proprio sulla definizione di un nuovo centro-sinistra che Zingaretti ha fornito i primi indizi di un certo interesse. Ad esempio ha speso molto del suo intervento sul tema ambientale. Evidentemente sa che i sondaggi danno l' ambiente fra i temi di maggiore interesse degli italiani e forse vuole provare a raccogliere in Italia quella spinta che in Germania ha gonfiato le vele elettorali dei Verdi. «La giustizia ambientale - ha detto - è fondamentale per i figli ma anche per l' economia che deve puntare su un modello di sviluppo sostenibile perché produce posti di lavoro».

 

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Il neosegretario non vuole tornare all' Ulivo ma dice che il Pd cerca alleati. E ha sottolineato che il suo Partito Democratico dovrà «togliersi dalla tasta l' idea che siccome sei di sinistra hai in tasca la proposta migliore. No. Dovremo convincere le persone che le nostre proposte sviluppate nei Forum assieme alle persone sono più efficaci di quelle della destra». Un pensiero Zingaretti lo ha avuto anche per Matteo Renzi. «Sono sempre stato franco con lui - ha sottolineato - e questo mi permette di avere con Renzi un rapporto sereno». Si, ha usato proprio questa parola: «sereno».

 

 

 

2. QUELL' AUDIO SU MAFIA CAPITALE CHE ORA IMBARAZZA ZINGARETTI

ZINGARETTI TRA DUE RAGAZZI DI COLORE

Felice Manti per "il Giornale"

 

Il fantasma di Mafia Capitale sta turbando il sonno del nuovo segretario del Pd. Nicola Zingaretti aspetta con ansia la decisione del gip del tribunale di Roma che deve decidere se archiviare o meno l' inchiesta che vede l' ex presidente della Provincia e governatore del Lazio accusato di aver reso falsa testimonianza al processo che ha condannato l' ex Nar Massimo Carminati e Salvatore Buzzi, ras delle coop rosse che faceva affari sull' immigrazione e finanziatore ufficiale del Pd e dello stesso Zingaretti.

 

Finora il successore di Matteo Renzi l' ha fatta franca: è stato accusato di corruzione per una mazzetta a un collaboratore che sarebbe servita a finanziare la sua campagna elettorale da presidente della Provincia di Roma e per la compravendita di una sede della stessa Provincia. Poi è stato sfiorato dall' indagine sulla turbativa d' asta con al centro una storiaccia legata alla gestione della gara per il servizio Cup bandita nel 2014 dalla Regione Lazio. I tre filoni d' indagine sono finiti nel nulla con la richiesta di archiviazione avanzata il 5 ottobre 2016 dalla procura e accolta dal gip Flavia Costantini il 7 febbraio 2017.

VIGNETTA BENNY - DI MAIO E ZINGARETTI

 

Zingaretti era stato chiamato in causa da Buzzi negli interrogatori resi ai pm. Ma per la Procura quelle accuse de relato non erano sufficienti per costruire un' ipotesi accusatoria.

 

Ad accusare Zingaretti di falsa testimonianza erano stati gli stessi giudici della decima sezione penale del tribunale che avevano condannato Buzzi e Carminati. Secondo le toghe i pm avrebbero dovuto verificare se Zingaretti e un' altra ventina di testimoni sfilati nell' aula bunker di Rebibbia avessero reso in udienza dichiarazioni false o reticenti su alcune circostanze. In effetti ad ascoltare alcuni stralci della sua deposizione, in cui Zingaretti viene interrogato dagli avvocati di Buzzi come teste in favore della difesa del ras delle coop rosse si capisce perché i giudici l' hanno giudicata reticente.

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Al tempo se ne era accorto anche Alessandro Di Battista che aveva rilanciato il file audio sul Blog delle stelle, ricomparso magicamente in questi giorni su alcune pagine Facebook vicine a M5s.

 

Nel file audio che dura 6 minuti circa si sente Zingaretti ammettere di aver ricevuto finanziamenti da Buzzi, parla di un editore «amico» a cui la Provincia ha dato diverse migliaia di euro e della famigerata gara per il bando del Cup, vinta da un imprenditore che guarda caso aveva finanziato lo stesso Zingaretti.

 

NICOLA ZINGARETTI

Le risposte incerte avevano convinto i giudici che qualcosa non tornasse in quella deposizione: a proposito di Zingaretti, il tribunale - stando alle motivazioni - scrive che «ha reso testimonianza (richiesta dalla difesa di Buzzi) escludendo radicalmente e con indignazione qualunque contatto con chiunque per la gara Cup, di cui si sarebbe occupato solo a livello di indirizzo politico nella fase della programmazione. E tuttavia tali dichiarazioni non risultano convincenti». Ora la palla passa al gip Insieme al leader Pd sono finiti diversi esponenti di peso del Pd come la responsabile nazionale del Pd al Welfare e Terzo Settore Micaela Campana e l' ex viceministro all' Interno Filippo Bubbico. Su di loro si decide il 18 marzo.

 

 

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