1. “FOIBE MARCA DI PENTOLE”. BATTUTA PRESSMANN, BUFERA SU RTL
Da “Blitzquotidiano.it”
“Foibe marca di pentole”. Battuta Pressmann, bufera su Rtl. Dieci febbraio, giorno del ricordo per le vittime delle foibe. Ma la memoria, purtroppo, non è affare per tutti. E così c’è chi parlando in una radio nazionale, Rtl 102.5, pensa che una simile tragedia si possa liquidare con una battuta. Fuori luogo e neppure troppo divertente. E’ Jennifer Pressmann, speaker radiofonica e conduttrice, speaker statunitense naturalizzata italiana.
In radio, nel giorno della memoria, Pressmann esordisce così: “Le foibe sono una marca di pentole?”. In tanti ascoltano e in tanti non la prendono bene. E su twitter iniziano a fioccare le proteste contro l’emittente. Nasce addirittura un hashtag, #boicottaRtl che chiede di non ascoltare la stazione radiofonico e non comprare i prodotti reclamizzati sull’emittente.
Sono soprattutto i movimenti di estrema destra a protestare. Casapound organizza un blitz per tappezzare di striscioni di protesta la sede di Rtl. Qualcosa di analogo, sempre con striscioni, fa anche Forza Nuova.
Alla fine quando la protesta dilaga l’emittente corre ai ripari con un comunicato di scuse in cui definisce “infelice” e “subito rettificata” la battuta della conduttrice: “Rtl 102.5, in riferimento alla infelice battuta di una propria speaker – subito rettificata dal conduttore del programma -andata in onda nel giorno in cui è stata ricordata la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle Foibe, si scusa verso tutti coloro che si sono sentiti offesi dalla leggerezza con cui è stato affrontato l’argomento.
RTL 102.5 sottolinea comunque che, come gli ascoltatori hanno avuto modo di verificare, nelle varie edizioni del Giornale Orario, durante il corso di tutta la giornata, e nel corso del programma Onorevole Dj sono stati dedicati ampi e sentiti spazi al Giorno del ricordo”.
2. RAI, POLEMICHE VIA SOCIAL SULLE FOIBE
Da “Globalist.it”
Un Tg del servizio pubblico può essere dettato dagli umori, dalle simpatie e dalle antipatie? La domanda ricorre e torna all'indomani del Giorno del Ricordo. Ieri a Palazzo Madama, il ricordo della tragedia delle Foibe. Ne hanno dato conto Tg e Gr del servizio pubblico. Il Tg3 ha preferito sbarazzarsene mettendolo al Tg delle 12. Come a dire: "Che palle...".
Nell'edizione centrale, lo spazio che avrebbe potuto, e dovuto, dare al ricordo ufficiale delle Foibe, in Senato, con Pietro Grasso si è preferito darlo ad un servizio che ha mostrato tossicodipendenti bucarsi per iniettarsi eroina, e in fascia protetta. Lo ha notato Michele Anzaldi, deputato Pd in Vigilanza : "E'servizio pubblico, questo?" , ha scritto su Twitter.
4. ANZALDI (PD) CONTRO IL SERVIZIO DEL TG3 SU SCAMPIA: “PER MENO LERNER LASCIÒ”
Da “Lastampa.it”
«Mi sono sentito male», così il deputato del Partito democratico, Michele Anzaldi, commenta a La Stampaquesto servizio andato in onda sul Tg3 mercoledì sera alle 19 (nella versione qui sopra pixelato) . Anzaldi spiega: «La siringa conficcata sul petto, l’ago, il sangue: sono immagini dure da digerire anche per un adulto».
MICHELE ANZALDI COME GOEBBELS SUL BLOG DI BEPPE GRILLO
Ma al di là delle sensazioni personali il segretario della commissione di Vigilanza Rai sottolinea: «Il servizio è stato pubblicato durante la fascia protetta, quella in cui bambini vanno tutelati». Anzaldi ricorda anche un episodio simile: «16 anni fa, nel 2000, per immagini molto meno dure gli allora direttori Nino Rizzo Nervo, del Tg3, e Gad Lerner, del Tg1, rassegnarono le dimissioni.
All’epoca si aprì una discussione importante sul tema. Qui è mancato un controllo sia della redazione che dell’Agcom».
Andrea Vianello e Bianca Berlinguer
E rincara: «Non vorrei dare ragione all’Osservatore romano quando scrive che la Rai è fuori controllo e cerca solo lo share».
Non è mancata la replica del cdr del Tg3: «Forse Anzaldi non ha chiaro che oggi è lui stesso un esponente del mondo politico e come tale mai dovrebbe “suggerire” quali temi una testata del Servizio Pubblico deve o può affrontare, come ha fatto in varie occasione. A meno che non voglia essere annoverato tra quelli che limitano le libertà di stampa nel nostro Paese».
MATTEO RENZI BIANCA BERLINGUER
«Ad esempio - prosegue la nota -, riportare l’attenzione su Scampia, con una denuncia forte, proprio nei giorni in cui è in atto una guerra di camorra tra vecchi e nuovi clan per il controllo del territorio, e mostrare quel documento, ci sembra proprio il dovere di un giornalista del servizio pubblico». Ma Anzaldi non demorde: «Quello che è stato fatto è nei limiti della legalità? Partirà un’istruttoria?». (L’interista a Michele Anzaldi è stata raccolta da Filippo Femia)