LA MAZZETTA DA 450 MILA EURO CHE MAZZACURATI SOSTIENE DI AVER DATO A ORSONI SAREBBE ARRIVATA ALL’ALLORA CANDIDATO SINDACO ANCHE PERCHE’ IL PATRIARCA DI VENEZIA L’AVEVA “SCELTO” PREFERENDOLO A BRUNETTA -

È stato Baita a raccontare come i dirigenti del Consorzio per costruire il Mose fossero inizialmente orientati su Brunetta: “Quando abbiamo saputo che il Patriarcato aveva fatto una scelta di campo, quella di Orsoni, abbiamo cambiato linea” - Il contante girato da Mazzacurati al sindaco aveva ottenuto il suo effetto spostando “voti cattolici” verso il centrosinistra… -

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Corrado Zunino per “la Repubblica”

GIORGIO ORSONI GIORGIO ORSONI

I 450mila euro che il supremo tessitore Giovanni Mazzacurati sostiene di aver dato al sindaco (in uscita) di Venezia, Giorgio Orsoni, avrebbero alimentato il voto cattolico alla vigilia delle elezioni amministrative del 2010. Gli investigatori stanno trovando le prime conferme a questa pista giudiziaria. Orsoni, agli arresti domiciliari nella sua casa veneziana “alla fermata del vaporetto di San Silvestro”, nega di aver ricevuto i 450 mila euro in nero, ammette solo i finanziamenti registrati (110 mila). 

Alle parole dell’accusatore Mazzacurati si sono aggiunte nel tempo, però, due conferme: la testimonianza a verbale di Piergiorgio Baita, già amministratore della Mantovani spa, capofila del Conzorzio Venezia Nuova guidato proprio da Mazzacurati, e quella di Federico Sutto, uno dei due cassieri del consorzio. La finanza, che ha certificato undici incontri tra Orsoni e l’ingegner Mazzacurati, di cui otto a casa del sindaco con passaggi di denaro in tre-quattro occasioni, ora sta verificando la consistenza del filone “finanziamenti Mose girati alla chiesa cattolica veneziana”.

CONSORZIO VENEZIA NUOVA CONSORZIO VENEZIA NUOVA

L’ipotesi, abbiamo visto, è che all’inizio del 2010 l’avvocato Orsoni avesse bisogno di denaro per condurre la sua campagna elettorale in salita: era sfavorito di fronte all’avversario pdl, il ministro Renato Brunetta. In alcune intercettazioni si ascolta Orsoni chiedere ai sostenitori potenti di far presto, vuole più soldi di quelli che — centomila euro —gli vengono prospettati. 

È stato lo stesso Baita, in altre occasioni, a raccontare come i dirigenti del Consorzio per costruire il Mose fossero inizialmente orientati sul candidato più affine, Brunetta appunto. «Quando abbiamo saputo che il Patriarcato aveva fatto una scelta di campo, quella di Orsoni, abbiamo cambiato linea ». Il contante girato da Mazzacurati al sindaco aveva ottenuto il suo effetto spostando “voti cattolici” verso il centrosinistra.

CANTIERE DEL MOSE CANTIERE DEL MOSE

Nelle carte di procura c’è un altro passaggio che lega il Consorzio Venezia Nuova alla curia locale ed è il sequestro degli appunti dei pagamenti realizzati fino all’11 ottobre 2001 dal Consorzio veneto cooperativo (socio, appunto, del grande Cnv). Quelle consegne in contante erano state segnate su un foglio poi nascosto nell’abitazione dei genitori di una dipendente del Coveco. La lista sequestrata segnalava, tra molti politici locali, anche la Fondazione Marcianum. Centomila euro, per loro: “quota annuale”. 

mose venezia N mose venezia N

La fondazione è un polo pedagogico e accademico fortemente voluto e quindi fondato nel 2004 a Venezia, sestiere Dorsoduro, dall’allora patriarca Angelo Scola, oggi arcivescovo di Milano. Istituto di studi religiosi, liceo classico, facoltà San Pio X, biblioteca. Una struttura costosa, la fondazione. Che da sempre ha stretti rapporti con le istituzioni del territorio. Tra i quattro soci fondatori del polo cattolico c’è, non a caso, il Consorzio Venezia Nuova che, per missione, non ha quella di tirare su biblioteche cattoliche. 

Presidente del Marcianum viene nominato Giovanni Mazzacurati, lo stratega del Mose che sarà arrestato nel luglio 2013. Nel consiglio della fondazione entrano Romeo Chiarotto, il padrone della Mantovani Spa, e lo stesso sindaco Orsoni, cattolico di sinistra i cui rapporti con Scola sono tenuti dal capo di gabinetto Marco Agostini. 

PIERGIORGIO BAITA PIERGIORGIO BAITA

Sostenitore della fondazione tra i primi, si fa avanti la Regione Veneto. Il suo presidente, Giancarlo Galan, nel 2004 dirotta 50 milioni alla curia di Venezia prelevandoli dai fondi della legge speciale: servono a ristrutturare il seminario patriarcale alla Salute (foresteria per 70 persone, sale multimediali), il palazzo patriarcale, restaurare la basilica della Salute (accanto al Marcianum). Nella comunità diocesana e in città quel finanziamento fa discutere.

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Lo scorso 19 luglio, subito dopo l’arresto di Mazzacurati, il nucleo tributario è andato alla sede della Fondazione Marcianum e ha sequestrato i documenti che certificavano i finanziamenti del Consorzio Venezia Nuova all’ente ecclesiale e i finanziamenti (tra i 10 e i 50 mila euro a testa) di molte società del Cvn: Mantovani, Coedmar, Lmd, la Hmr dell’attuale neodirettore Hermes Redi. «Un’azione normale», là definì l’amministratore Marco Agostini, l’uomo di Scola, l’uomo di Orsoni. Era solo l’inizio della caccia ai fondi neri elettorali.

 

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