MAGDI EX CRISTIANO ALLAM AZZANNA LA KIENGE! – L’ITALO-CONGOLOSE “HA GIURATO IL FALSO SULLA COSTITUZIONE”


Magdi Cristiano Allam per "il Giornale"

MAGDI ALLAM

A nome degli italiani che amano l'Italia e che hanno a cuore l'interesse supremo degli italiani chiedo le dimissioni della neoministro per l'Integrazione Cécile Kyenge per aver giurato il falso sulla Costituzione.

Nell'assumere il suo incarico, domenica 28 aprile al Quirinale, aveva pronunciato la formula rituale: «Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell'interesse esclusivo della nazione». Ma nella sua prima conferenza stampa a Palazzo Chigi venerdì 3 maggio ha detto che «non potrei essere interamente italiana», ciò che è incompatibile con il giuramento di esercitare le sue funzioni nell'interesse «esclusivo» della nazione.

Queste le sue testuali parole: «Sono italo-congolese e, tengo a sottolinearlo, sono italo-congolese perché appartengo a due culture, a due Paesi che sono dentro di me e non potrei essere interamente italiana, non potrei essere interamente congolese, ciò giustifica anche la mia doppia identità, ciò giustifica ciò che io mi porto dietro. Questa è la prima cosa con cui io vorrei essere definita».

Per la prima volta nella storia della Repubblica viene designato un ministro che non si sente del tutto italiano e che non intende neppure diventarlo perché si concepisce come deposi-tario di una doppia identità nazionale, italo-congolese, sostenendo candidamente di appartenere a due Paesi e a due culture.

IL BATTESIMO DI MAGDI ALLAM

In aggiunta alla chiara incompatibilità costituzionale e politica nell'affidare un ministero della Repubblica a un cittadino che non si riconosce né intende riconoscersi nell'identità italiana nella sua integralità, la Kyenge incarna lo stravolgimento della nostra cultura e della nostra tradizione circa il concetto di cittadinanza, di società, di patria e di nazione.

kyenge

È chiaro che se essendoci un vizio d'origine, ossia la non adesione all'identità nazionale italiana in modo integrale ed esclusivo, non dobbiamo stupirci che la Kyenge anteponga le rivendicazioni degli immigrati rispetto alle necessità degli italiani, arrivando a concepire come priorità nazionali la concessione automatica della cittadinanza ai figli degli stranieri nati in Italia, che a loro volta automaticamente accordano ai genitori il diritto alla cittadinanza anche se non sussistono le condizioni contemplate dalla legge;

cecile_kyenge_giura da ministro

l'abolizione del reato di clandestinità, la chiusura dei Cie (Centri di identificazione e di espulsione) e la regolarizzazione dei clandestini; l'accoglienza incondizionata degli immi-grati perché sarebbero solo una risorsa e mai e poi mai un problema; la più ampia estensio-ne del diritto all'asilo politico.

kyenge

La scelta di Kyenge è frutto della condivisione da parte di un ampio fronte catto-comunista- relativista dell'ideologia dell'immigrazionismo, l'ideologia che ci impone di considerare l'immigrazione positiva e gli immigrati buoni a prescindere dalle conseguenze per il nostro vissuto e la nostra quotidianità.

Nella foto di famiglia del nuovo governo alla Kyenge è stato riservato il posto d'onore, tra il capo dello Stato Napolitano e il presidente del Consiglio Letta. È stato solo un eccesso di scrupolo per non essere tacciati come razzisti qualora si fosse mescolata, così come avrebbe dovuto essere, in mezzo alla compagine governativa?

enrico letta da fabio fazio a che tempo che fa

Il suo essere «nera», come lei ha voluto essere pubblicamente qualificata, è diventato il di-scrimine che non ci consente di contestarne le idee pena l'accusa di razzismo? Se sono stato accomunato ai razzisti ( io di origine egiziana con una madre che era nerissima di origine sudanese!) per aver sostenuto «Prima gli italiani», spiegando che, soprattutto in una fase tragica in cui il 44% delle famiglie non arriva a fine mese, agli italiani deve essere garantita la priorità nell'accesso ai beni e ai servizi, allora bisognerà riformulare i contenuti dei concetti fondanti della nostra civiltà.

SILVIO BERLUSCONI

Dovremmo dire che l'Italia non è più la patria degli italiani ma la terra di tutti coloro che vi approdano e piantano le loro tende; che l'identità italiana non corrisponde più alle radici cristiane, alla cultura laica e liberale, ai diritti fondamentali della persona; che la civiltà italiana non è più la dimensione qualitativa che esalta le eccellenze della propria storia ma la dimensione quantitativa che somma le istanze di identità, culture e religioni diverse che vengono messe sullo stesso piano a prescindere dai loro contenuti.

NICOLAS SARKOZY FOTOGRAFATO DA PHILIPPE WARRIN jpeg

Noi che siamo orgogliosi di essere italiani al 100%, a prescindere dal fatto di essere nati al-l'estero e dal colore della pelle, sosteniamo a viva voce che l'Italia è la patria degli italiani, chiediamo che l'integrazione avvenga nel contesto dei valori dell'identità nazionale e delle regole della cittadinanza italiana, così come chiediamo che l'immigrazione vada contenuta, oltreché regolamentata, favorendo lo sviluppo e condizioni di vita dignitose nei Paesi d'origine degli immigrati affinché l'emigrazione sia frutto di una scelta e non di costrizione.

Sin dal 2005 proposi all'allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi la nascita del mini-stero dell'Identità, cittadinanza, integrazione e cooperazione allo sviluppo, così come fu ef-fettivamente costituito da Sarkozy in Francia nel 2007. Ora più che mai: «Prima gli italiani»!