MO’ CHI LO DICE AD EMANUELE FIANO (ED ALLA BOLDRINOVA)? IL SINDACO PD DI PREDAPPIO RIAPRE LA “CASA DEL FASCIO” – OSPITERA’ UN MUSEO SUL VENTENNIO ED A CURARLO SARA’ LA “FONDAZIONE PARRI”. SARA’ UNA SORTA DI POZZO: IN CIMA “FIUME”, NELLO SCANTINATO “SALO’”

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Antonio Rapisarda per “il Tempo”

 

«O affrontiamo un periodo storico ripercorrendo fin nei luoghi ciò che è stato, o altrimenti facciamo come con Cartagine: la radiamo al suolo e gettiamo sulla superficie il sale». Predappio, nonostante la tentazione iconoclasta del «boldrinismo» e l' attacco alla libertà di espressione contenuto nella famigerata legge Fiano, non farà la fine di Cartagine: «Bisogna vincere le nostre paure».

predappio casa fascio predappio casa fascio

 

Parola di sindaco Pd della cittadina natale del Duce che dimostra come in Italia esiste un pellegrinaggio continuo di nostalgici e curiosi, dato che qui si trovano le spoglie del fondatore del fascismo) sta investendo, si pone l' obiettivo di riattivare uno dei capolavori dell' architettura razionalista lasciato dal dopoguerra in stato di abbandono.

 

La proposta, come hanno spiegato dal Comune di Predappio, sarà presentata domani alla sala stampa estera di Roma e «punta alla realizzazione di un grande centro di ricerca storica rivolto allo studio ed alla diffusione della conoscenza sulle dittature e sui totalitarismi che hanno caratterizzato il 900, all' interno del quale troverà spazio anche una grande esposizione storica sul fascismo, destinata a svolgere una significativa opera di informazione culturale sul periodo fra le due guerre in Italia».

 

giorgio frassinetti predappio giorgio frassinetti predappio

Insomma, come già sul nostro giornale avevamo più volte raccontato, non si tratta di una trovata folkloristica né, tantomeno, banalmente censoria ma del tentativo di affrontare con strumenti culturali solidi la ricostruzione storica del Ventennio. Una sola cosa, però, i promotori tengono a precisare: «Non chiamatelo museo del fascismo». Il motivo lo spiega a Il Tempo Giorgio Frassineti, sindaco di Predappio ed esponente storico del Pd, che ha accettato di spiegarci in anteprima i contorni del progetto. «Il fascismo è musealizzabile? Sì - illustra -. Ciò che è stato e che ha rappresentato è proprio quello che potrà vedere nel percorso museale che si chiamerà non a caso "L' Italia totalitaria. Stato e società in epoca fascista. Un' esposizione permanente"».

MUSSOLINI CRIPTA PREDAPPIO MUSSOLINI CRIPTA PREDAPPIO

 

Il punto, però, è che l' operazione completa riguarda la creazione del centro studi: «Lì sono legati i tre milioni di euro che ancora ci mancano e che sarà necessario trovare al più presto». Per il momento, dunque, a essere operativa sarà la sezione museo. Questa, come spiega Frassineti, sarà priva di oggettistica e tutta multimediale, «con tanto di ologrammi degli storici che racconteranno sezione per sezione il museo».

 

Interessante la scelta di come si procederà all' interno dell' installazione. «Il museo è concepito come se si entrasse in un "pozzo" - continua -, si visiterà dall' alto». Il percorso sarà di quattro livelli: si parte dall' interventismo, da Fiume e dalla marcia su Roma e poi si andrà via via giù, con il welfare e la fascistizzazione della gioventù, fino ad arrivare in fondo, «nello scantinato dove ci saranno la guerra, la Rsi, la Resistenza e il ritorno della democrazia».

PREDAPPIO GADGET FASCISTI 2 PREDAPPIO GADGET FASCISTI 2

 

A curare l' installazione sarà l' Istituto per la storia e le memorie del '900 Parri, memoria storica della Resistenza. Narrazione a senso unico per tranquillizzare "a sinistra"? «No. Sono i più bravi. Una garanzia alto livello», difende la scelta il sindaco.

 

A questo punto bisogna capire come la prenderanno in casa Pd, dato che è al vaglio del Senato la legge Fiano: non proprio un buon clima per la libertà di dibattito sul fascismo. «Io ho fiducia nella cultura, nella storia, nell' intelligenza - risponde il primo cittadino-. Come si fa a negare che il fascismo è esistito? L' unica strada è il "non racconto", dove a prevalere è la damnatio memoriae. Mi sembra una strada impossibile da percorrere».

 

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