LA LINEA-BORGHI DIVENTA LINEA DEL GOVERNO: ''SERVE UN QUANTITATIVE EASING-BIS, UN NUOVO SCUDO DELLA BCE PER FERMARE LA SPECULAZIONE DEI MERCATI''. GIORGETTI VUOLE ALMENO ARRIVARE ALL'1,7% DI DEFICIT, DI MAIO È PRONTO A SFORARE IL 3%, MA TUTTI QUESTI NUMERINI CONTANO POCO SE GLI INVESTITORI NON SI FIDANO DELL'ITALIA. PER QUESTO SOGNANO IL DOPING DI DRAGHI. MA DOVRANNO PASSARE SUL CADAVERE DELLA BUNDESBANK…

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Paolo Baroni e Ilario Lombardo per la Stampa

 

CONTE SALVINI DI MAIO CONTE SALVINI DI MAIO

Alzare la posta, mettere in qualche modo paura all' Europa per ottenere un nuovo scudo dalla Bce. A questo puntano Luigi Di Maio e Giancarlo Giorgetti assieme a Matteo Salvini. Che a giorni alterni, nonostante i continui richiami alla cautela del ministro dell' Economia, si danno il cambio minacciando lo sforamento del tetto del 3%. Il governo, dal premier in giù, è infatti terrorizzato da quello che può succedere a settembre e vive come un incubo il giudizio delle agenzie di rating atteso a giorni. «Ci aspettiamo una tempesta» ripetono. Per questo si vuole alzare la voce in Europa, per avere una nuova copertura.

 

«Se ti copre la Bce - spiega una fonte di governo - i mercati non possono speculare perché non guadagnano. Ed in questo modo le agenzie di rating non possono svalutare il tuo debito». Come? Varando un Quantitative easing bis, un nuovo programma di acquisto dei titoli pubblici, se serve «chiamandolo con un nome diverso».

 

Rischio spread

Tria, la cui prima missione è «mantenere l' Italia credibile per far comprare il nostro debito», è certamente molto preoccupato per l' andamento dello spread. Qualora l' Italia non rispettasse i vincoli europei, secondo un sondaggio condotto dall' agenzia Bloomberg presso alcune banche internazionali, il differenziale tra i nostri Btp ed il bund tedesco potrebbe infatti schizzare oltre quota 470, creando non pochi problemi al Paese.

 

giovanni tria e claudio borghi giovanni tria e claudio borghi

«Tria può stare tranquillo, non vogliamo sfasciare tutto. Conosciamo gli equilibri - sostiene di Maio -. Ma dobbiamo ottenere più flessibilità in modo che investimenti importanti non vengano computati nel calcolo del 3%». Ieri, in una intervista al Fatto , il vicepremier ha spiegato che il governo intende «realizzare subito le tre misure principali del contratto di governo (superamento della legge Fornero, reddito di cittadinanza e flat tax)» e «se per raggiungere i nostri obiettivi servirà, accederemo agli investimenti in deficit» sforando il 3%.

 

Al meeting di Rimini, poco più di una settimana fa, era stato il sottosegretario alla Presidenza Giorgetti a porre a sua volta la questione dello sforamento. A suo parere, rispetto a un deficit programmatico dell' 0,8%, nel 2019 l' Italia dovrebbe poter arrivare almeno all' 1,6-1,7% («è la base di partenza» sostiene), in modo da poter disporre di 10-15 miliardi di euro in più, evitare l' aumento dell' Iva e garantirsi qualche margine di manovra in più.

paolo savona (6) paolo savona (6)

 

Come teorizza da tempo il ministro per gli Affari europei Paolo Savona, si tratta di far capire all' Europa che conviene a tutti dare una mano al nostro Paese. Di Maio e Salvini concordano con lui che anche in questo caso siano le maniere forti a pagare di più. Soprattutto se si tratta di superare il veto dei falchi tedeschi convinti che il «Qe» non serva più visto che l' inflazione è scesa sotto la soglia del 2%.

 

Per Giorgetti la questione deficit sarà il primo tema da affrontare nei prossimi giorni con Tria. «Salvini ha sempre detto che il tetto del 3% non è un tabù inviolabile - ricorda - . Però va affrontato con molte cautele e con precise giustificazioni». E il premier? Conte, che in più occasioni si è mostrato attento alle prudenze di Tria, a sua volta si è convinto che bisogna essere più duri con Bruxelles cercando di ottenere il più possibile sul deficit, senza rompere tutto.

 

L' idea è che l' asse che si è saldato sulla nave Diciotti abbia permesso al governo di creare un bacino di consenso tra gli italiani in chiave anti-Ue da spendere sui tavoli economici in vista del varo della manovra.

 

Mattarella vigila

MATTARELLA SALVINI MATTARELLA SALVINI

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella segue con attenzione e qualche apprensione il dibattito in corso, anche alla luce dei contatti riservati che sta tenendo da quando è tornato a Roma. Sarà un caso ma è saltata la visita in Australia che si sarebbe dovuta svolgere tra fine settembre e la prima decade di ottobre: la motivazione ufficiale è che il Paese del «No way» per gli immigrati è in preda a una crisi politica che potrebbe sfociare in nuove elezioni.

 

 Ma la mancata visita consentirà al Capo dello Stato di seguire da vicino i passaggi più delicati della legge di Bilancio, sperando che la tempesta passi senza troppi danni.

 

draghi draghi

 

 

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