LULA HOOP – INDOVINATE CHI GUIDA I SONDAGGI IN BRASILE: L’EX PRESIDENTE LULA È IN CARCERE E NON PUÒ ESSERE ELETTO, MA IL 37% DEI CITTADINI LO VUOLE VOTARE LO STESSO – NON SI ESCLUDE UN BALLOTTAGGIO DEL SUO “PARTITO DEI LAVORATORI” CON L’ESTREMA DESTRA DI BOLSONARO, E I MERCATI TREMANO...

-

Condividi questo articolo


Emiliano Guanella per “la Stampa”

 

lula lula

Con il «candidato impossibile» che sbanca in tutti i sondaggi la corsa elettorale in Brasile è diventata la più imprevedibile degli ultimi vent' anni e i mercati, nell' incertezza, tremano.

 

L' ex presidente Lula da Silva, oggi in carcere per scontare una condanna a 12 anni per corruzione e riciclaggio, è schizzato nell' ultima inchiesta pubblicata dalla società Ibope al 37% delle intenzioni di voto per le presidenziali del 7 ottobre.

 

Dietro di lui c' è l' ultra conservatore Jair Bolsonaro con il 18% e poi tutti gli altri, tutti sotto il 10%. Lula, che è stato iscritto ufficialmente dal Partito dei Lavoratori (Pt), non può essere candidato perché la legge impedisce a chi è stato condannato in appello di aspirare ad una carica elettiva, al suo posto dovrebbe quindi subentrare l' ex sindaco di San Paolo Fernando Haddad, accompagnato dalla comunista Manuela D' Avila.

bolsonaro fa fare il segno della pistola a una bambina bolsonaro fa fare il segno della pistola a una bambina

 

Non si esclude, quindi, un ballottaggio tra sinistra e estrema destra, uno scenario che spaventa molto i mercati; lo si è visto dall' impennata del dollaro, che ormai sfiora la soglia psicologica dei 4 reais.

 

La «rinascita» del Pt sorprende gli analisti, soprattutto se si osserva lo scarsissimo appeal che sta dimostrando in questo momento il candidato di centrodestra Geraldo Alkmin, di gran lunga il preferito dell' establishment finanziario che vede invece con terrore l' outsider Bolsonaro, considerato una vera incognita per l' economia. Lula al centro della scena quindi pur essendo, di fatto, fuori dai giochi.

FERNANDO HADDAD FERNANDO HADDAD

 

La grande domanda è se Haddad riuscirà a far confluire su di lui i voti degli aficionados del presidente più popolare della storia del Brasile.

 

Nulla è scontato, già che nel più grande Paese sudamericano i consensi sono basati più sulla personalità dei candidati che su scelte di campo ideologiche o sui programmi di governo.

 

Il male minore

jair messias bolsonaro 2 jair messias bolsonaro 2

Destra e sinistra si mescolano, a livello locale e nazionale. Non ci sarebbe molto da stupirsi se una parte degli «orfani di Lula» sceglierà alla fine lo stesso Bolsonaro, ex capitano dell' esercito nostalgico della dittatura, omofobo e intollerante contro le minoranze.

lula lula

 

La situazione è talmente confusa che l' ex presidente Fernando Henrique Cardoso, storico avversario di Lula e del Pt, ha già detto che in un eventuale ballottaggio tra Haddad e Bolsonaro il centro-destra brasiliano dovrebbe appoggiare il primo, per evitare uno sbandamento istituzionale «pericoloso e autoritario».

 

Manca ancora molto al 7 ottobre, ma c' è già chi pensa ad uno scenario simile al ballottaggio fra Le Pen e Chirac in Francia nel 2002, quando molti votarono per il «male minore».

 

LULA E DILMA LULA E DILMA

Il contesto economico, intanto, è negativo, con le previsioni di crescita del Pil dimezzate e la cifra record di 13 milioni di disoccupati e oltre 60 milioni di brasiliani nel registro dei debitori morosi. Il presidente Michel Temer, con una popolarità del 3%, non ha molto da offrire e tutti, ad iniziare proprio da Alckmin, cercano di evitare il suo appoggio.

 

La sorpresa Silva

Una possibile sorpresa potrebbe darla l' eterna outsider Marina Silva, che riappare dal nulla ogni quattro anni e che gioca sul fatto che né lei né il suo partito sono stati coinvolti in scandali di corruzione.

 

LULA LULA

Lula, essendo in carcere, non viene invitato ai dibattiti in televisione; una situazione criticata anche dal comitato per i diritti umani dell' Onu, che ha raccomandato al Brasile di fargli fare campagna.

 

DILMA ROUSSEFF E LULA DA SILVA DILMA ROUSSEFF E LULA DA SILVA

Al Pt qualcuno si chiede se non sarebbe ora di rompere gli indugi e lanciare Haddad, ma per ora preferiscono giocare sulla scommessa impossibile del «presidente operaio», l' unico politico al mondo capace di marcare da una cella il ritmo di un' elezione presidenziale.

LULA LULA

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - CON AMADEUS, DISCOVERY RISCHIA: NON È UN PERSONAGGIO-FORMAT ALLA STREGUA DI CROZZA E FAZIO. È SOLO UN BRAVISSIMO CONDUTTORE MA SENZA UN FORMAT FORTE CHE L’ACCOMPAGNI, SARÀ DURISSIMA FAR DIGITARE IL TASTO 9. NELLA TV DI OGGI I PRODUTTORI DI CONTENUTI VENDONO CHIAVI IN MANO IL PACCHETTO FORMAT+CONDUTTORE ALLE EMITTENTI - ALLA CRESCITA DI DISCOVERY ITALIA, NEL 2025 SEGUIRA' ''MAX'', LA PIATTAFORMA STREAMING DI WARNER BROS-HBO CHE PORTERÀ A UNA RIVOLUZIONE DEL MERCATO, A PARTIRE DALLA TORTA PUBBLICITARIA. E LE RIPERCUSSIONI RIMBALZERANNO SUI DIVIDENDI DI MEDIASET E LA7 - A DIFFERENZA DI RAI E IN PARTE DI MEDIASET, DISCOVERY HA UNA STRUTTURA SNELLA, SENZA STUDI DI REGISTRAZIONE, SENZA OBBLIGHI DI ASSUNZIONI CLIENTELARI NÉ DI FAR TALK POLITICI - LIBERI DI FARE UN CANALE5 PIÙ GIOVANE E UN’ITALIA1 PIÙ MODERNA, IL PROSSIMO 9 GIUGNO DOVRANNO DECIDERE SE FARE O MENO UNO SPAZIO INFORMATIVO. NEL CASO IN CUI PREVARRA' IL SÌ, SARÀ UN TG MOLTO LEGGERO, UNA SORTA DI ANSA ILLUSTRATA (E QUI RICICCIA L'OPZIONE ENRICO MENTANA)    

DAGOREPORT L’INTELLIGENCE DI USA E IRAN HANNO UN PROBLEMA: NETANYAHU - L'OPERAZIONE “TERRORISTICA” CON CUI IL MOSSAD HA ELIMINATO IL GENERALE DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE IRANIANE NELL'AMBASCIATA IRANIANA A DAMASCO E LA SUCCESSIVA TENSIONE CON TEHERAN NON È SPUNTATA PER CASO: È SERVITA AL PREMIER ISRAELIANO A "OSCURARE" TEMPORANEAMENTE LA MATTANZA NELLA STRISCIA DI GAZA, CHE TANTO HA DANNEGGIATO L'IMMAGINE DI ISRAELE IN MEZZO MONDO - NETANYAHU HA UN FUTURO POLITICO (ED EVITA LA GALERA) SOLO FINCHÉ LA GUERRA E LO STATO D'ALLARME PROSEGUONO...

DAGOREPORT – BIDEN HA DATO ORDINE ALL'INTELLIGENCE DELLA CIA CHE LA GUERRA IN UCRAINA DEVE FINIRE ENTRO AGOSTO, DI SICURO PRIMA DEL 5 NOVEMBRE, DATA DEL VOTO PRESIDENZIALE AMERICANO - LO SCENARIO E' QUESTO: L’ARMATA RUSSA AVANZERÀ ULTERIORMENTE IN TERRITORIO UCRAINO, IL CONGRESSO USA APPROVERÀ GLI AIUTI MILITARI A KIEV, QUINDI PUTIN IMPORRÀ DI FARE UN PASSO INDIETRO. APPARECCHIATA LA TREGUA, FUORI ZELENSKY CON NUOVE ELEZIONI (PUTIN NON LO VUOLE AL TAVOLO DELLA PACE), RESTERA' DA SCIOGLIERE IL NODO DELL'UCRAINA NELLA NATO, INACCETTABILE PER MOSCA – NON SOLO 55 MILA MORTI E CRISI ECONOMICA: PUTIN VUOLE CHIUDERE PRESTO IL CONFLITTO, PER NON DIVENTARE UN VASSALLO DI XI JINPING... 

FLASH! - FACILE FARE I PATRIOTI CON LE CHIAPPE ALTRUI – INDOVINATE CHE AUTO GUIDA ADOLFO URSO, IL MINISTRO CHE PER DIFENDERE L'ITALIANITÀ HA “COSTRETTO” ALFA ROMEO A CAMBIARE NOME DA “MILANO” A “JUNIOR”? UN PRODOTTO DELL’INDUSTRIA MADE IN ITALY? MACCHÉ: NELLA SUA DICHIARAZIONE PATRIMONIALE, SPUNTANO UNA VOLKSWAGEN T-CROSS E UNA MENO RECENTE (MA SOSTENIBILE) TOYOTA DI INIZIO MILLENNIO. VEDIAMO IL LATO POSITIVO: ALMENO NON SONO DEL MARCHIO CINESE DONFGENG, A CUI VUOLE SPALANCARE LE PORTE...