LEGA COL TURBO – CON L’ATTUALE LEGGE ELETTORALE, I LUMBARD AUMENTANO I PARLAMENTARI DEL 500%. E PER SVECCHIARE FARSA ITALIA, IL CAV VUOLE APPLICARE IL TETTO DEI TRE MANDATI – “TANTO L’ULTIMA PAROLA SULLE CANDIDATURE CE L’HA SEMPRE BERLUSCONI…” 

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Tommaso Labate per il Corriere della Sera

 

SALVINI ALLA SPIAGGIA FASCISTA SALVINI ALLA SPIAGGIA FASCISTA

«Se va male, ma deve essere proprio una catastrofe, prendiamo alla Camera ottanta deputati. Se va bene, possiamo arrivare anche a centoventi», dicono in via Bellerio tenendosi «al centro» dell' ultima proiezione che i sondaggisti hanno fatto recapitare al quartier generale storico della Lega Nord. E tanto basta per capire che i margini di crescita del Carroccio rispetto alle precedenti elezioni politiche farebbero impallidire anche le performance di Borsa di certe aziende della new economy, all' epoca della «bolla».

 

matteo salvini elisa isoardi 1 matteo salvini elisa isoardi 1

Più 500 per cento in più, nel caso in cui vengano eletti 95 senatori, per cui potrebbe bastare il 14 per cento alle politiche. Più 600 per cento in più se ne vanno 114, che possono ottenersi prendendo tra il 15 e il 16. Se la legge elettorale non cambia, il «cavallo sicuro» su cui chi sogna il Parlamento deve scommettere è quello della scuderia guidata da Matteo Salvini. Che, forte del balzo di oltre dieci punti degli ultimi quattro anni, potrebbe quintuplicare (e andare anche oltre) la minuscola pattuglia di 19 eletti ottenuti nel 2013 nella coalizione guidata da Berlusconi.

 

SILVIO BERLUSCONI CON IL CAPPELLO DI FORZA ITALIA SILVIO BERLUSCONI CON IL CAPPELLO DI FORZA ITALIA

Diverso il discorso dentro Forza Italia. Nel 2013, rimasta orfana (c' era il Pdl) di quel premio di maggioranza poi conquistato dal Pd, Berlusconi aveva portato alla Camera 97 deputati con una forza del 21,56 percento (all' epoca c' era il Pdl). Adesso, senza il bonus per chi vince, per riconfermarsi con le stesse cifre l' ex premier può permettersi di perdere altri quattro o cinque punti. Che, però, non basterebbero comunque a «saziare - dicono tra i suoi - gli appetiti di chi sta tornando».

 

«Deciderà all' ultimo minuto Berlusconi, come sempre», liquidano il tema nella sua cerchia ristretta. Ma non è un caso se, dopo qualche mese, tra Arcore e Palazzo Grazioli si torna a discutere della regola dei «tre mandati», già valida per le elezioni amministrative. Con eventuali deroghe che sarebbero concesse solo dal Presidente in persona. Ma che, numeri alla mano, rispetto al recente passato possono essere più l' eccezione che la regola.

 

Berlusconi e Meloni Berlusconi e Meloni

Il boom certificato della Lega e la tenuta di FI, sondaggi attuali alla mano e con la legge elettorale non modificata, faranno da cornice alla prossima riunione unitaria del centrodestra sulla riforma elettorale. Esclusi (nel breve periodo) nuovi incontri tra Berlusconi e Salvini, è l' unico momento in cui è possibile vedere allo stesso tavolo il fronte che a sorpresa ha vinto le ultime elezioni amministrative.

 

IGNAZIO LA RUSSA IGNAZIO LA RUSSA

La prossima riunione è in programma domani. Nel menù, un sistema elettorale misto (maggioritario e proporzionale) che preveda, come spiega Ignazio La Russa, «un qualche premio di coalizione che ci porti a stare uniti». Nella battaglia parlamentare per arrivarci e anche dopo, alle elezioni. Per l' ex ministro della Difesa, che al vertice rappresenta Fratelli d' Italia, «il tema è trovare un meccanismo che non scontenti totalmente nessuno e, contemporaneamente, non accontenti totalmente qualcun altro».

 

int27 giuliano urbani int27 giuliano urbani

Difficile, per non dire impossibile. «E invece - ribatte La Russa - con mia grande sorpresa, nell' ultima riunione le posizioni non erano poi così distanti». Berlusconi, al momento, rimane in una posizione attendista. Predica risalite al 30 ma rimane alla larga dalla chimera della «lista unica».

 

Dicono i suoi, in fondo, che si tratta della sua idiosincrasia per le leggi elettorali. Eppure, scavando nell' album dei ricordi, il vero motore della discesa in campo fu proprio una cena a base di legge elettorale. Da soli, lui e Giuliano Urbani. Il 29 giugno 1993, ventiquattro anni e un mese fa.

 

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