MARONI FRA I MARONI – SALVINI NON NE PUÒ PIÙ DEL GOVERNATORE LOMBARDO E VA ALLA RESA DEI CONTI – DOPPIA LITE SULL’ALLEANZA CON ALFANO E SUL PROSSIMO SINDACO DI MILANO


Carmelo Lopapa Matteo Pucciarelli per “la Repubblica

 

Nel momento di massima espansione della Lega (nei sondaggi), il Carroccio sta per saltare per aria. Il braccio di ferro sotto traccia tra il leader supremo Matteo Salvini e il suo predecessore oggi governatore, Roberto Maroni, si fa scontro frontale. E palese. E rischia di travolgere proprio la Regione Lombardia, oltre che la corsa a sindaco di Milano.

SALVINI E MARONI

 

Dopo l’affondo lanciato dall’ex ministro dell’Interno con l’intervista a Libero di ieri, Salvini ha deciso che è giunto il momento della resa dei conti finale perché così non può andare avanti: «Mi devi convocare un consiglio federale. Facciamo lunedì prossimo, all’ora di pranzo» ha dettato al telefono alla collaboratrice da Strasburgo, dove si trovava per la plenaria dell’Europarlamento.

 

In quella sorta di “comitato centrale” della Lega (ordine del giorno: “Comunicazioni del segretario”) i nodi verranno al pettine. Obiettivo: ricordare una volta per tutte che il numero uno del Carroccio è appunto il leader e solo lui può dettare la linea politica.

 

ROBERTO MARONI E Ellen Cavazza

La classica goccia che ha fatto traboccare il vaso, dunque, l’intervista in cui Maroni ha risollevato il caso Ncd, partito col quale governa: «Se a Milano si allea col centrosinistra e vince, si manda in crisi anche la nostra giunta» è l’ultimo avvertimento lanciato a un segretario che invece ha chiuso e non da ora con Alfano: «Con lui, il poltronaro, mai alcun accordo».

 

Un concetto che del resto Salvini ha ribadito a Silvio Berlusconi anche domenica sera nella cena a Villa San Martino, presenti Giancarlo Giorgetti e la “mediatrice” con la Lega Licia Ronzulli. Di più, l’eurodeputato avrebbe chiesto proprio al Cavaliere una sponda. «I tuoi, soprattutto quelli più vicini a Maroni, mi fanno la guerra, mi odiano» gli ha spiegato Salvini. E Berlusconi, che finora ha tessuto la sua trama anti Salvini proprio col vecchio amico Maroni, ha provato a rassicurarlo: «Ma tu te ne devi fregare, conto solo io perché solo io ho i voti ».

Roberto Maroni e Umberto Bossi a Pontida

 

Ma sereno il capo del Carroccio non si sente per nulla, stanco dei controcanti continui del suo uomo al Pirellone. Tra i due c’è ormai della ruggine personale, all’eurodeputato non va giù il protagonismo a tutto campo di Maroni, che adesso tratta anche col governo Renzi. E poi il governatore in privato bolla come una follia l’eventuale candidatura a sindaco dello stesso Salvini, sponsorizzando piuttosto quella dell’Ncd Maurizio Lupi.

 

ROBERTO MARONI

Già, perché c’è anche questo in ballo: la tentazione di un impegno in prima persona del leader, soprattutto se permane il blackout del centrodestra su Milano e Berlusconi non riuscirà a convincere Paolo Del Debbio. La storia per loro rischia di degenerare, il presidente del Consiglio regionale, Raffaele Cattaneo (ciellino, Ncd), lo dice: «Se non siamo utili per Milano perché dovremmo esserlo per la Regione?» Come dire, se rompiamo, ritiriamo il sostegno a Maroni.

matteo salvini

 

Non a caso lo stesso governatore ricorda nell’intervista che «se si vince a Milano abbiamo vinto tutti, ma se si perde per gli alleati ha perso Salvini». Leader avvisato. Lunedì saranno scintille.

 

Silvio Berlusconi darà forfait alla riunione di gruppo di oggi pomeriggio al Senato, anche se il clima tra i suoi è pessimo, gli hanno spiegato: altri con la valigia in mano, Riaccardo Villari in testa.Viene a Roma ma solo per incontrare i 120 amministratori locali che gli porterà alla sede del partito Nunzia De Girolamo, rientrata con gran clamore in Forza Italia.

raffaele cattaneo