MA COME RAZZOLANO BENE I GRILLINI – NELLA FILSE, LA FINANZIARIA DELLA REGIONE LIGURIA, I CINQUE STELLE PIAZZANO IN CDA UN PROFESSIONISTA A CASO: IL COMMERCIALISTA DI GRILLO – È QUESTA LA DIFFERENZA DA UN ALFANO QUALUNQUE?

Il consigliere di nomina grillina si chiama Enrico Maria Nadasi, commercialista con un lungo e ricco curriculum, ma soprattutto professionista di fiducia del comico genovese. Premio “Pinocchio” alla proconsole di M5S in Liguria: “Beppe non sapeva nulla della nomina di Nadasi. Noi la Filse la vogliamo chiudere”… -

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Jacopo Iacoboni per “la Stampa

 

L’8 settembre, nel giorno dell’anniversario del Vday di Bologna, mentre tutto il Movimento cinque stelle dimenticava di celebrare il glorioso giorno - di quella data resta una pagina di giornale ingiallita incorniciata e appesa nella sala riunioni della Casaleggio associati - il M5S indicava e portava a casa una nomina importante nel sistema delle società partecipate italiane: la nomina di Enrico Maria Nadasi nel cda di Filse. E cos’è Filse? E poi, chi è Enrico Maria Nadasi?

beppe grillo gianroberto casaleggio beppe grillo gianroberto casaleggio


Filse è la società partecipata della Regione Liguria per l’attuazione della politica regionale in campo economico e sociale. Tradotto, è la finanziaria della regione, una potente cassaforte degli investimenti (dunque delle politiche e del consenso) regionali, è stata la chiave di volta vera (e la camera di compensazione) del sistema di potere trasversale di Burlando (quella rete che dal Pd lambiva la destra di Scajola, la curia, la Banca a Genova).

 

Il M5S aveva preso una valanga di voti in Liguria proprio contro quel sistema di potere, superando la cifra del 25 per cento, risultando primo partito, determinante nell’affossare il Pd del sistema-Burlando. Naturale che tutti lo attendessero alla prova del rinnovamento e della lotta ai sistemi di potere trasversali e alle reti amicali. Ma la nomina nel cda di Filse, come consigliere di opposizione che dovrà controllare gli atti della società, di Nadasi, sta facendo discutere.

 

BEPPE GRILLO E VALERIA CIARAMBINO BEPPE GRILLO E VALERIA CIARAMBINO

Lui ha un curriculum eccellente, è laureato in economia aziendale, master in contenzioso tributario alla Scuola superiore di economia e finanze del ministero delle finanze, e una carriera lunga e stimata di consulenze economiche alle spalle. Ma alcuni ritengono sia in conflitto d’interessi: è infatti il commercialista di fiducia di Beppe Grillo, e è anche - nell’atto costitutivo del Movimento (sì, anche il Movimento ne ha uno) - uno dei tre firmatari, assieme a Beppe Grillo stesso (il presidente) e al nipote Enrico Grillo (vicepresidente).

ALICE SALVATORE ALICE SALVATORE

 

Formalmente, anche solo formalmente, Nadasi è oggi il “segretario” del Movimento.
«Scegliendo il commercialista di Grillo - ci spiega la fonte che ci racconta questa storia, esponente di primissimo livello nel centrodestra ligure - il M5S regala a tutti noi un’arma formidabile sul piano nazionale: la prima volta che parleranno contro i familismi e le reti di potere noi risponderemo “la prima cosa che avete fatto voi è stata indicare il commercialista di Grillo”». Il centrodestra non ha posto alcun ostacolo alla scelta di Nadasi. Lo ha fatto all’inizio solo Raffaella Paita, ma poi il Pd ligure - debolissimo dopo la batosta elettorale - ha votato assieme al M5S.


L’operazione-Nadasi in cda è stata materialmente gestita da Alice Salvatore, la candidata del M5S alle ultime regionali in Liguria, che ha riscosso un notevolissimo successo elettorale. Ci dice: «Noi Filse la vogliamo chiudere. Grillo non sapeva una cippa della nomina di Nadasi, siamo stati noi a pensare che avesse il profilo giusto».

 

maria stella gelmini e giovanni toti maria stella gelmini e giovanni toti

Alice è stata molto sostenuta in campagna elettorale da Luigi Di Maio, che per lei si è speso: andando in Liguria, facendo iniziative insieme (sul microcredito e altro), mettendoci tanto la faccia; cosa che sceglie di fare quando è particolarmente convinto della bontà di un candidato.


Naturalmente una cosa del genere, se può passare sotto silenzio in Liguria (notata soprattutto da astuti anziani navigatori del centrodestra), è invece una contraddizione rumorosa a Roma: dove tantissimo movimento - eletti e militanti - continua a sperare che l’8 settembre non sia la data di un’abdicazione.

 

 

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