MA CHE AVRà DETTO RE GIORGIO DI INGROIA? - LA VERSIONE DI ANTONIO DI PIETRO (QUALCUNO GLI AVRÀ RACCONTATO QUALCOSA?): “PROBABILMENTE NELLE INTERCETTAZIONI NAPOLITANO SI SARÀ LASCIATO SCAPPARE QUALCHE PAROLACCIA CONTRO I PM DI PALERMO E QUESTO, DETTO DAL PRESIDENTE DEL CSM, NON APPARE OPPORTUNO” - SULLE ACCUSE DELL’EX AMBASCIATORE USA AL POOL DI MANI PULITE “BARTHOLEMEW NON L’HO MAI INCONTRATO, NON FA ONORE AL SUO PAESE MA NON C’È PIÙ QUINDI PACE ALL’ANIMA SUA…”

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Da "Radio 24"

Giorgio Napolitano da giovaneGiorgio Napolitano da giovaneANTONIO DI PIETRO DURANTE UN COMIZIO jpegANTONIO DI PIETRO DURANTE UN COMIZIO jpeg

"Probabilmente Napolitano si sarà lasciato scappare qualche parolaccia di troppo nei confronti dei magistrati di Palermo e questo, detto dal presidente del Csm, non appare opportuno". Per Antonio Di Pietro, ospite a "24 Mattino" su Radio 24, è questo il motivo che ha spinto il Quirinale a ricorrere alla Consulta nei confronti della procura di Palermo sul caso delle intercettazioni che vedono coinvolto anche il Capo dello Stato nell'ambito della trattativa Stato-Mafia.

"La procura di Palermo - ha aggiunto Di Pietro - ha già detto che non c'è niente di rilevante per quanto riguarda le espressioni riferite dal Capo dello Stato. Quindi lui non ha nulla sul piano tecnico e giuridico da temere. Lo avrà fatto per delle ragioni sue personali. Aveva mille altri occasioni per ricorrere. In 7 anni ci sono state altre telefonate in cui si sente la sua voce, proprio adesso e su un fatto così delicato che riguarda una trattativa stato-mafia interviene?".

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Di Pietro ha poi lanciato una proposta: "C'è un appello che tutta la società civile dovrebbe fare al Capo dello Stato. Invece di insistere in un dirompente e devastante ricorso per conflitto di attribuzione, lo ritiri e mandi un messaggio alle Camere e le Camere si assumano la responsabilità di prendere una decisone trasparente, di colmare un vuoto legislativo su cosa fare delle telefonate del Capo dello Stato nel caso venga indirettamente intercettato e queste non hanno rilevanza".

Di Pietro ha poi commentato l'intervista apparsa oggi sulla Stampa, che riporta le dichiarazioni rilasciate un mese fa dall'ex ambasciatore Usa in Italia Reginald Bartholomew, morto ieri. Bartholomew muove dure critiche al pool di Milano durante l'inchiesta Mani pulite negli anni '90. "Un pool di magistrati - dice Bartholomew - che violò sistematicamente i diritti di difesa degli imputati".

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Bartholomew parla anche di preoccupazione americana, tanto che il giudice della Corte Suprema Usa Scalia venne a Roma e parlò con 7 giudici italiani di queste violazioni: "Queste cose dette da una persona che non c'è mi spingono a dire ‘pace all'anima sua' - replica Di Pietro a Radio 24 -. Altrimenti l'avremmo chiamato immediatamente a rispondere delle sue affermazioni per dirci ‘chi, come, dove e quando'. Io non ho mai incontrato questo Bartholemew, invece so che gli Stati Uniti all'epoca furono molto collaborativi per quanto riguarda le rogatorie che noi effettuammo.

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Vent'anni dopo una persona fa delle affermazioni in relazione a comportamenti che lo stesso suo Paese ha fatto in modo totalmente diverso, mi sembra una cosa che non abbia né capo né piedi. Bartholemew è una persona che vuole sconfessare se stesso e il suo Paese e quindi non fa onore al suo Paese, ma ripeto non c'è più quindi pace all'anima sua".

 

 

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