“E SE TOGLIESSIMO IL VOTO AGLI ANZIANI?”, LA PROVOCAZIONE DI BEPPE GRILLO: “IL VOTO NON DOVREBBE ESSERE UN PRIVILEGIO PERPETUO. MA NON C’E’ NESSUNA DISCRIMINAZIONE. RAGGIUNTA UNA CERTA ETÀ, I CITTADINI SARANNO MENO PREOCCUPATI DEL FUTURO SOCIALE, POLITICO ED ECONOMICO, RISPETTO ALLE GENERAZIONI PIÙ GIOVANI”

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Claudio Bozza per corriere.it

 

beppe grillo

«Ci sono semplicemente troppi elettori anziani e il loro numero sta crescendo. Il voto non dovrebbe essere un privilegio perpetuo, ma una partecipazione al continuo destino della comunità politica, sia nei suoi benefici che nei suoi rischi». Beppe Grillo, citando un articolo pubblicato da New Republic nel 1970, lancia una provocazione dal suo blog: «E se togliessimo il voto agli anziani?», è il titolo del poste sulla piattaforma del fondatore del M5S.

 

Le parole di Grillo sono molto forti e arrivano proprio nel momento in cui è sempre più inteso il dibattito sulla possibilità di allargare il diritto di voto anche ai giovani dai 16 anni in su. «In un mondo sempre più anziano, esperti, studiosi e politici propongono di abbassare l’età del voto (io lo proposi anni fa) — scrive il comico sceso in politica su beppegrillo.it —, ma cosa dovrebbero fare le democrazie quando gli interessi degli anziani sembrano essere in contrasto con gli interessi delle giovani generazioni?».

 

GRILLO JOKER

L’idea di togliere il voto agli anziani, secondo quanto scrive Grillo «nasce dal presupposto che una volta raggiunta una certa età, i cittadini saranno meno preoccupati del futuro sociale, politico ed economico, rispetto alle generazioni più giovani, e molto meno propensi a sopportare le conseguenze a lungo termine delle decisioni politiche».

 

E poi: «In tal caso, i loro voti dovrebbero essere eliminati del tutto, per garantire che il futuro sia modellato da coloro che hanno un reale interesse nel vedere realizzato il proprio disegno sociale aggiunge ancora il fondatore del Movimento — Gli elettori sono, in larga misura, guidati dal proprio interesse personale, e l’affluenza relativamente bassa degli elettori più giovani può essere in parte causata dal sentirsi alienati da un sistema politico gestito da persone che non considerano della loro stessa natura».

 

BEPPE GRILLO SULLA GOLF CAR

Grillo non dà una definizione di anziano. Ma cita due parametri Istat: nel nostro paese le persone che hanno più di 65 anni, vicine all’età della pensione, o che hanno già smesso di lavorare, sono oggi oltre 13 milioni e mezzo. La classe più numerosa è quella di coloro che hanno tra i 65 e i 69 anni, ma ci sono anche 17.630 centenari. Sempre l’Istat, nel 2015, ha rivelato che dopo i 65 anni 1 persona su 5 non si interessa di politica e non ne parla mai e questa percentuale sale a circa 1 persona su 3 (il 32%) oltre i 75 anni.

 

BEPPE GRILLO

In entrambi i casi, comunque sia, anche lo stesso Beppe Grillo rimarrebbe privato del diritto di voto, visto che il padre nobile dei grillini ha 70 anni. Ma privare il diritto al voto dei cittadini più anziani sarebbe giusto?, si domanda retoricamente Grillo. La risposta: «La prima opposizione sarebbe quella della discriminazione, fondata sull’età. Ma è falso, affinché vi sia discriminazione vi deve essere un trattamento diverso tra due o più gruppi/identità basato su alcune caratteristiche arbitrarie. In questo caso, le politiche differenziate per età non dividono la popolazione in due o più gruppi, poiché tutti, alla fine, diventiamo anziani. Quindi non c’è ingiustizia». Il dibattito è aperto.

Beppe Grillo
Beppe Grillo
BEPPE GRILLO