MA CHE TESORO SEI, SE MI RESTRINGI IL MAXI-STIPENDIO? - IN ARRIVO UN TAGLIO DEL 25% SUI COMPENSI DEI NUOVI MANAGER DI ENI, ENEL, FINMECCANICA E TERNA (TRANQUILLI, NON HANNO BISOGNO DI COLLETTE)

Con il ricambio dei vertici il governo darà attuazione all'emendamento al decreto del fare del governo Letta. E' l'unica limitazione fissata per legge alle super buste paga dei manager che guidano le società controllate dallo Stato e quotate in Borsa. Intanto, Scaroni si prepara a uscire dall'Eni con oltre 8 milioni...

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G.D. per ‘Il Sole 24 Ore'

claudio descalziclaudio descalzi

Lo stipendio dei nuovi vertici di Eni, Enel, Finmeccanica e Terna verrà tagliato di almeno il 25% rispetto ai manager uscenti. Con il ricambio dei vertici il governo darà attuazione all'emendamento al decreto del fare del governo Letta, convertito in legge lo scorso agosto.

Questa è l'unica limitazione fissata per legge alle super buste paga dei manager che guidano le società controllate dallo Stato e quotate in Borsa. Buste paga milionarie, almeno finora, che genereranno buonuscite altrettanto milionarie.

Paolo Scaroni, amministratore delegato e direttore generale dell'Eni, il manager più pagato tra quelli in uscita, sarà quello che riceverà la buonuscita più alta, stando alle clausole contenute nella relazione sulla remunerazione dell'Eni. La buonuscita di Scaroni, come quella di altri capiazienda in scadenza, è più robusta per il fatto che il manager è anche direttore generale, cioè dirigente della società. Nel 2013 il manager vicentino ha ricevuto compensi per 5,8 milioni lordi. Tutte le cifre che andiamo a considerare sono al lordo delle tasse e altre ritenute.

Patrizia GriecoPatrizia Grieco

Il trattamento di fine mandato di Scaroni prevede che gli venga corrisposta un'indennità integrativa composta da una parte fissa di 3,2 milioni legata alla risoluzione del rapporto dirigenziale e una parte variabile «calcolata sulla media delle performance per il triennio 2011-2013». Nel triennio a Scaroni è stato corrisposto un bonus annuale medio di poco più di 2 milioni, quindi dovrebbe spettargli un ulteriore assegno pari a questa cifra nella buonuscita. Una terza voce prevede che abbia diritto a 2,219 milioni come patto di non concorrenza «erogabile dopo un anno dalla cessazione del rapporto».

EMMA MARCEGAGLIA A BAGNAIAEMMA MARCEGAGLIA A BAGNAIA

Questo dà un totale di 7,4 milioni di euro, al quale - secondo quanto ha calcolato L'Espresso - bisogna aggiungere una quarta voce: un conguaglio previdenziale di 857mila euro che gli garantisca contributi e Tfr in linea con i dirigenti Eni. Quindi in totale Scaroni dovrebbe ricevere una buonuscita superiore a 8 milioni lordi, L'Espresso ha calcolato 8,3 milioni.

Il secondo assegno per valore è quello che verrà staccato a favore di Fulvio Conti, amministratore delegato e direttore generale dell'Enel. La sua remunerazione relativa al 2013, comprensiva dell'incentivo di lungo termine e di importi maturati anche se fino a pochi giorni fa non percepiti, è stata di 3,6 milioni.

Secondo le clausole del contratto a Conti spettano 3,55 milioni per il patto di non concorrenza tra quota fissa e variabile, più ulteriori 2,84 milioni per il venir meno della doppia carica di a.d. e direttore generale: in totale, ha calcolato L'Espresso, Conti incasserà 6,4 milioni lordi di buonuscita.

MARCEGAGLIAMARCEGAGLIA

Flavio Cattaneo, a.d. di Terna in uscita, ha diritto a due annualità di retribuzione fissa, cioè quasi 3 milioni lordi in totale, «oltre a quanto disposto dal contratto colletitvo nazionale per i dirigenti di aziende produttrici di beni e servizi».

L'a.d. di Finmeccanica Alessandro Pansa - secondo un atto depositato da Finmeccanica al Senato - «ha rinunciato all'applicabilità di qualsivoglia trattamento di fine mandato». A Pansa però, precisa lo stesso documento, quale dirigente della società (dal 2001, e dal 2011 è anche d.g.) è prevista un'indennità in caso di risoluzione anticipata e non giustificata del rapporto, pari a 3 annualità: questo corrisponde a una buonuscita di almeno 2,4 milioni lordi.

Paolo ScaroniPaolo Scaroni

Il ministero dell'Economia ieri ha comunicato che ai nuovi presidenti di queste società, comprese le Poste, sarà riconosciuto un compenso pari allo stipendio del presidente della Repubblica, cioè 239.182 euro lordi l'anno. Un compenso inferiore a quello finora riconosciuto ai presidenti di Eni ed Enel (oltre un milione lordo l'anno), mentre Gianni de Gennaro, nominato il 4 luglio 2013 presidente di Finmeccanica e unico confermato tra gli uscenti, si era subito autoridotto lo stipendio al di sotto dei 300mila euro l'anno.

pansa alessandropansa alessandro

 

 

 

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